Articolo 1

E’ il 1° maggio: la festa dei lavoratori.
E’ un evento che quest’anno ha un maggiore significato. Stiamo vivendo infatti un periodo buio: crisi economica, disoccupati in aumento giorno dopo giorno, imprenditori che si suicidano… senza dimenticare un’ altra grande piaga dell’Italia dei giorni nostri: le morti sul luogo di lavoro (dal 1 gennaio sono 163; ogni anno sono circa 1300).
Siamo in un periodo tragico e, contemporaneamente, accompagnato da grandi cambiamenti a livello sociale, economico…
E’ un periodo difficile, che va affrontato guardando in faccia la realtà, facendo anche grandi sacrifici se necessario.
Ma, soprattutto, allontanando le falsi promesse di chi intende speculare su un così grave problema. E promettere il lavoro è una falsa promessa, è un gesto da ipocriti. Un po’ come gli sciacalli che si aggirano tra le macerie dopo un terremoto per arraffare l’arraffabile.

Dunque, che il 1° maggio sia un giorno di speranza, di ripartenza per chi ancora è in cerca di un futuro e per chi invece, il futuro lo ha visto perduto dopo aver letto una lettera di licenziamento.

Concludo con queste parole:
<<L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro>>. Sono parole di una vecchia ma arzilla signora: la Costituzione Italiana.