Pare che l'artista olandese lo abbia dipinto fra il 1665 ed il 1666 (secondo alcune fonti in anni ancora successivi). Dipinto ad olio su tela, misura 44,5 × 39 cm ed è conservato al Mauritshuis dell'Aia.
Raffigura una fanciulla volta di tre quarti colpisce in particolar modo l'espressione estatica, assolutamente languida ed ammaliante (secondo alcuni carica anche di un innocente erotismo), dello sguardo della giovane modella: sembra sia stato lo stesso Vermeer a chiedere alla ragazza, posta di fronte alla grande finestra illuminata dalla luce naturale del suo atelier, di voltare il capo più volte lentamente, tenendo socchiuse le labbra per produrre questo effetto.
La suggestiva leggenda che circonda questo quadro – e che colora con una punta di sentimentalismo la biografia di un grande pittore del quale si sa tuttora ben poco, e che poco ha lasciato: una trentina di dipinti in tutto e tutti di piccole dimensioni – è stata rievocata nel 2003 per il cinema da un film dal titolo La ragazza con l'orecchino di perla, interpretato dall'attrice Scarlett Johansson ed ispirato al romanzo omonimo della scrittrice Tracy Chevalier.
L'orecchino con perla del quadro, che cattura quasi da solo la centralità della luce di cui è pervaso il dipinto, è di grandi dimensioni e a forma di goccia. Sebbene la ragazza che lo indossa appaia di modeste condizioni, tale monile era al tempo di Vermeer prerogativa delle dame aristocratiche dell'alta borghesia. La perla è disegnata utilizzando solo due pennellate a forma di goccia separate l'una dall'altra, è l'occhio umano che ha l'illusione di vedere l'intera perla. Nel XVII secolo le perle erano una preziosa rarità: venivano importate dall'estremo oriente. Nel caso della perla raffigurata nel dipinto, si tratta di un esemplare di grandi dimensioni che, a parere di alcuni studiosi, in natura non esisterebbe. Un aspetto misterioso e leggendario del dipinto, al pari di quello che lo vorrebbe ricavato da una immagine fotografica (si vuole che Vermeer compisse esperimenti con le prime apparecchiature allo studio per riprodurre immagini).
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