Asaf è un ragazzo israeliano classe 1980 che fa il cantautore da circa 6 anni. È vissuto nel perfetto anonimato fino a ché un dj tedesco ha remixato un suo brano (Reckoning song) e quel pezzo ha fatto il giro del mondo. Il ragazzo (quelli dell’80 sono ancora ragazzi, chiaro?!) ha una particolarità che lo distingue da chiunque altro in vita in questo momento (almeno tra quelli che conosco io): una voce che fa paura….. non è assolutamente attribuibile al corpo di uomo mingherlino che ci si vede davanti… non si capisce come possa uscire tutta quella graffiante potenza rock da quella bocca. Da molti la voce di Asaf è stata paragonata a quella di Janis Joplin con qualche sfumatura alla Jeff Buckley e sentendolo dal vivo per la prima volta, con un po’ di imbarazzo devo dire che questi paragoni altisonanti, che inizialmente mi parevano un po’ bestemmie musicali, sono assolutamente fondati. Asaf conosce questo grande dono che ha e lo sfrutta bene. Sa impressionare il pubblico con improvvise urla, vocalizzi acrobatici, inaspettati colpi di voce, senza nessun preavviso. Ogni pezzo può diventare una sorpresa e stupire. Ho apprezzato molto anche i musicisti della band e il sound rock west coast che hanno prodotto tutti insieme: ne avevo bisogno. Anche i pezzi di Avidan sono belli e ricercati, anche se i testi sono certamente adombrati dalla qualità vocale che lascia sbigottiti. Asaf inoltre è molto bravo a favorire l’empatia con il pubblico. Racconta storie, parla molto, coinvolge nei pezzi: questa qualità è sempre molto apprezzata in un concerto. Ho ancora nelle orecchie la chiusura esplosiva con “Her lies”, un perfetto modo di trasformare rabbia e delusione in poesia rock! Sentiremo parlare molto di Asaf Avidan nei prossimi anni, ne sono sicuro.
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Asaf è un ragazzo israeliano classe 1980 che fa il cantautore da circa 6 anni. È vissuto nel perfetto anonimato fino a ché un dj tedesco ha remixato un suo brano (Reckoning song) e quel pezzo ha fatto il giro del mondo. Il ragazzo (quelli dell’80 sono ancora ragazzi, chiaro?!) ha una particolarità che lo distingue da chiunque altro in vita in questo momento (almeno tra quelli che conosco io): una voce che fa paura….. non è assolutamente attribuibile al corpo di uomo mingherlino che ci si vede davanti… non si capisce come possa uscire tutta quella graffiante potenza rock da quella bocca. Da molti la voce di Asaf è stata paragonata a quella di Janis Joplin con qualche sfumatura alla Jeff Buckley e sentendolo dal vivo per la prima volta, con un po’ di imbarazzo devo dire che questi paragoni altisonanti, che inizialmente mi parevano un po’ bestemmie musicali, sono assolutamente fondati. Asaf conosce questo grande dono che ha e lo sfrutta bene. Sa impressionare il pubblico con improvvise urla, vocalizzi acrobatici, inaspettati colpi di voce, senza nessun preavviso. Ogni pezzo può diventare una sorpresa e stupire. Ho apprezzato molto anche i musicisti della band e il sound rock west coast che hanno prodotto tutti insieme: ne avevo bisogno. Anche i pezzi di Avidan sono belli e ricercati, anche se i testi sono certamente adombrati dalla qualità vocale che lascia sbigottiti. Asaf inoltre è molto bravo a favorire l’empatia con il pubblico. Racconta storie, parla molto, coinvolge nei pezzi: questa qualità è sempre molto apprezzata in un concerto. Ho ancora nelle orecchie la chiusura esplosiva con “Her lies”, un perfetto modo di trasformare rabbia e delusione in poesia rock! Sentiremo parlare molto di Asaf Avidan nei prossimi anni, ne sono sicuro.
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