Caterina Morigi è un'artista nata nel 1991 a Ravenna, dove ha iniziato la sua formazione, tra i mosaici e i paesaggi industriali del Deserto Rosso. In seguito si è trasferita a Venezia dove ha conseguito la Laurea triennale e successivamente specialistica in Arti visive allo IUAV. Durante gli studi universitari ha trascorso un periodo a Parigi, prendendo parte a mostre e residenze. Nel 2015 le è stato assegnato un atelier alla Fondazione Bevilacqua La Masa.
La sua passione per l'arte è iniziata da bambina. Alle elementari, infatti, le piaceva visitare le mostre d’arte, in particolare di archeologia, leggere le didascalie e ripeterle quasi a memoria ai suoi genitori che restavano un po’ più indietro nel percorso. "Circa dieci anni dopo", ci racconta Caterina, "al liceo, mi fu consegnato un barattolo trasparente da conserva, che avrei dovuto decorare per un progetto scolastico natalizio, invece di dipingerlo vi ho messo una lampadina ad incandescenza al suo interno, l’ho sigillato e sbattuto con forza. Il sottile vetro della lampada è andato in frantumi, liberando il vuoto nel vasetto, ma lasciandolo comunque imprigionato nel contenitore. Sentivo che questo episodio era in qualche modo collegato con l’arte, ed ho iniziato a capire che la mia produzione poteva essere più ampia rispetto alla sola pittura: altri elementi, oltre al colore, sono entrati a far parte della mia idea di arte".
Sono moltissimi gli artisti che hanno influenzato il suo percorso creativo. Tra questi cita Roni Horn che l'ha molto suggestionata con i suoi cilindri di vetro che sembrano liquidi e le fotografie dell’Islanda. Così come l’arte Povera per i suoi materiali, in particolare Giuseppe Penone per la sua poetica di scambio con la natura. In ambito veneziano, Alberto Garutti, Maria Morganti e Paolo Icaro, hanno improntato notevolmente la sua ricerca; soprattutto l’incontro con il fotografo Guido Guidi è stato fondamentale per intraprendere un percorso di immagini che in un certo senso è andato a plasmare il suo modo di “guardare” le cose.
L'arte di Caterina non si limita alla classica pittura. Ama infatti testare i materiali, osservare come la carta assorbe il colore, e studiare le stratificazioni dei segni sulla pelle: le cicatrici e le macchie. Nei suoi lavori infatti, come i progetti 'Notebooks' e 'Traces' che potete vedere in questo articolo, Caterina mette in luce le tracce del tempo sulle superfici.
Per realizzare le sue opere, solitamente Caterina parte da una raccolta di immagini per elaborare un progetto, ma spesso la strada per realizzarlo la porta ad utilizzare supporti di vario genere: il disegno, la fotografia ed il video sono le tecniche che utilizza di più. "In particolare", ci spiega Caterina, "ho sviluppato un metodo che si basa sulle tracce di colore. Disegno sulla prima pagina di un quaderno una forma semplice che può essere un quadrato (Notebooks) o un cerchio; nella seconda pagina trapassano delle macchie che ricalcano in parte la forma disegnata. Con un altro colore evidenzio il contorno di queste tracce, creando nuovamente altri segni che attraversano le pagine".
I progetti nel futuro di Caterina sono molti. In particolare ha intenzione di concentrarsi su nuovi supporti e nuovi formati in cui lavorare con le tracce, magari applicando la sua ricerca alla moda. Potete vedere tutti i lavori si Caterina sul suo sito.
Immagini di Caterina Morigi
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12 novembre 2015