ARTE: La ricerca dell'invisibilità | James Turrell
Creato il 25 maggio 2015 da Osso Magazine
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James Turrell, Los Angeles 1943, è un artista statunitense, i cui lavori vertono principalmente sulla percezione della luce e dello spazio. Dopo essersi laureato nel 1965 al Pomona College in California in Perceptual psychology, un aggregato di psicologia e matematica, ha deciso di continuare la sua carriera universitaria conseguendo un master in arte alla Claremont Graduate School.
Nel 1966, Turrell cominciò a sperimentare con la luce affittando il Mendota Hotel, un albergo dismesso di Santa Monica e facendolo diventare il suo studio. Turrell ha creato le sue prime proiezioni di luce coprendo le finestre e consentendo alla luce della strada di raggiungere la stanza attraverso le aperture nelle tende, in modo tale da poterne controllare l'intensità. Nella sua prima opera rilevante del 1968, Shallow Space Constructions, Turrell ha usato delle partizioni di uno schermo, consentendo una effusione di luce nascosta per creare un effetto specchio all'interno dello spazio appiattito artificialmente.
Nello stesso anno Turrell ha partecipato ad una serie di lecture all'Art and Technology Program del County Museum di Los Angeles, indagando fenomeni percettivi con l'artista Robert Irwin e lo psicologo Edward Wortz, entrambi membri del cosiddetto gruppo 'Luce e Spazio' che si stava creando a Los Angeles all'inizio degli anni '70. L'anno dopo Turrell ha realizzato i disegni del cielo con Sam Francis, utilizzando colori particolari e materiali che simulano la densità e la composizione delle nuvole. Tra il 1969-1974 Turrell ha sviluppato la sua installazione/progetto The Mendota Stoppages: utilizzando diverse sale dell'ex Mendota Hotel di Santa Monica, sigillandole e controllando le aperture delle finestre, per permettere alla luce naturale e artificiale di entrare negli spazi oscurati in modi e colori specifici.
Nel 1970 Turrell ha iniziato la serie "Skyspaces", spazi chiusi aperti al cielo attraverso una fessura nel tetto o nel lato. Ogni spazio è rappresentato da una stanza chiusa grande abbastanza per contenere una quindicina di persone. All'interno, gli spettatori si siedono su delle panchine lungo il bordo per visualizzare il cielo attraverso l'apertura nel tetto. Il suo lavoro successivo, Meeting, del 1986 è stato presentato al MoMa P.S.1 e consiste in una stanza quadrata con un'apertura rettangolare tagliata direttamente nel soffitto. Nel 2013, ha creato un altro Skyspace, Greet the Light. Descrivendo questi paesaggi come forme di vita che convivono simultaneamente nel mondo del chiuso e dell'aperto, "la cosa più importante è la trasformazione tra il dentro e il fuori e viceversa" ha dichiarato Turrell.
Le opere di Turrell coinvolgono esplorazioni di luce e di spazio che parlano agli spettatori senza parole, impattando la vista, il corpo e la mente per accrescere la consapevolezza. "Voglio creare un'atmosfera che può essere consapevolmente cambiata radicalmente attraverso una sensazione", dice l'artista, "come il muto pensiero che viene dal guardare un incendio." Grazie anche ai suoi studi di psicologia della percezione e delle illusioni ottiche, le opere di Turrell ci permettono di vedere e di scoprire il valore dei colori. Sia sfruttando la luce al tramonto o trasformando il bagliore di un televisore in un portale fluttuante, l'arte di Turrell pone agli spettatori un regno di esperienza percettiva pura.
Immagini di James Turrell
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25 maggio 2015
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