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Asimmetrie. Pensare e sentire oltre!

Creato il 02 febbraio 2010 da Pinomario
La nostra esperienza contemporanea è sempre più quella di soggetti che vivono in un tempo che ha smarrito i suoi dei, i suoi padri, i suoi eroi. Molti, però, vivono tale situazione da orfani. Sempre alla ricerca di “quadrature del cerchio”. Sempre a caccia della risposta alla domanda: perché? Sempre alla ricerca di ipotetiche, nuove ( o vecchie? ) simmetriche e armoniche configurazioni, in cui forzare la realtà! È proprio necessario vivere di nostalgie o di rimpianti? Non potremmo imparare a dire, invece di: perché?, perché no? Non potremo accontentarci, invece di solide e definitive legittimazioni, solo di possibilità? Perché non si potrebbe comunicare senza necessariamente firmare manifesti? Perché non si potrebbe parlare e negoziare sensi e simboli molteplici, senza per questo usare un unico codice? Perché non si potrebbero stabilire contatti, senza per questo fondare un partito? Perché non andare, insieme, alla ricerca di frammenti, senza per questo voler ricostruire città morte? Perché non si potrebbero dare informazioni e comunicare esperienze, senza per questo pretendere di trasmettere insegnamenti? Perché sentiamo il bisogno di dire, sempre, agli altri cosa fare?
Perché non produrre, moltiplicare, ampliare, veicolare linguaggi, creare spazi, senza per questo voler circoscrivere, delimitare e ridurre tutto a uno? L’illusione dell’unità si è frantumata da un pezzo!
Forse, oggi, occorrerebbe imparare a parlare, ridere, lavorare, amare, sperare, credere, comunicare, danzare, leggere, cantare, fare tutte queste cose insieme, senza stabilire moralistiche priorità o gerarchie! Forse, occorrerebbe imparare a percorrere le strade della città umana e ad inseguire le pieghe della realtà, senza fardelli, come donne e uomini liberi! Forse occorrerebbe anche imparare a recitare, sì, anche recitare: trasmutare, oltrepassare la monotonia dell’identità, che, spesso, genera violenza!
Saremo capaci, così, di prestare attenzione e aver cura di tutto ciò che è umano, di raccogliere voci, di rimandare echi, di riflettere colori. Non basta tutto questo, per i tempi nuovi che stiamo vivendo? Certo, potremo offrire e scambiare solo percorsi, non itinerari strutturati; tracce, non mappe; prospettive parziali e punti di vista continuamente negoziabili, non spazi strutturati e armonici. E allora? Qual è il problema?http://www.wikio.it

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