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Articoli irrispettosi che giustificano i femminicidi: l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige interviene

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

All’interno del blog ne abbiamo parlato spesso: una donna ogni tre giorni viene ammazzata in quanto tale dal suo compagno/marito/ex. Questo fenomeno dilagante si chiama femminicidio.

La cosa che più sconcerta è come tali notizie vengano trattate dalla maggior parte dei giornalisti delle più importanti testate italiane. All’interno di quella cultura misogina che rende le donne il bersaglio per lo sfogo della frustazione maschile, troviamo anche le continue giustificazioni verso uomini che compiono terribili azioni nei confronti di compagne di vita, viste esclusivamente come oggetti da possedere.

Gelosia, disperazione, depressione, passione, raptus. Queste le parole che troverete più soventemente nei titoli e negli incipit degli articoli: prima della notizia arriva sempre e comunque la giustificazione!

Ecco una serie di articoli raccolti in questo ultimo anno:

Articoli irrispettosi che giustificano i femminicidi: l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige interviene

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Ricordiamo che non c’è giustificazione per un uomo che ammazza una donna perchè tale, in una cornice di odio per l’autodeterminazione femminile e di mancanza di considerazione delle donne come persone con eguale libertà di pensiero e di scelta.

Proprio il mese scorso si è resa necessaria, per via dei dettagli sulla vita sessuale di una donna di 65 anni vittima di femminicidio a Merano, comparsi su un articolo, una nota sul linguaggio lesivo della dignità della donna che è ora “in evidenza” sulla home del sito dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto-Adige. Il Consiglio ha scritto infatti ai direttori e alle direttrici delle testate e emittenti della regione la seguente lettera:

Trento, 25 luglio 2012

Ai direttori e alle direttrici

delle testate ed emittenti

del Trentino-Alto Adige/Südtirol

Cari direttori e direttrici,

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige esprime a tutti i colleghi la sollecitazione ad utilizzare nel loro lavoro un linguaggio che sia attento e non lesivo della sensibilità dei lettori e degli ascoltatori soprattutto nel trattare argomenti legati alla cronaca nera. In particolare nell’affrontare notizie, purtroppo sempre più frequenti, che riguardano violenze subite dalle donne.

Nell’esprimere questa sollecitazione il Consiglio dell’Ordine ha tenuto conto delle osservazioni pervenute da parte delle operatrici dei Centri antiviolenza e Casa delle donne, dal movimento locale di Se Non Ora Quando, a seguito delle cronache del recente omicidio di una donna nel Meranese. Cronache che in qualche caso sono state giudicate “irrispettosa sulle presunte abitudini sessuali della vittima” e contenenti “considerazioni moralistiche di stampo sessista sulla sua sfera privata”.

Il Consiglio dell’Ordine ritiene l’alto numero di “femminicidi” in Italia (gli omicidi in cui le donne vengono uccise dai loro compagni o ex compagni, perché si oppongono alla loro volontà) un dato sociale allarmante, frutto di pregiudizi sociali e culturali che i giornalisti possono e debbono contribuire a rimuovere.

Intende quindi accogliere la sollecitazione, che arriva dalla società civile, di un’assunzione di responsabilità da parte dei media nel fare informazione con maggiore rispetto alla dignità femminile e senza differenze moralistiche tra uomo e donna. Una sollecitazione in questo senso è espressa anche nel Decalogo della IFJ (International Federation of Journalists), sottoscritto anche dalla Fnsi nel 2008 a Bruxelles.

Consapevole che i salti culturali non si fanno con atti prescrittivi e censori ma con la buona volontà, il Consiglio invita pertanto i colleghi e le colleghe, i direttori e le direttrici, a porre maggiore attenzione e controllo all’uso di un linguaggio rispettoso e non sessualmente discriminante nell’informare sui fatti di cronaca che attengono allo stalking, alla violenza e alle uccisioni di donne.

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti

del Trentino-Alto Adige/Südtirol

In Italia vige una totale mancanza di rispetto nei confronti delle vittime di femminicidio, spesso colpevolizzate attraverso dettagli sulla vita privata e allusioni varie. Così si danno attenuanti ai mariti/compagni/ex, dipinti sempre come le vere vittime della situazione!

Pertanto ci auguriamo che l’esempio del Trentino Alto Adige sia solo il primo passo verso una presa di coscienza collettiva. Speriamo vi siano presto seri provvedimenti anche a livello nazionale!



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