ASG è l’acronimo di All Systems Go. Nei dodici brani di Blood Drive la cifra stilistica della band proveniente dal North Carolina viene espressa in modo convincente grazie a un buon amalgama di elementi differenti e a una produzione di ottima fattura. Opera di Matt Hyde, il quale in passato ha messo le mani su lavori di Monster Magnet, Slayer e addirittura Sum 41. Potrebbe apparire fuorviante, ma ognuna di queste band è in grado di mettere in luce le diverse sfaccettature di cui è composta la proposta di Jason, Jonah, Scott e Andy. I quattro musicisti offrono infatti una miscela che – pur ponendo le proprie basi su un rock duro e lievemente rumorista – volge spesso il proprio sguardo verso soluzioni pop, mostrando talvolta anche un filo di irruenza punk. “Days’s Work” è in questo senso rappresentativa dell’attenzione verso il contrasto esistente fra la durezza del suono delle chitarre e la costante ricerca di melodie accattivanti. “Scrappy’s Trip” pare voler richiamare alla mente certo indie rumorista, ma si evolve in una direzione più classicamente hard rock, la stessa presa più chiaramente dalla successiva “Castlestorm”. Quest’ultimo è il brano più diretto di Blood Drive, inoltre è quello in cui la voce di Jason si fa più ruvida, lasciandosi andare persino a brevi passaggi in screaming. A dispetto del titolo, “Blues For Bama” è introdotta da un bel giro acustico, sorretto da una voce narrante che l’accompagna verso lidi desertici, ma pur sempre dolci e dal sapore notturno. Calda e cullante, vanta un tappeto sonoro davvero riuscito e offre un ritornello che vi si stamperà in testa. Con “Earthwalk” si chiude la parte intimista del disco, il testimone passa allo stoner rock melodico di “Children’s Music”. Qui l’arpeggio iniziale lascia spazio a un brano vagamente doomy, la cui pesantezza viene ancora una volta ridimensionata dalle parti vocali e da un azzeccato break con tanto di assolo di chitarra. In fin dei conti in Blood Drive la componente zuccherosa tende ad avere la meglio su quella più prettamente rock, facendolo apparire come un lavoro appetibile anche per chi non frequenta queste sonorità. Se poi ciò sia effettivamente possibile dipenderà non tanto dalla buona qualità dello stesso, quanto da tutte quelle operazioni di marketing che volenti o nolenti finiranno per relegarlo ai soliti ambienti metal. Non è comunque detto che i potenti mezzi di cui dispone la Relapse non riescano a farlo arrivare a orecchie più ricettive…
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