Artigiani della qualità, uno degli slogan pubblicitari più utilizzati da una marca di divani, si applicherebbe bene al gruppo di artigiani che confluiscono nell’OMA, Osservatorio dei Mestieri d’Arte, dando visibilità a modi tradizionali di fare che, senza l’OMA, andrebbero persi.
Dopo aver scritto una “Breve storia dei mestieri artigiani. La tradizione fiorentina”, Maria Pilar Lebole coordina le attività di OMA, con il sostegno dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e del presidente Giampiero Maracchi. Promuove il lavoro e la conoscenza degli artigiani con la rivista OMA, iniziative pubbliche, il blog OMA 20-40 per i giovani artigiani, e pubblicazioni speciali.
Come si costruisce una barca? Lo sanno i maestri d’ascia.
Come si prepara il cuoi per farne borse scarpe? Oltre alla guida OMA, c’è una scuola apposta “La Scuola del Cuoio” in Santa Croce, a Firenze.
Come si fanno le tarsie nel legno? Segreto svelato nel quaderno OMA n.12 (in uscita).
Quanti sono i giovani artigiani e cosa fanno? Scoprili qui.
Saperi tradizionali, che qualcuno ha sempre saputo fare, ma che, con l’evoluzione dei mestieri e della società contemporanea rischiano di essere dimenticati.
Molto carine anche le pubblicazioni di Giampiero Maracchi per il fai-da-te: dalle pantofole ai cappelli, dai sandali alle pianelle. Incentrati sulla tecnica, i Tascabili “insegnano come costruire manualmente e artigianalmente, promuovendo la rivalorizzazione della capacità inventiva soffocata dalla dilagante massificazione e omologazione contemporanea”.
Raccogliere sapere artigianale tradizionale, raccogliere modi di fare della tradizione, legati alla nostra storia e alla nostra cultura, questa la missione dell’Osservatorio dei Mestieri d’Arte.
OMA, dunque, perché il saper fare manuale passi alle nuove generazioni.
O possa essere un serbatoio d’idee per sviluppare una ‘nouvelle vague’ di occupazione.
Melissa Pignatelli
Il sito dell’ Osservatorio Mestieri dell’Arte
Nella Fotografia, Borse Marakita, artigiana in OMA 2040