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Ashkali, minoranza emarginata dei Balcani

Creato il 14 maggio 2013 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 14 maggio 2013 in Balcani Occidentali, Minoranze, Slider with 0 Comments
di Christian Eccher

MG 3354

A Veliki Hrt, un sobborgo di Novi Sad, in un campo senza elettricità, senza fornitura d’acqua e strade asfaltate, vivono circa duemila profughi dal Kosovo. Il 20% è di etnia rom e gorani, l’80% è composto invece da ashkali, una popolazione che nel IV secolo d.C. ha lasciato l’antica Persia alla volta del continente europeo. La maggior parte degli ashkali si è fermata nei Balcani, soprattutto nel Kosovo, dove tuttora vive; nel 2002 il governo serbo ha ufficialmente annoverato la componente ashkala nell’elenco delle minoranze nazionali, distinguendola così da quella Rom con cui viene spesso confusa.

Gli ashkali hanno una propria lingua (non sono madrelingua albanesi, come si legge spesso sui siti internet a loro dedicati), che si distingue da quella romanì per la presenza di termini e inflessioni arabe; sono musulmani e si riuniscono due volte all’anno, in occasione del giorno della Bandiera ashkala e nel giorno dell’Ashura. Indossano abiti colorati di bianco e di rosa. In Serbia e in Kosovo se ne contano quasi cinquantamila; in Serbia nell’ultimo censimento solo mille persone hanno dichiarato di appartenere alla componente ashkala. In realtà, il numero è sicuramente maggiore, anche se è impossibile stabilire quanti siano gli ashkali presenti sul territorio controllato da Belgrado. Molti di loro, infatti, si stanno a poco poco assimilando ai rom. Il problema è che gli Ashkali – tutti, non solo quelli di Veliki Hrt – vivono in condizione di estrema miseria e lottano quotidianamente per la sopravvivenza, abitano spesso a fianco dei rom di cui a poco a poco fanno propria la lingua e la cultura.

In Kosovo gli ashkali hanno programmi nella propria lingua sulle frequenze delle radio e delle televisioni nazionali e la possibilità di studiare il proprio idioma a scuola. In Serbia, invece, non hanno ancora alcun tipo di riconoscimento concreto, anche se nel 2000 le autorità serbe hanno supportato e promosso la fondazione della “Matica Aškalija”, vale a dire la “Società Letteraria degli Ashkali”, il cui scopo è quello di promuovere la lingua e la cultura di questo popolo sia in Serbia sia all’estero. I rapporti all’interno della “Matica” sono però molto tesi: alla fine del 2011, infatti, la maggior parte dei membri del Consiglio della Società ha nominato un nuovo presidente, Abedin Dino Toplica. Il vecchio presidente, Šemsi Jašari, si è però rifiutato di rimettere il mandato. Dato che la Segreteria per i Diritti Umani e delle Minoranze di Belgrado non ha ancora ratificato la decisione del Consiglio, la “Matica” è di fatto divisa in due, cosa che complica i rapporti all’interno del già debole popolo ashkalo.

La Società, in ogni caso, può dedicarsi poco alla salvaguardia della cultura nazionale: il principale compito a cui entrambi i direttori assolvono è quello di aiutare i profughi ashkali in termini economici e sociali. Il fatto che sia all’estero sia in Serbia gli Ashkali vengano spesso confusi con i Rom, gli albanesi e gli egiziani non può che passare in secondo piano di fronte alla miseria in cui vivono i componenti di questa minoranza. La “Matica” raccoglie fondi e li spedisce ovunque vi siano Ashkali in difficoltà; a Veliki Hrt, però, la Società ha destinato gli aiuti anche ai rom e ai gorani, senza distinzioni etniche.

Foto di Ikuru, Eastbound

Tags: ashkali, Balcani, Christian Eccher, Kosovo, minoranze Categories: Balcani Occidentali, Minoranze, Slider


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