Esistono due dimensioni su cui noi dobbiamo crescere: quella verticale e quella orizzontale. Pure la croce, infatti, è composta da due tronchi. Quella verticale, che deve reggere quella orizzontale, è costituita dal rapporto che l’anima ha con Dio. Il rapporto con il prossimo, senza questa dimensione, perderebbe parte del suo senso. Deve esistere una priorità che non può cambiare, che deve diventare un punto fermo nella nostra vita. Nessuno può inoltrarsi in un posto sconosciuto senza un punto di riferimento fisso, rischieremmo di perderci e camminare senza una meta precisa. Questo sarebbe deleterio per l’anima che ha bisogno come il lattante, di punti di riferimento fermi. L’uomo ha sempre sentito la necessità di orientarsi, per non perdersi. Ricordiamo il popolo dei Fenici che aguzzarono il loro ingegno e seppero studiare le stelle e le usarono come punti di riferimento, perché fisse nel cielo e non soggette a cambiamenti. Così anche noi, nel cammino spirituale, dobbiamo possedere dei punti di riferimento. In questo caso è Dio. La nostra stella polare che, anche nella notte più scura, deve saperci guidare nel cammino della nostra vita verso quella eterna, nostra meta finale. La preghiera e il rapporto con Dio, sono la linfa vitale che scorre nel “corpo” della nostra anima, il sangue, la vita. Come il sangue permette la vita del corpo vivificando tutte le membra, così anche la preghiera vivifica la vita dell’anima e il suo rapporto con i fratelli. Questa è una dimensione importantissima. Dio ci ha messo accanto da sempre persone con cui dobbiamo rapportarci. Non possiamo davvero diventare delle isole… ma nemmeno possiamo rapportarci agli altri, senza l’anima dell’amore. Lo faremmo in modo egoista, cercando solamente il nostro interesse. Invece, Dio purifica il nostro rapporto con il prossimo, lo vivifica, gli dà il nutrimento per crescere e rafforzarci. Egli è la radice del nostro amore verso il prossimo. Una dimensione non può escludere l’altra.