Magazine Cinema

Asia Argento: La strega rossa

Creato il 11 maggio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Quarant’anni “questa è l’età in cui una donna comincia a vivere. Anche se ero già una donna a 17 anni, perché io sono una strega. Una strega rossa, rosso come l’amore.”

Si apre così il libro fotobiografico dedicato ad Asia Argento e presentato nella serata di venerdì 8 Maggio presso il Cinema Trevi in Roma. Si è trattato di una serata celebrativa, certo, ma non troppo, dove la ormai ex attrice nostrana, ospite d’eccezione e soggetto/oggetto dell’incontro ha parlato un pò di sè con aria divertita, a tratti un po’ imbarazzata, ma sempre certa, decisa, aperta. L’incontro, gremito di fans,  amici e addetti ai lavori si è svolto piacevolmente sotto la moderazione di Emiliano Morreale,  l’occasione giusta e buona per parlare di una Diva tutta italiana, così definita durante la serata da Morreale, un’etichetta glamour, se vogliamo, che sembra abbia divertito Asia la quale, dal canto suo, ha subito fatto intendere di sentirsi tutt’altro fuorché una diva in senso stretto, sciorinando con naturalezza la sua normale vita di  mamma e artista poco mondana, dedicata più a se stessa, ai propri affetti e alle proprie passioni.

Il libro Asia Argento: La strega rossa, già presentato in settembre alla Festa del Cinema di Roma, si presenta accattivante: il suo intento, quello dell’autore Stefano Iachetti,  è dichiaratamente quello di mostrare Asia per ciò che, forse, più autenticamente è, ossia una donna eclettica, affascinante, impegnata, interessata ed interessante, una musa a volte fragile, altre volte arrogante, colma di sentimento e voglia di sperimentare; una fotografa sui generis, il libro espone alcune sue gustose creazioni, una (ex) attrice coraggiosa, distante anni luce dagli standard recitativi comunemente intesi e, da quanto ha lasciato intendere, anche relativamente poco interessata alla carriera davanti la macchina da presa, nonostante gli svariati ruoli per suo padre Dario Argento, i due film di Abel Ferrara, New Rose Hotel, Go Go Tales  e l’episodio brillante Perdiamoci di Vista di  Carlo Verdone, tanto per citare solo tre dei registi con i quali ha collaborato, ma soprattutto una singolare regista appunto, con all’attivo solo tre lungometraggi peraltro molto discussi a partire dall’esordio, appena ventiquattrenne, con Scarlet Diva, sul quale lei si sofferma, un po’ fra il serio e il faceto, per dire quanto in patria, vale a dire qui in Italia, questa sua opera prima sia stata massacrata quasi all’unanimità da tutti, mentre in Francia, nazione sempre attenta e seriosa quando si parla di settima arte, abbia invece riscosso un certo successo inaspettato e forse anche po’ esagerato. Insomma il classico dalle stalle alle stelle.

Questa fotobiografia risulta dunque un purissimo omaggio che Stefano Iachetti, suo ammiratore di lunga data, ha voluto regalare ad Asia, un omaggio ad un personaggio da sempre frainteso, deformato dai media e forse anche un po’ dal pubblico, una donna dal riconoscibilissimo ed impegnativo cognome che si disinteressa delle varie etichette, se ne frega di quanto un film, un suo film, possa andare bene o male al botteghino, bensì sottolinea quanto sia importante e coraggioso, innanzitutto, realizzarlo e portarlo in giro nonostante i mille dubbi che si possano avere e i ripensamenti di sorta a film ormai ultimato. Dalle sue parole e dalle pagine del libro emerge quindi il ritratto di una piccola, vivace ribelle anarchica che fa quello in cui crede, bello o brutto che sia, capito o meno che sia, difendendolo, amandolo e criticandolo incondizionatamente proprio come quando, ripensando a Scarlet Diva oggi, si dice imbarazzata e a disagio nel riguardarlo, allo stesso modo in cui ognuno di noi potrebbe sentirsi a disagio nel ritrovarsi a sfogliare un vecchio album fotografico di famiglia dove magari il nostro look di allora può, nel presente vissuto e diverso, risultarci ridicolo.

L’incontro procede quindi fra chiacchiere svariate, onori e simpatici battibecchi anche sulla sua non proprio perfetta dizione (divertente in questo senso il siparietto con un vecchio fonico presente fra il pubblico che le ricorda come da ragazzina, sul set di Zoo di Cristina Comencini, fosse spesso incomprensibile tanto da dover ripetere alcune scene per diversi ciak) scorre veloce e non si dilunga più del dovuto, evitando così di scadere nel ridondante e la bella Asia, oggi molto diversa da quando aveva venti o trenta anni, conclude pensando, o per meglio dire affermando, di essere molto meno arrogante e più riflessiva di un tempo, ponderata e ridimensionata, le batoste, sia nella carriera che nella vita, l’hanno aiutata a maturare una più profonda umiltà e un più profondo senso autocritico, pur restando una donna di carattere. Non c’è più la necessità di strafare, di fare, si, con la giusta passione ed una equilibrata fermezza che ci aiutano ad andare avanti sempre, in ogni campo. E soprattutto, chiosa: senza sentirsi più…sto cazzo!

Manuele ‘Bisturi’ Berardi



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :