Nella scuola odierna, sempre più multiculturale e multilingue, la diversità è un tema che va affrontato in modo particolare perché serve a chi lavora nell'ambito dell'educazione per favorire l'integrazione e la formazione delle nuove generazioni, e per monitorare i nuovi bisogni sociali ed educativi.
Nella scuola si è presi tutti i giorni dai problemi quotidiani della didattica, le verifiche, le pressioni dei genitori, ecc.; tanto che diventa difficile concentrarsi sulle dinamiche relazionali escludenti, dove pregiudizi e stereotipi condizionano il normale processo di integrazione, ed emergono invece difficoltà nell'essere accettati o nell'accettare, e nella gestione dei conflitti.
Nel corso della storia dell'umanità, sono sempre esistiti processi culturali orientati all'esaltazione dell'uguale, di ciò che è ritenuto conforme ad un modello convalidato come superiore e degno di essere da tutti imitato.
Oggi si parla molto di "globalizzazione". Con il termine globalizzazione si vuole indicare un processo avviato da tempo ma esploso con particolare intensità in seguito all'enorme sviluppo delle tecnologie infotelematiche e dei sistemi generali di comunicazione.
La globalizzazione ha generato una fitta rete di interdipendenze e interconnessioni a livello planetario, un'economia articolata su scala mondiale e una cultura transnazionale, rompendo il pensiero tradizionale dello Stato-nazione, e arrivando ad affermare che gli esseri umani sono ormai gli abitanti di un comune "villaggio globale".
Alla globalizzazione si collega un processo di omologazione culturale, con l'attenuazione delle specificità culturali espresse dai vari Paesi o regioni del mondo.
Coca-Cola, McDonald's e Barbie, per fare qualche esempio, indicano come tutti noi oggi viviamo in un mondo caratterizzato da sempre maggiore somiglianza, dove l’ omologazione del mercato produce omogeneizzazione di prodotti e di immagini di massa (cibo, vestiario, modalità sociali e ludiche, strumenti di comunicazione, ecc.).
Nonostante ciò, ogni cultura mantiene delle caratteristiche proprie che la rendono unica.
Il "multiculturalismo" ammette, e a volte valorizza, la compresenza delle diversità culturali.
Da una parte c'è la posizione di chi ritiene che ad ogni gruppo etnico vadano date risposte che salvaguardino la specificità delle differenti tradizioni culturali.
La scuola deve favorire l'interazione delle diverse culture, per cui i caratteri che le differenziano devono diventare una fonte di arricchimento per gli altri, e quindi essere motivo d'incontro e non di separazione.
Soprattutto per i bambini è più facile imparare se si sentono "accolti", cioè se hanno la percezione di appartenere al gruppo e di essere riconosciuti dagli altri.
L'apprendimento, soprattutto nei casi delle famiglie immigrate, e dei giovani che vengono trapiantati in una realtà nuova, si basa sull'accoglienza.
Nel mio saggio "Conflitto tra genitori e figli, la crisi del dialogo nella famiglia contemporanea", faccio riferimento anche per le famiglie italiane al bisogno dei giovani di essere ascoltati. Essi cercano il confronto per imparare, ma anche per capire quanto sanno e quanto possono fare in maniera autonoma.