Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né un posto né uno scopo. Non abbiamo la grande guerra, né la grande depressione. Beh quella ce l’abbiamo e se proprio non vogliamo chiamarla grande, chiamiamola grandina, di medie dimensioni, ma comunque fastidiosa. Fight Club non è mai stato così attuale: preferiamo crogiolarci in fila davanti agli Apple Store in attesa di prenderci il nostro I-Phone 5 tanto desiderato.
“In fondo me lo merito, me lo sono guadagnato quel TelefonoSparaLaserCheFaLeFotoFigheEFaLaCaccaComeMe… ho lavorato duramente”
Ed ecco allora che ritorna Fight Club: tu non sei il tuo lavoro.
Ma se non c’è lavoro non ci sono soldi; e allora: tu non sei la quantità di soldi che hai in banca.
Siamo dunque rapiti dalla stimolazione mediatica a metterci in fila: per comprare l’I-Phone, per entrare in graduatoria, per poter lavorare. Non saremo una generazione fortunata, probabilmente non siamo nemmeno una generazione di mezzo della storia… siamo la generazione che sta in fila. Questo è poco, ma sicuro.
Non avremo dunque la grande guerra né una esagerata depressione, “la nostra guerra è quella spirituale” dice Brad Pitt nel film; può darsi, se non altro la nostra guerra è quella per il nostro futuro, ma non quello limitato all’uscita del prossimo I-Phone 6.
Ci sono tutti i motivi per essere incazzati: maccavolo si tratta del nostro futuro. Eppure nulla. Siamo sempre in fila. Mai incazzati veramente.
Forse siamo ormai abituati alla precarietà e il futuro non riusciamo nemmeno a immaginarlo come concetto. Forse siamo anestetizzati: “finché le Veline ballano, finché la Apple sforna prodotti tecnologici pazzeschi, finché <<In Radio c’è un pulcino…>>… di cosa dovrei mai preoccuparmi?”
E’ una canna gigantesca. Un’erba prelibata, che non si compra con gli euro, ma con il nostro tempo. 10 mesi al grammo. Ma anche stavolta, se cerchiamo un colpevole non c’è che da guardarsi allo specchio.
Non ci sono nemmeno più gli sfattoni di una volta che gridano “Fuck the System”; i più arditi oggi diventano vegetariani o vegani, aprono un bar in Polinesia o, appunto, comprano un nuovo I-Phone. Questi ultimi forse sono i più arditi di tutti: comprando un nuovo I-Phone corri sempre il rischio di ritrovarti un oggetto obsoleto nel giro di pochi mesi. E allora di nuovo in fila.
Oh Tyler, vorrei tanto essere malato quanto Edward Norton e vederti apparire qui accanto a me.