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Arti marziali a confronto: il respiro nel Tai Chi e nello Iaido

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 17 luglio 2012  Autore: Stefano Bresciani

Arti marziali a confronto: il respiro nel Tai Chi e nello IaidoInspirare, espirare: due azioni così semplici che ci permettono ogni giorno di respirare ma soprattutto di vivere. Spesso ce ne dimentichiamo, lo diamo per scontato presi dalla frenesia della vita quotidiana, della mancanza di tempo (io aggiungerei anche di voglia) di fermarci e, semplicemente, respirare con calma, inalando aria pulita (magari in mezzo alla natura e meglio ancora in alta montagna), per nutrirci di nuova linfa vitale, il famoso ki (per i budoka), ch’i o prana che dir si voglia.

In alcune arti marziali viene data maggior enfasi all’uso corretto del respiro e per ciò che ho sperimentato sinora il T’ai chi ch’uan e lo Iaido mi hanno dato i più grandi benefici, poiché mi hanno fatto ri-scoprire questa preziosa (e FONDAMENTALE) azione.

Nei tre anni in cui ho seguito corsi della millenaria arte cinese, divenuta celebre anche in occidente per i vantaggi legati al benessere e la longevità, ho riscontrato grande similitudine con l’arte della spada giapponese, che pratico da diversi anni e che insegno tutt’ora nel dojo della Bushidokai ShinGiTai di Leno (BS). La sapiente lentezza dei movimenti nello spazio, il dolce accarezzamento dell’aria con le mani nude o armate, il roboante silenzio tra un respiro e l’altro…. magnifiche sensazioni!! Ogni volta che eseguo un “kata” (=esercizio formale) riecheggiano nel mio cuore emozioni indescrivibili, dettate dalla gioia di eseguire lentamente ogni ogni colpo, ogni spostamento, vivendo il “qui e ora” attraverso ogni respiro e godendo dell’istante in cui l’aria entra e poi esce dal mio corpo.

Il Tai chi ricorda una danza sinuosa e affascinante, resa tale dalla consapevolezza del praticante di spostare l’aria più che un avversario, idem con il katana, quando nello Iaido si studiano le basi simulando un combattimento contro… se stessi. Il respiro rende magici questi momenti, che se al contrario vengono animati dall’ardore di terminare l’esercizio, di arrivare prima (e di chi?) o frettolosamente passare a fare altro.. beh allora possiamo abbandonare queste arti e usare il respiro come abbiamo sempre fatto… ossia dandolo per scontato!

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