Arvedi proprietario di Avvenire per l’1,26% in una santa alleanza editoriale con banchieri e industriali

Creato il 19 novembre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

avvenire arvedi assetti proprietari_ imprese richiedenti contributi AGCOM 2012 – 22-09-2014

Banche, industrie, Fondazioni religiose. Abete, Arvedi, Matarrese, Bazoli… Gli azionisti di Avvenire sono una galassia particolarmente variegata e numerosa, cui si aggiunge da anni lo Stato, dato che cliccando il link soprastante si apre l’elenco degli assetti proprietari delle testate giornalistiche che hanno chiesto contributi al ministero della Giustizia, che li eroga. L’industriale cremonese (a pag. 43 nell’elenco delle testate) pare tra i più generosi verso il giornale della Conferenza episcopale italiana, e ha dimostrato notoriamente impegno economico a favore anche della diocesi di Cremona, donando una casa di riposo e compiendo vari lavori di ristrutturazione di chiese. Sarebbe un lungo elenco. Il vescovo di Cremona può essere libero nei confronti di un donatore così forte? Fortunatamente non ci sono contrasti. Rimane un dato: a Cremona c’è un industriale forse troppo forte per le istituzioni cittadine. Avvenire, con i suoi potentissimi editori (non le parrocchie, i banchieri e gli industriali) è come un gruppo di forza, un club molto influente. Ma i cittadini hanno votato il sindaco Gianluca Galimberti. Solo lui può rappresentare i cremonesi e nessun altro. Il cammino del sindaco, serio ed equilibrato, prudente, avveduto, capace, chiaro, sarà arduo e meritevole di sostegno.

La sovranità è dei cittadini, che la esercitano tramite le istituzioni: la libertà di editoria e la disinformazione indebolisce però lo status di cittadinanza. Avvenire stenterà a criticare gli industriali, se mai volesse. L’azione di Avvenire, spesso fieramente ostile alle politiche laiche e alla manifestazione di laicità dello Stato, si rivela un esercizio di potere e di influenza che vista la debolezza dello Stato trova scarso contrasto, se non forse nell’indifferenza degli italiani in materia di religione.

Tra i molti proprietari non manca Italcementi, un nome che parla da solo, e ci sono anche parrocchie, pie fondazioni, seminari…. Forse sono presenti nell’assetto proprietario tutte le diocesi italiane. Spiccano alcuni nomi potenti. Il socio principale è la stessa CEI tramite il 75% della Fondazione Santi Francesco D’Assisi e Caterina da Siena. Ma senza quel 25% e i contributi statali è difficile la vita. Alcuni s’indignano perché ci sono giornali che vivono anche di contributi pubblici. Questo blog no. Il problema reale è che non esiste una libera Chiesa in libero Stato, ma una Chiesa forte in uno Stato fragile e autolesionista.

Su Avvenire, per quel che riguarda Cremona, si è potuto leggere un articolo dedicato a un intervento dell’ex presidente della Provincia Massimiliano Salini, che sosteneva che i cittadini sarebbero stati contenti di veder cancellare subito l’ente da lui presieduto. Purtroppo per lui l’ente c’è ancora e sta lavorando, grazie al presidente Carlo Vezzini, anche per migliorare l’ambiente, anzi il Creato, che Massimiliano Salini tutelava in modo molto personale, battendosi per autorizzare una cava a Pianalto della Melotta e “verificare la possibilità” di una discarica d’amianto a Cappella Cantone.

Non sarà Avvenire a darci molte notizie su Cremona, per quanto l’industriale cremonese sostenga.


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