Arusha la conosciamo per essere la sede africana del noto tribunale penale, da sempre impegnato nelle condanne per crimini commessi contro il rispetto dei diritti umani nel continente africano .
E’ una cittadina molto accogliente, di cui dice un grande bene, ad esempio, il magistrato Silvana Arbia, oggi in servizio a L’Aja, nel suo libro autobiografico, in cui racconta del genocidio in Rwanda e della sua professionalità impegnata, per anni, a stanare e a condannarne i responsabili, risiedendo proprio ad Arusha.
Ebbene la mala pianta del fondamentalismo islamico, che continua ad aggredire a destra e a manca l'Africa, senza farsi troppi scrupoli, si è manifestata ieri, domenica.
E, guarda caso è toccato ad Arusha, nel nord del Tanzania ,con un attentato inaspettato ai danni di una chiesa cattolica.
E la cosa sul serio ha preoccupato e ha lasciato stupiti un po’ tutti.
E questo perché non è molto che anche a Zanzibar, nell’isola a maggioranza musulmana, è stato ucciso da ignoti malviventi un prete cattolico, atteso addirittura sulla soglia della sua parrocchia.
Sta di fatto che, ieri mattina, intorno alle 10,40, ora locale, un ordigno ( forse una bomba a mano) è esploso nella chiesa, che doveva essere di lì a pochi minuti inaugurata dal vescovo del posto.
Una chiesa, che è situata nella periferia cittadina.
Le conseguenze sono state un morto e parecchi feriti, colpiti dalle schegge.
Le forze di polizia stanno indagando,a detta dei media, che hanno subito informato l’opinione pubblica. E c’è stato anche un fermo.
Questo, però, non è sufficiente al momento a tranquillizzare la gente, che si è sempre mostrata ospitale e niente affatto portata a discriminare in ambito confessionale.
Infatti, in tutto il Tanzania, fino ad ieri, le differenti confessioni religiose hanno sempre convissuto in pace. Senza pestarsi i piedi. E ciò, quasi certamente, anche per merito di Julius Nyerere, un presidente molto “speciale”, a suo tempo, con la “sua” gente. Un “padre”. Non solo un politico.
Ecco perché è inevitabile che in queste ultime ore cominci a montare una certa inquietudine nel Paese. E che nascano paure legittime.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)