La vendetta è un piatto che si consuma freddo, dicono. il che fa un po’ a pugni con chi dice che il tempo guarisce le ferite. Sia come sia, non è un post sui proverbi questo, ma sull’ennesima caduta di stile della pallanuoto europea. Come già spiegato qualche settimana fa, la LEN ha deciso di cambiare le regole della Champions League introducendo il sistema delle wild cards, una specie di licenza concessa a otto squadre scelte in base a parametri sportivi ed economici. La formulazione esatta di questi parametri non è stata resa pubblica da subito, e qualche seguace del motto andreottiano sul pensare male avvertiva subito odore di trappola. E infatti…..
….infatti fra tutte le possibili discriminanti utilizzabili ne è stata inserita una che assolve perfettamente allo scopo di saldare i conti con i riottosi della scorsa estate: possono aspirare ad una wild card solo le squadre che abbiano partecipato all’ultima edizione della Champions League. Niente Primorje, quindi (per quanto lo Jug sarebbe probabilmente stato in vantaggio anche senza questo cavillo), e soprattutto niente Pro Recco. Così Volpi e Barreca imparano a contestare le istituzioni e fare scelte plateali. Uhm….davvero imparano?
Ora, credo che sul fatto che sia stata commessa una discreta porcata da parte della LEN siamo tutti d’accordo. Cavillare sulla mancata partecipazione alla CL 2012-2013 cancellando così le sette finali consecutive e le nove Final Four raggiunte nelle ultime nove partecipazioni (con otto finali e cinque vittorie) significa farla fin troppo sporca. Ma credo anche che certe reazioni scomposte non portino da nessuna parte. Passi la legittima nota di disappunto da parte della società, ma gli annunci di interrogazioni al parlamento europeo e le lettere di protesta dell’assessore regionale allo sport sono risposte fin troppo sopra le righe, e non giovano certo all’immagine della Pro Recco. Da tifoso di questa squadra credo che ci sia un solo modo di reagire alle scelte della LEN: scendere in acqua, giocare e vincere. Vincere tutte le partite, dai preliminari contro squadre improbabili fino alla finalissima. E godersi poi le facce che avranno quelli che ti hanno escluso quando dovranno premiarti. Nello sport si risponde coi risultati sul campo, ed è questo che mi aspetto dalla mia squadra. Il resto è solo rumore e polvere.