Artisti salentini: Sergio Mandorino, pittore
16 settembre 2015 di Vincenzo D'Aurelio
S. Mandorino, Paesaggio marino, olio su tela
Il maestro Sergio Mandorino, classe 1962, nasce a Soleto (Le) e si è formato presso l’Accademia delle Belle Arti di Lecce. Ha alle spalle una carriera trentennale costellata da apprezzamenti e riconoscimenti importanti come quello del 2004, concesso dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che lo ha insignito del titolo di “Ambasciatore artistico salentino nel mondo”. È principalmente un pittore paesaggista d’ispirazione post-impressionistica e costantemente dedito alla ricerca cromatico-materica.
L’opera di Mandorino è un’arte dalla pennellata robusta ma, al contempo, il tratto è semplice. Vivacissima nella cromia, essa è caratterizzata da una descrizione quasi geometrica delle immagini che, a tal fine, sono a volte enfatizzate da contorni neri ben distinguibili. Sono proprio questi gli elementi principali che permettono alle sue figure di mostrare un carattere di forte “solidità” la quale è ulteriormente accentuata dai chiaro scuri attraverso i quali, poi, l’artista ne eleva e ne struttura ancor più il soggetto-oggetto della sua opera.
S. Mandorino, Natura morta, olio su tela
I suoi disegni sono immediati ed espressivi, colgono il paesaggio o l’oggetto nella sua autenticità. Mandorino, però, pur realizzando un’impressione che appare riconoscibilissima nel vero, in realtà l’ha dapprima indagata profondamente e poi scomposta in forme e colori restituendo, così, un’opera che sembra pulsare di luce tanto da apparire viva. Questo processo psichico è il mezzo attraverso cui l’artista spinge il fruitore a ricostruire quell’opera stessa in un contesto immaginario personale che, però, diventa più ampio e più complesso ma comunque sempre calato in quell’ambientazione mediterraneo–salentina che l’artista particolareggia ed enfatizza nei dettagli degli scorci, nella scelta dei fiori, nella natura vegetale, nei balconi fiorati, nei classici muretti a secco della campagna. L’armonia presente nelle sue opere e gli equilibri dell’espressione cromatica sono abilmente fissati da un utilizzo ragionato delle fonti di luce naturale; una luce naturale che accarezza e invade, in angolatura certa e prospettica, ogni elemento raffigurato.
S. Mandorino, Paesaggio in bianco e nero, olio su tela
Vegetazione, barche e mare, uomini e volatili sono fissati in movimento e il tutto appare sempre tagliato da un leggero vento che dona all’osservatore la sensazione di un ampio respiro e di profonda immersione. La tipicità del paesaggio di Mandorino è proprio questa: respiro e completa immersione in ambientazioni semplici e piene di suggestioni. È indubbio che la sua produzione artistica porta in sé una fortissima componente spirituale e ciò proprio per questo connubio di luce e sensazione di respiri vitali che sembrano richiamare l’idea di un mondo dove la luce manifesta la bellezza e lo spirito divino delle cose. Un’idea, questa, che affonda le radici in quel panteismo rinascimentale il quale affermava “il mondo è pieno di Dio” vedendo l’immagine del Divino nella bellezza del Creato e la manifestazione di Dio in forma di luce. Mandorino ha fatto della sua arte un modo, sì, per raccontare il Salento e portarlo in giro nel mondo ma, principalmente, ha dato alla sua pittura un’anima e una forte tensione spirituale riuscendo a sostituire i colori alle parole e alle emozioni.