Magazine Arte
A volte ho "usato" gli Uffizi come terapia nei momenti difficili. Mi è capitato di prendere in mezzo alla giornata e andare agli Uffizi per ricaricarmi (con la tessera di guida posso entrare gratis in qualsiasi momento in tutti i musei della provincia). Non solo i quadri, ma anche l'ambientazione è suggestiva, e fra tanta bellezza non si può proprio pensare che il mondo sia brutto! Ogni volta che facevo la guida a un gruppo, uscivo dagli Uffizi frastornata e completamente estraniata dalla mia vita. Uscire da quell'edificio era come tornare alla "realtà" e rendersi conto di chi sono e che momento vivo nella mia vita.
Allora adesso che avevo l'occasione ci sono ritornata subito e ho pianificato una strategia contro la tristezza dell'inverno scandinavo. Ho fatto come alla National Gallery a Londra e, recentemente, al Nationalmuseum a Stoccolma (vedete qui e qui): ho preso appunti. Mi sono concentrata sui quadri meno conosciuti (si fa per dire) che non faccio mai vedere ai turisti. Così il vantaggio è doppio: vi posso far vedere cose che probabilmente non conoscete ancora (questo lo dico ai miei amici che agli Uffizi con me ci sono già venuti), imparando qualcosa di nuovo anch'io, e posso ritrovare questi quadri (o almeno una parte di questi) su internet nelle buie serate invernali passate distante da Firenze. Quindi ho deciso di proporvi un quadro in ogni mio post nei prossimi mesi, come un appendice che sarà presente anche se non c'entra niente con l'argomento del post. Così spero di condividere con voi il piacere della scoperta e la curiosità verso l'arte e verso la pittura in particolare.
Il modo più emozionante di visitare una galleria d'arte è guardare i quadri soffermandosi sui particolari che ti colpiscono di più e fermarsi ad osservarli da più vicino. Come una foto rivela un po' della personalità del fotografo, anche nei quadri ognuno nota particolari o aspetti differenti. Così ho imparato tanto anche dai commenti dei turisti e degli amici che a volte mi hanno fatto notare cose di cui non mi ero accorta o semplicemente non avevo mai considerato. Perciò adesso vorrei farvi vedere queste pitture attraverso i miei occhi, mostrandovi i "miei" particolari. E, di conseguenza, i vostri commenti saranno sempre ben accetti. Sono curiosa di conoscere i "vostri" particolari.
Per cominciare, un quadro di Filippo Lippi e del Pesellino, una Madonna col Bambino e santi, meglio nota come Pala del Noviziato perché adornava l'altra della Cappella Medicea del Noviziato nella Basilica di Santa Croce a Firenze (del 1445 circa).
La pittura raffigura quattro santi: da sinistra San Francesco d'Assisi, San Damiano, San Cosma (i due santi protettori della famiglia Medici) e San Antonio da Padova, come si comprende anche dalla didascalia autografa del pittore. Vedete i nomi scritti in basso:
Mi ero soffermata su tre particolari. 1. Lo sguardo di San Damiano: misterioso. Sembra quasi preoccupato, o sospettoso. Sta decisamente aggrottando le sopracciglia.
2. La penna nella mano di San Cosma. Sarà un suo attributo? Non dovrebbe essere. Cosma e Damiano erano due medici e generalmente vengono rappresentati con degli strumenti chirurgici in mano.
3. Il Bambino, un po' paffuto (ma questa non è una novità nei quadri rinascimentali), che si aggrappa a un seno della Madonna.
Vi lascio anche due link a due siti fantastici che sono un vero tesoro per gli amanti dell'arte:- Web Gallery of Art: una raccolta e database di pitture di una vastità incredibile, con spiegazioni e biografie. Una vera e propria pinacoteca virtuale.- Haltadefinizione: un progetto che realizza la scansione digitale di alcune importanti opere in alta definizione. L'immagine può essere ingrandita a dimensioni reali e si può osservare anche i dettagli più minuscoli. E' strabiliante!
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