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Artisti salentini: Stefania Rizzo, pittrice

Creato il 07 settembre 2015 da Cultura Salentina

Artisti salentini: Stefania Rizzo, pittrice

7 settembre 2015 di Vincenzo D'Aurelio

raccon

S. Rizzo, Raccontami il tuo sogno, olio su tavola antica

La pittrice Stefania Rizzo nasce in Svizzera ma dopo pochi anni si trasferisce con la famiglia a Depressa di Tricase (Le). È un artista autodidatta la cui pittura travolge il fruitore per l’immediatezza e per la forza dei colori.

Rizzo riesce a vivere la pittura come esternazione del suo stato d’animo: una sorta di fuga psichica che filtra il reale creando immagini adatte a una lettura di tipo romantico. Al contempo, Rizzo è anche un’arte visionaria, dove “visionaria” è soltanto l’innaturalezza di certe cromie scelte che, comunque, permettono al contesto raffigurato di rimanere una realtà oggettivamente riconoscibile. È una pittrice di spazi caratterizzati dall’armonia e dove il connubio anima e Natura permette la figurazione di luoghi incantati, di luoghi dell’Io, di luoghi salentini letti con occhi sedotti. La sua pennellata è uniforme, decisa e poco materica, gli spazi sono profondi e gli orizzonti infiniti. Attraverso il colore Rizzo trasmette l’intensità del suo stato emozionale che si pone, dunque, tra l’osservazione netta del luogo e l’esternazione di sentimenti che cercano ancora soddisfazione o che ne testimoniano l’appagamento. Tra paesaggio naturale e paesaggio “visionario” c’è un nesso che è dettato dall’enfasi della cromia quasi a voler manifestare un’immagine in cui è profuso un profondissimo senso di animismo e di energia vitale.

notturno

S. Rizzo, Notturno in Terra di Puglia, olio su tavola

Sarà questo modo di interpretare la sua natura interiore, che nella sua arte è oggettivamente intangibile ma psichicamente onnipresente, che permette di dare una lettura sofisticata all’opera di Stefania Rizzo. Una lettura sofisticata nel senso della “ricercatezza dell’immagine”  perché essa è a tutti gli effetti un’investigazione costante e affannosa mirata a fissare nelle figure un’espressione che sia segno di vita: sia essa un fiore, un fascio d’erba al vento, sia una rarissima presenza umana, sia una finestra spenta e illuminata da luci cosmiche. Nell’opera di Rizzo la ricerca dell’immagine interiore da esternare attraverso la pittura sembra una sorta di metamorfosi del bello della vita che, appunto, si trasforma con impressioni di rossi caldi e con quelle di freddi blu e viceversa ma caratterizzanti sempre scene di quiete e di silenzio. Sono proprio la quiete e il silenzio i vettori che elevano l’opera di Rizzo in una poetica di solitudine e catarsi. La solitudine della sua opera è una solitudine artistica ricercata perché è quel silenzio, quel raccoglimento in sé, quella contestazione del rumore che la realtà produce, il suo più alto momento lirico che trova poi sfogo in uno spazio pittorico dove il confine degli orizzonti è sfumato e dove le coordinate spazio-temporali sono dilatate. Stefania Rizzo è una pittrice introspettiva che ha trovato nell’arte il modo di veicolare i sentimenti umani riuscendo a plasmarli in immagini di ulivi, di campi, di lune, di visioni terribilmente accese di luce stellare.

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S. Rizzo, Dreaming. Una notte, infiniti cieli, olio su tela

La sua opera mira a raggiungere l’essenza più nascosta del fruitore e per questo nella sua pittura è facile perdersi e ritrovare il senso più profondo della propria esistenza o, meglio, della propria Natura. Anche il suo Salento, pertanto, nelle visioni di Stefania Rizzo addiviene a uno stato d’animo che si trasmuta in vento o brezza marina, sole rosso e cielo infuocato, intersezione di oggetti vaporosi e colori, entità floreali e spazi inondati da una luce quasi accecante.


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