Sabrina Ferrero
Dalla fantasia è nata un’idea, da questa sono nati disegni e parole ed infine è nata Sabrina Ferrero che ha messo insieme tutto. Con colori, ironia sottile, determinazione mescolata a leggerezza e l’indispensabile supporto del suo cane Otto –ignaro di essere un quotatissimo modello- sta nascendo la mostra “Il mondo di Otto” che dal 23 novembre 2013 all’8 gennaio 2014 si terrà nei locali di Via dei Priori 55-56 a Perugia.
“Ho sempre disegnato, mia nonna li chiamava burabacio e burabacio in piemontese significa scarabocchio. Ne ho un’infinità, trent’anni di burabacio
che sono cresciuti con me ed ora si animano per raccontare piccole storie a fumetti, fiabe, illustrazioni e riflessioni” spiega l’artista Sabrina Ferrero, torinese ormai trapiantata in Umbria da oltre dieci anni, e continua: “Mi piace osservare quello che mi accade quotidianamente, parto dalla realtà e penso che essa stessa sia un bizzarro sogno ricco di spunti. Il tema principale dei miei burabacio, infatti, è Otto, il mio canide che ha come soprannome Polpi… e non solo, un segugio incrociato con una nutria del Tevere. Posso definirmi dunque a tuttotondo una disegnatrice di canidi, ma non vorrei mai che il mio Otto rimanga solo. Nel suo universOtto ci sono anche tanti buffi personaggi come la gattocometa, la balena rosa e la luna imbronciata. Per la mostra che inizierà domani ho appena terminato una simpaticissima mucca”. E nulla sarà lasciato al caso, Sabrina Ferrero ha pensato proprio a tutto e a tutti. Nell’esposizione ci saranno quadri, idee regalo di ogni tipo e anche un fantastico GiocOtto: un gioco da pavimento di due metri per tre che ha come obiettivo quello di “aiutare Otto a tornare a dormire sul divano”. Tutti i bambini (dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10:30 alle 20) potranno dare sfogo alla creatività disegnando quello che desiderano nello spazio Coloreria, ma l’artista ci tiene a comunicare che lo spazio sarà accessibile anche ai “grandi”, soprattutto a quelli che non si sono dimenticati di essere stati bambini.Floriana Lenti