Ciò che voglio evidenziare, in questo terzo e ultimo post dedicato all’argomento, è la verità che a mio modesto parere sta nel mezzo.
Eccedere in un conflitto, arrivando a combattere ciecamente per difendere i propri principi, non credo sia la migliore delle soluzioni, così come accettare passivamente qualsiasi confronto, subendo l’altrui pensiero e probabile aggressività lasciandosi condizionare pienamente.
Malgrado vadano tenute a mente come possibilità, credo siano entrambe soluzioni fallimentari a lungo termine, spesso anche a breve termine. Vorresti per caso rischiare un naso rotto nel tentativo di far valere le tue ragioni? E se dal conflitto ne uscissi vincitore, sei davvero sicuro che le tue azioni valgano la pena di affrontare conseguenze legali? Quel che è certo, se dovessi per sbaglio un giorno rispondere di abuso di difesa personale di fronte a un giudice, vorrei poter dire qualcosa di meglio che“quel parcheggio l’avevo visto prima io”. Eppure, proprio perché la maggior parte di noi non è abituato a gestire situazioni emotivamente forti, spesso quella che poteva essere un semplice “confronto di opinioni”, si trasforma in qualcosa di eccessivo con tutte le conseguenze del caso.
Come in qualsiasi altro campo della vita, invece, conoscere gli strumenti giusti ci aiuta a trovare soluzioni giuste. Una buona componente nel far precipitare la discussione a lite lo gioca l’ego delle due persone in causa. Generalmente, soprattutto gli uomini, una volta che la discussione è iniziata, non tollerano di cedere nemmeno un passo, neppure quando hanno torto. Con queste premesse la rissa è come l’esplosione di un candelotto cui sia stata accesa la miccia: solo questione di tempo. Il primo ostacolo da eliminare, prima ancora di poter pensare a elaborare strategie alternative, è proprio l’ego. Se ritieni che ti fa un torto meriti una “lezione” molto probabilmente finirai per dargliela (o cercherai di dargliela, ovvio che dipende da chi ti troverai di fronte!): in pratica ti stai condannando a un’unica soluzione: quella peggiore. Non occorre urlare come pazzi o minacciare, così come non occorre alzare le mani per dimostrare di essere veri uomini, io ho scelto di sposare l’arte di “combattere senza combattere” e ne sono sempre uscito vincitore!
Di contro mi sto allenando molto al confronto pacifico senza subire l’altrui aggressività, che comunque raramente si presenta. Quando il colpo verbale sta per arrivare, inizio a sentirlo e cerco di placare gli animi prima ancora che si accendano. La ricetta è semplice, quasi banale, ma genera risultati sorprendenti: cerco di evitare queste situazioni. Ad esempio se mi capita di vedere persone che non mi ispirano fiducia, su una strada, la cambio. Oppure, se proprio non posso evitarlo, prima di passare valuto attentamente le possibili vie di fuga o la presenza di altre persone che possano vedermi (anche se in genere la maggior parte delle persone potrebbe restare indifferente)
Tieni presente che nella maggior parte delle liti per futili motivi chi ti sta di fronte non ha nulla contro di te: magari ha una vita terribile o ha avuto una giornata particolarmente storta (o entrambe)e in quel momento tu potresti essere lo sfogo (verbale o fisico) della sua rabbia. Sei ad esempio il datore di lavoro che lo sfrutta o il vigile che gli ha messo la multa, o addirittura la fidanzata che l’ha lasciato. Sono d’accordo con te nel pensare quanto sia stupido sfogare sugli altri le proprie frustrazioni ma è ancora più stupido assecondare o volutamente imbattersi in chi si comporta in questo modo.
L’artista marziale sei tu: trova la via di mezzo tra conflitto e confronto… e vivrai molto più sereno!
Te lo auguro di cuore.
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