Vi basti sapere che la regia di Malle è un qualcosa di strepitoso, ogni singola inquadratura viene dosata, ritmata e intersecata con estrema pignoleria nel racconto. Il quale, a sua volta, si sviluppa in tre grandi e tragici spezzoni. Ogni sguardo, ogni dialogo, ogni singolo movimento dei personaggi diventa parte importante e necessaria del racconto. Guardando Ascensore per il patibolo si capisce veramente cosa voleva dire Josef von Sternberg con la frase "la stessa aria diviene parte del risultato finale"... giuro. Pure prendendo il film sotto altri aspetti, al di là quindi della mera estetica o tecnica filmica, si denota che non siamo di fronte ad un film solo noir ma bensì ad una pellicola politicamente molto forte, con pesanti richiami alla situazione storica che la Francia stava affrontando (e cioè guerra in Algeria, guerra in Indocina e politica interna instabile), dove ogni personaggio, rappresentante di vari ceti e ognuno col proprio passato e il proprio presente, viene maciullato dalla pesante e impietosa scure di Malle.
Ascensore per il patibolo è un film a cui sta stretto pure la parola Capolavoro.
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