Artek, il manifesto delle idee che soffiano nel vento del nord

Creato il 03 dicembre 2015 da Alessandrapepe @AlessandraPepe

Cosa succede quando due architetti designer, una mecenate e uno storico dell'arte si incontrano e si illuminano? È il 1935 siamo a Helsinki, Aino e Aalvar Alto, Maire Gullichsen e Nils-Gustav Hahl, quattro giovani idealisti rispettivamente architetti, mecenate e critico d'arte, danno forma al loro desiderio avanguardista di una piattaforma che connetta la progettazione d'interni all'arte e all'industria e che promuova una moderna cultura dell'abitare attraverso esposizioni e mezzi educativi, divulgati da un vero e proprio manifesto di idee. Le stesse che soffiano ancora con il vento del nord.

Nasce che oggi festeggia l'ottantesimo anniversario con una mostra allestita fino al 9 gennaio 2016 allo showroom di Milano. è il racconto di un marchio storico, sintesi tra arte e tecnologia. Si muove dagli anni '30 grazie all'impulso di concetti chiave, tipici del modernismo internazionale e ancora oggi produce e riedita collezioni ideate da maestri finlandesi e progettisti di fama mondiale, incarnando costantemente quello spirito innovatore dei suoi fondatori; pezzi straordinari nella loro chiarezza, funzionalità e poetica semplicità.

L'evoluzione di questo ambizioso disegno passa attraverso tappe importanti segnate dalla nascita di vere e proprie icone senza tempo. La poltrona Paimio progettata da Alvar Aalto nel 1932, è il risultato di studio e ricerca nel processo di laminazione di spessi strati di legno di betulla sagomate, messo a punto per creare forme eleganti ed ergonomiche. Una seduta flessibile in sospensione che, nonostante la mancanza di imbottitura, offre un comfort eccezionale. La sua forma leggera ha imposto nuovi standard per l'interior design.

Un anno dopo sempre lo stesso disegnava la quintessenza della funzionalità di una seduta; lo Stool 60 trasmette un senso di rilassata familiarità, difficile attribuire a questo complemento d'arredo un'identità sociale, ancor più classificarlo in una categoria funzionale. Può essere tavolino, o piano d'appoggio, adeguato in case private e edifici pubblici. Le sue caratteristiche gambe a L in legno massello sono montate direttamente sotto la seduta a forma circolare senza particolari elementi di collegamento. La geometria agevola l'impilamento per il risparmio di spazio assumendo l'aspetto di una scultura a spirale. Viene tuttora prodotto in un'ampia gamma di colori laccati o con imbottitura in tessuto. Il suo gemello E60 ha quattro gambe.

Tanto voluminosa quanto comoda, la poltrona 400 Tank, ancora di Alvar Aalto, fu realizzata nel 1936 per una mostra alla Triennale di Milano, dove fu prontamente premiata. Deve il suo nome, carro armato tradotto in italiano, ai suoi ampi, solidi e inconfondibili braccioli in legno laminato di betulla e alla corposa imbottitura. Dieci anni dopo Ilmari e Annikki Tapiovaara si aggiudicarono l'incarico di progettare gli interni dello studentato della Domus Academica di Helsinki. Svilupparono un progetto dando luce a Domus Chair e Domus Lounge Chair, una famiglia di comode sedie e poltrone in legno compensato. Sono riconoscibili dai caratteristici braccioli corti che permettono di accostare la sedia molto vicino al tavolo. Dagli stessi anche la collezione Kiki del 1960 composta da sofà e panche dalla forma decisa con struttura in tubo d'acciaio ovale e ampi cuscini.

Nella prima metà degli anni '60 il designer inglese Terence Conran confessava il suo particolare interesse per questo esempio emblematico di design finlandese: " La Karouselli Lounge Chair è semplicemente il mio posto preferito dove sedermi perché è comodissima". Concepita per ricordare la forma del corpo umano, si sostiene che l'idea della sedia Karuselli venne in mente a Yrjö Kukkapuro mentre giocava con sua figlia a costruire sedie di neve nel 1964. Il prototipo originale era costituito da una struttura reticolare realizzata utilizzando una rete per polli montata su un telaio in acciaio e ricoperta di tela impregnata di gesso. Il processo di sviluppo durò un intero anno. Il progetto riscosse un immediato successo planetario fin dalla sua prima comparsa sulla copertina di Domus nel 1966. Su di essa ci si muove comodamente, ruota su se stessa, dondola e unisce funzionalità, ergonomia e design organico.

Rigore e humor sono i concetti coniugati sapientemente dalla mente acuta di Konstantin Grcic nella progettazione della prima sedia girevole di Artek. Rival, del 2014, nasconde un innovativo snodo in alluminio collocato in una coppa di polipropilene. Le gambe sono fresate da legno massello di betulla, mentre lo schienale e i braccioli sono costruiti in lamelle di legno di betulla. Questi elementi sono parte integrante della tradizione dei materiali naturali utilizzati dall'azienda e sono prodotti nei suoi stabilimenti in Finlandia. Al fascino immediato di Rival si unisce la provocazione di essere l'esatto opposto di una comune sedia girevole sfidando le convenzioni in fatto di forma e di funzione.

Nelle più recenti produzioni c'è spazio anche per le nuove generazioni, Ronan e Erwan Bouroullec lavorano insieme da più di 20 anni in un dialogo che mette alla prova e arricchisce la personalità di ciascuno. Nella collezione Kaari coniugano forme accattivanti con strutture dalle articolazioni ben definite. Una semplice banda di acciaio piegato funge da elemento portante per una serie di tavoli, di scaffali e di mensole da parete. L'approccio intellettuale di Aalto nello sviluppo dei suoi sistemi di arredo è stato un'importante fonte di ispirazione della ricerca, portata avanti dai due fratelli, di un principio strutturale semplice che potesse essere applicato a differenti prodotti. Dal punto di vista tecnico ed estetico la Kaari Collection apre nuovi orizzonti con un'identità tutta sua. Il profilo della banda d'acciaio appare leggero, come un tratto di matita. Si combina con componenti verticali in rovere massello e con piani di tavoli o ripiani di scaffali in linoleum o in laminato lucido ad alta pressione; potrebbe essere stata ideata oggi o 30 anni fa, oppure potrebbe anche essere un'intuizione che precorre il futuro.

Il cuore di Artek può essere considerato il nucleo dal quale passa l'ossigeno che da respiro a nuovi progetti in grado di ridefinire lo spazio, il linguaggio formale e l'uso della tecnologia per proseguire il cammino su nuove vie che incontrano e incrociano design e architettura. Funk Design ritorna le settimana prossima. Stay tuned!