Arvedi, dall’assemblea di Spinadesco la richiesta di un incarico a un ente indipendente per fare le analisi

Creato il 22 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Calda, afosa, senza ventilazione, la palestra di Spinadesco si trova sotto una tensostruttura e non sembra il luogo adatto a un’assemblea di un centinaio di persone.

assemblea vivace e partecipata a Spinadesco

L’acustica è pessima, la calura si concentra verso il centro della sala, fra una porta da calcetto e l’altra: al di sopra di queste i canestri da basket, rialzati. E’ curioso che proprio un luogo simile sia stato messo a disposizione dal Comune per una circostanza così seria: il caso Arvedi e la presentazione di un libro su un’inchiesta mantovana, che parla di diossina finita in un inceneritore di Mantova. Il Movimento cinque stelle non se l’aspettava un caldo simile: l’areazione non c’è, l’unico movimento d’aria è possibile coglierlo al volo, all’esterno.

“Senti, ma senti, che cosa si può capire di un argomento simile, con questo caldo! Vada a chiederglielo ai relatori, che cosa capisce la gente della diossina, ci vuole una laurea, e come si fa ad associare Seveso a Cavatigozzi”. Il tono è divulgativo: mentre si parla di effetti cancerogeni della diossina e di tumori del sangue qualcuno parlando col vicino di sedia commenta che “Arvedi sa sempre tutto, qui ci sono i suoi dipendenti, non gli sfuggirà nulla”. Anche il sindaco di Cremona saprà tutto, probabilmente gli basta l’assessore all’ambiente Francesco Bordi, che lamenta anche lui la difficoltà degli argomenti. Bisogna concentrarsi. Parla prima l’ingegner Paolo Rabitti, autore del libro “Diossina: la verità nascosta”, poi la dottoressa Patrizia Gentilini, oncologa ed ematologa, quindi la giornalista Maria Teresa Puliti e infine Alessandro Tegagni del Movimento cinque stelle.

Chi stenta ad ascoltare conversare. Un residente si lamenta dei rumori notturni, un operaio dell’Arvedi gli spiega che “dipende da chi aziona le ruspe per spostare i rottami. Chi sta attento non fa rumore, qualcun altro invece per il sonno o altri motivi lascia cadere il rottame e si sente il rumore, ma non è colpa del ciclo produttivo”. Si cerca di capire che succede e perché tutti litigano con tutti. Ma chi quei rumori li sente un problema ce l’ha.

Dopo l’intervento di Gianmario Denti (Uilm), che abbiamo definito corporativo e persino squadrista (qui), per il tono estremamente duro (“chi sbaglia deve pagare”, ma chi, della povera gente che ha chiesto verifiche?), l’ingegner Paolo Rabitti propone il meglio del meglio, apprezzato da molti in sala: “Perché non dare un incarico di effettuare le analisi a un ente indipendente?”. E’ quel che chiede il centrosinistra da tempo (Marco Pezzoni e Luciano Pizzetti, il primo un ex parlamentare, il secondo suo successore), ma solo. Occorre l’intervento di un’istituzione terza e servono occasioni di pacifico confronto fra le parti: il clima di guerra dovrebbe finire, comeforse tutti desiderano, e possibilmente senza vittime né spargimento di sangue. Di industrie c’è bisogno, come di serenità a Cavatigozzi e Spinadesco.

Maria Teresa Puliti viene accusata da fervidi arvediani di averne combinate troppe: “Da quando c’è quella signora qui non si sta più in pace, è sempre lei di mezzo”. Semplicemente Maria Teresa Puliti, giornalista professionista in pensione, ha lavorato per varie testate, ma anche alla Disney, dove l’ecologia un significato a suo modo ce l’ha, fiabesco, da bravi ragazzi romantici. E la Puliti non fa altro che sottolineare che “Arvedi produce diossina entro i termini di legge e quindi è in regola, ma la diossina la produce, in quantità piccolissime. Non sopportiamo che si dia dei ‘criminali’ a cittadini che chiedono verifiche, polveri e odori li producono tutte le fabbriche. Bisogna trovare il modo di convivere. Le autorità ci vogliono imbavagliare ma non abitano qui”. E segnala la lontananza della Regione Lombardia, dell’amministrazione provinciale, dei Comuni interessati… dell’Arpa… Maria Teresa Puliti sottolinea che l’ampliamento dell’attività è stato fatto senza la Valutazione d’impatto ambientale (Via), e che l’attività produttiva è definita dall’Arpa di interesse rilevante per quel che riguarda il monitoraggio ambientale della stessa agenzia regionale, i cui massimi dirigenti vengono nominati direttamente da uomini politici come Roberto Formigoni.

“Ma chi ha chiesto la Via?” chiede Puliti, e nel video diffuso per presentare l’assemblea ripeteva la domanda: “Chi difende i cittadini?”. Clima assai difficile. Sono stati effettuati diversi ricorsi al Tar: e i firmatari appaiono in numero decrescente, da 90 a 80 a 40 ecc. fino agli ultimi otto, che attendono ancora un’ordinanza dal Tribunale amministrativo regionale di Brescia. Per il resto si procede con i controlli sulle emissioni compiuti dall’azienda e dalle autorità locali, come l’Arpa di Cremona, l’Asl. Puliti denuncia “il deprezzamento del valore delle case a causa di tutto questo: molti se ne vorrebbero andare, ma non trovano chi compra”. Dal pubblico interviene un signore: “Non è vero, si sono rivalutate del 30%”.

“Per l’Asl – continua Puliti – la provincia di Cremona è al terzo posto in Italia per il tasso di mortalità da tumore e al primo per il tasso di mortalità da tumori allo stomaco. L’emissione di diossina consentita dalla legge è bassissima, si tratta di quantità piccolissime, si parla di miliardesimi di grammo, ma le diossine si accumulano. Si sa poco di quel che producono le acciaierie, l’Arpa dice poco e per avere i documenti bisogna anche pagare”. Puliti ha anche proposto la creazione di una rete di cittadini fra la zona dell’acciaieria e altre aree italiane toccate dal medesimo o da simili problemi, considerata l’assenza delle istituzioni. Il sindaco di Cremona, ad esempio, non ha mai ricevuto una delegazione di cittadini di Cavatigozzi.

Alessandro Tegagni del movimento cinque stelle, riferendosi alla protesta di Denti della Uil metalmeccanici, che portato una lettera in Procura per chiedere chiarezza e decidere “qual è la verità”, chiarisce che “nessuno vuole chiudere l’acciaieria Arvedi, alla quale chiediamo solo di regolarsi per convivere pacificamente con i cittadini”.

Di fatti nessuno ha mai invocato la chiusura della fabbrica. Chi vuole togliere il lavoro a molte persone? Chi è così scriteriato? La richiesta è una convivenza finalmente tranquilla.

Giuseppe Torchio non mancava, e come Francesco Bordi, c’era anche il sindaco di Sesto Carlo Vezzini, ma anche consiglieri comunali di Cremona e altri esponenti di organi elettivi.

Distribuiti in sala i volantini del movimento cinque stelle,  la lettera di Ezio Corradi tagliata dal giornale La Provincia, il comunicato di L’Altra Lombardia, con l’intervento di Isde – Medici per l’Ambiente, sezione di Cremona, ovvero Angelo Angiolini, Federico Balestreri e Tiziano Talamazzi. Il volantino di Isde merita di essere ripreso a parte: evidenzia comunque che la diossina ha un’elevata tossicità, “tanto che si ritiene tollerabile l’introduzione giornaliera di di soli due picogrammi di diossina per kg di peso corporeo. Un picogrammo vale un miliardesimo di milligrammo”. Inoltre i Medici per l’ambiente notano che “i cittadini parlano giustamente del limite europeo è di o,10 ng per metro cubo, e non di quello adottato da Regione Lombardia. Come vediamo un paio di rilievi degl 2009 (secondo tabella pubblicata dal quotidiano La Provincia) superano comunque gli 0,10 ng per metro cubo (0,16) e quindi non sono ‘bel al di sotto’ del limite di legge”.

p.z.

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