Anna dei miracoli (The Miracle Worker) (1962)
Il treno (The Train) (1964) (non accreditato; licenziato, rimpiazzato da John Frankenheimer)
Mickey One (1965)
La caccia (The Chase) (1966)
Gangster Story (Bonnie and Clyde) (1967) - 4/5
Alice's Restaurant (1969)
Il piccolo grande uomo (Little Big Man) (1970)
Ciò che l'occhio non vede (Visions of Eight) (1973) (episodio The Hightest)
Bersaglio di notte (Night Moves)' (1975)
Missouri (The Missouri Breaks) (1976)
Gli amici di Georgia (Four Friends) (1981)
Target - Scuola omicidi (Target) (1985)
Omicidio allo specchio (Dead of Winter) (1987)
Con la morte non si scherza (Penn & Teller Get Killed) (1989)
Lumière & Company - episodio (1995)
Penn (1992-2010), americano, è stato un importante regista indipendente facente parte del nuovo cinema americano degli anni 60-70; introdusse molte novità, specie a livello sostanziale, mettendo in scena la fine del sogno americano sotto svariate forme. Oggi purtroppo non è particolarmente ricordato.
-Gangster Story
USA 1967 - gangster/biografico/road -111min.
Vita di Bonnie (Fay Dunaway) e Clyde (Warren Beatty), una delle più celebri coppie criminali degli USA attiva nei primi anni '30. Clyde è un rapinatore ex galeotto, Bonnie una giovane ragazza senza arte nè parte. Incontratisi fortuitamente, decidono di condividere la stessa vita di strada fra una rapina e l'altra. Ad essi si uniscono ad un certo punto anche un benzinaio non troppo sveglio, il fratello di Clyde Buck (Gene Hackman) e l'isterica moglie del medesimo.
E' proprio con l'uscita di questo film (2 anni prima di Easy Rider) che gli storici del cinema fanno coincidere l'inizio del nuovo cinema americano, ovvero quel decennio in cui una pletora di autori emergenti contribuì a rinnovare le stantìe routine del cinema statunitense modernizzandolo e riportandolo qualitativamente alle vette del cinema mondiale. Concettualmente Penn si rifà ad un repertorio classico, specie quei gangster/noir a basso costo dei decenni 30-40 - 2 titoli su tutti: La sanguinaria (1950, di Joseph H. Lewis) e Detour - Deviazione per l'inferno (1945, di Edgar G. Ulmer) - nonchè al più recente Il bandito delle ore undici (1965) di Truffaut; ma a livello di scrittura (la sceneggiatura è di David Newman e Robert Benton) il film è estremamente moderno: una coppia sola contro il mondo, due criminali che diventano idoli delle folle che vedono in loro un impossibile riscatto sociale, il crollo del mito dell'american dream ovvero la fine dell'idea di uguaglianza sociale, i grandi soggetti capitalisti (banche, multinazionali) che vessano i poveri contadini, la gratuità della violenza, le parentesi goliardiche che avvicinano il pubblico ai protagonisti, sono tutti stratagemmi destabilizzanti ed innovativi, anticipatori sia della scia di film simili che usciranno di lì a breve (La rabbia giovane di Terrence Malick, Sugarland Express di Steven Spielberg) sia tantissimo cinema successivo che si richiamerà a questi canoni narrativi (Cuore selvaggio di David Lynch, Un mondo perfetto di Clint Eastwood, Nemico pubblico di Michael Mann, La casa del diavolo di Rob Zombie e tanti altri).
A livello musicale è innovativo nella scelta di basarsi unicamente su un repertorio folk, rifiutando la musica orchestrale che era consuetudine nel mondo del cinema fino a quel momento, e aprendo la strada all'uso massiccio della musica leggera al cinema (anche se è lapalissiano che condivida questo merito con Il laureato, dello stesso anno).
Visto con gli occhi di oggi appare sicuramente meno destabilizzante e sovversivo di quanto non apparisse allora, anzi sembra persino pudico nella ritrosia con cui mette la sordina alla componente erotica della vicenda, ma molte scene sono efficaci ancora oggi, fra tutte il fulmineo, violentissimo finale.
Voto: 4/5
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