Si sono aperti in questi giorni, in contemporanea, due importanti processi,rispettivamente ad Arusha, in Tanzania, e a Francoforte, in Germania.
Si tratta di processi a carico di alcuni ruandesi responsabili di strage e crimini di guerra, compiuti nel corso dell'ultimo genocidio, che la nostra Storia ricordi dove ,a partire dall'aprile '94 ,sono stati uccisi circa un milione di tutsi ruandesi da parte di hutu, che avevano pianificato lo sterminio dell'etnìa politicamente rivale.
Ad Arusha è alla sbarra Idelphonse Nizeyimana,48 anni, ex-responsabile dei servizi segreti all'epoca.
Maschio, per altro, riconosciuto ufficialmente membro di Akazu, un gruppo paramilitare che organizzò diversi agguati mediante le cosiddette feroci e spietate milizie "interhamwe".
Il Tribunale penale internazionale per il Rwanda(TPIR) di Arusha lo ritiene altresì responsabile anche dell'assassinio di Rosalie Gicanda, regina tradizionale e riconosciuta dei tutsi.
Un simbolo , insomma, della passata monarchia prima dell'avvento in Africa del colonialismo occidentale.
Altro sottoposto a giudizio, sempre ad Arusha e nell'immediato,sarà invece il pastore pentecostale Jean Uwinkindi.
Numerosi restano però ancora i latitanti.
A Francoforte piuttosto, e per la prima volta, è alla sbarra l'ex-sindaco di Muvumba, Onesphore Rwabukombe, in carcere dal 1998, cui fu negata l'estradizione in Rwanda, responsabile di tre massacri, nel corso dei quali furono uccisi almeno 3730 tutsi rifugiatisi in una chiesa.
Sono previste attualmente al tribunale penale di Francoforte almeno 42 udienze.
Il numero dei genocidari, rifugiatisi in Germania, comunque non è finito qui.
Si sta, finalmente, lavorando, tanto in Africa quanto in Europa, per rendere giustizia ai morti.
E questo è già un bel passo in avanti.
Mai più sangue di vittime innocenti, mai più genocidi nel Paese delle" mille colline"!
Questo è quello che gridano i morti.
Essi, infatti, cercano pace e non vendetta.
Riconciliazione possibilmente.
Com'è giusto che sia.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)