Arvedi, rispunta la possibilità di una centrale elettrica

Creato il 06 ottobre 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Torna la possibilità che l’industria siderurgica Arvedi ottenga la centrale elettrica di cui ha sempre avuto bisogno e che ha tentato di realizzare nel decennio scorso, avviando la procedura con Aem e la francese EdF. L’8 agosto di quest’anno il dirigente del settore Ambiente dell’amministrazione provinciale Andrea Azzoni ha scritto ai sindaci di Cremona e di Sesto ed Uniti, e per conoscenza alla stessa Snam, un’email di posta elettronica certificata, equivalente a una raccomandata, con la quale avvisa che Snam Rete Gas ha chiesto di iniziare il procedimento che va sotto il titolo “Allacciamento Acciaieria Arvedi di Cremona”.

Snam Rete Gas, come risulta dall’email del dirigente Azzoni, chiedeva nello stesso tempo di dichiarare la pubblica utilità dell’intervento, la conformità urbanistica e la possibilità dell’esproprio. Il progetto della controllata di Eni, azienda a partecipazione statale, era stato protocollato in Provincia il 15 luglio.

Poche righe sotto il testo di Andrea Azzoni spiega le intenzioni esplicite dell’azienda che gestisce metanodotti: garantire il trasporto dei quantitativi di gas richiesti, valorizzare il mercato industriale, sviluppare l’uso di combustibili puliti (il metano) ma anche l’uso termoelettrico e civile nell’area di Cremona e provincia. Nei ritagli di schermata che seguono si può constatare la richiesta della controllata di Eni.

(nella foto in alto una veduta dell’acciaieria. Si nota sullo sfondo la quantità di rottami destinati

Il documento del settore Ambiente può essere letto cliccando qui.

Un’industria che vuole costruire una centrale per i propri consumi non è un’eccezione. La questione aperta è quella di sempre, mai risolta. L’acciaieria si trova in un’area industriale fra Cremona e Spinadesco a pochi metri dalle case più vicine.

La centrale a turbogas voluta nel decennio scorso non venne realizzata in seguito alla contraddizione storica della posizione dell’acciaieria. Allora si parlava del decreto Sbloccacentrali e di autorizzazioni date direttamente dal ministero, superando così le resistenze degli enti locali. Lo Sblocca Italia, se diventerà legge, ricorda già nel nome il programma del governo Berlusconi di quei tempi. Era un luogo comune che il costo dell’energia penalizzasse le aziende italiane. Nulla di più vero. I cittadini però comprano case in centri abitati dove ritengono di vivere serenamente. Entrano in conflitto così due interessi sì leciti, di cui uno, quello dello dello sviluppo industriale, economicamente e politicamente molto forte, mentre i diritti dei cittadini nella legislazione di questi anni arretrano, per effetto della crisi e dei metodi scelti dallo Stato e dall’Unione europea per rimediarvi.

L’acciaieria Arvedi, una volta fermata la centrale a turbogas, ha acquistato elettricità francese.

E’ un periodo in cui Arvedi ha bisogno sia di espandersi, come avviene a Trieste, dove investirà nel terminal portuale, come riferisce “Il Piccolo”, sia di tagliare le spese se possibile.

La richiesta di Snam, trasmessa dal dirigente del settore Ambiente, riporta anche la lunghezza del metanodotto, 2.941 metri, oltre all’elenco degli immobili da occupare temporaneamente e da asservire. Da Sesto e Uniti la conduttura arriverebbe a Cremona, all’acciaieria, un’industria dunque ancora una volta in espansione.

L’occasione dell’allacciamento Arvedi al metanodotto Snam coincide poi con la realizzazione del metanodotto Cremona-Sergnano, che fa parte del Cervignano D’Adda (Lodi)-Zimella (Verona). A propria volta quest’opera si collega a stoccaggi e centrali della provincia di Cremona, in un percorso molto più ampio, come prevede il progetto nazionale Italia Hub internazionale del gas.


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