L’asma è una delle malattie più comuni dell’infanzia: in Italia soffre d’asma un bambino su dieci e tutte le proiezioni degli esperti la indicano come un problema in continuo aumento.
Fiato corto e sibili possono essere scatenati da infezioni delle vie respiratorie, fattori ambientali e allergie, ma indipendentemente dalla causa diventano un calvario per qualunque genitore: per sapere come comportarsi in ogni situazione e come gestire al meglio un bimbo con asma, la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI) ha da poco preparato un decalogo dedicato a mamme e papà, in cui trovare tutte le risposte ai dubbi più frequenti.
Decalogo:
- E’ importante saper riconoscere i sintomi, come tosse, difficoltà respiratoria, respiro sibilante o sensazione di costrizione al torace.
- Se i sintomi sono presenti per più giorni a settimana è sintomo che la malattia non è tenuta sotto controllo in modo adeguato ed è bene rivolgersi allo specialista.
- Se si sospetta che l’asma sia fuori controllo bisogna ricorrere alla ‘terapia del bisogno’, cioè broncodilatatori a lunga durata da assumere subito eventualmente in associazione con un cortisone per bocca.
- Modificare lo stile di vita, evitando fumo passivo, scorretta alimentazione e sedentarietà.
- Saper usare l’aerosol in modo corretto e le regole per il giusto dosaggio dei farmaci, spesso l’errore nel dosaggio è la causa dell’insuccesso della terapia, soprattutto in età scolare.
- Se l’asma è presente sia di giorno che di notte, se la terapia del bisogno si rivela inefficace o se il bambino ha anche difficoltà a parlare è bene ricorrere subito al pronto soccorso.
- E’ molto importante conoscere i fattori scatenanti dell’asma nel bambino: animali domestici, poveri e muffe, pollini o inquinamento, infezioni. Inoltre ricordare che il bambino può fare attività sportiva purchè vengano messi in atto comportamenti di prevenzione, ad esempio una pre-medicazione con broncodilatatore a breve durata.
- Sapere che l’asma è una malattia infiammatoria cronica ed è quindi importante portare avanti nel tempo una terapia di fondo antinfiammatoria per tenere la malattia sotto controllo.
- Conoscere l’effetto dei singoli farmaci per migliorare il controllo dell’asma.
- Tenere sempre sotto controllo con visite mediche regolari sia l’asma che la terapia che la funzionalità respiratoria.
La malattia varia molto da un bimbo all’altro: cambiano sintomi, frequenza e gravità delle crisi. In più l’asma, che ha una componente genetica e una ambientale, può manifestarsi in modo differente anche nello stesso paziente, nelle diverse fasi della crescita.
Un buon controllo dell’asma dipende moltissimo dalla conoscenza delle strategie di prevenzione attraverso l’uso di farmaci, l’adozione di comportamenti adeguati e la vita in un ambiente adatto al bimbo; anche l’educazione del singolo paziente e della sua famiglia è altrettanto importante.
Il documento vuole essere un punto di riferimento per aiutare i genitori e i bambini a vivere la malattia con consapevolezza ma senza privarsi di momenti di socializzazione e svago.
Purtroppo, infatti, i piccoli asmatici spesso vengono messi sotto una «campana di vetro» da mamme e papà che, comprensibilmente preoccupati che il bambino non vada incontro a crisi d’asma, spesso esagerano pur essendo in buona fede: ancora oggi a non pochi bimbi viene impedito di fare sport come i loro coetanei, giochi troppo «energici» fanno subito drizzare le antenne dell’ansia materna, le gite all’aperto in primavera sono affrontate con apprensione. Risultato, non di rado i piccoli asmatici si sentono «diversi» dagli amichetti.
I consigli vogliono perciò dare alle famiglie tutti gli strumenti per gestire la malattia nel migliore dei modi, senza però stravolgere la vita dei bambini. Non a caso uno dei dieci «comandamenti» spiega proprio come modificare le abitudini per ridurre il rischio di crisi d’asma sottolineando come, al contrario di quanto temono molti genitori, la sedentarietà sia «pericolosa» tanto quanto l’alimentazione scorretta o il fumo passivo (peggio ancora quello attivo, una volta cresciuti).
La prima «regola» invita poi i genitori a imparare a riconoscere bene i sintomi dell’asma per capire quando è necessario ricorrere alla terapia al bisogno: tosse, respiro sibilante, difficoltà respiratoria e sensazione di costrizione toracica sono i segnali da saper individuare al volo e trattare con l’inalatore.
Se i sintomi però ci sono per più giorni di seguito o più notti a settimana, l’asma non è sotto controllo e occorre andare dal pediatra per rivalutare la terapia. Per evitare le crisi è importante intervenire con i farmaci adeguati al primo segno di perdita del controllo.
In caso di crisi asmatica sì, subito, ai broncodilatatori a breve durata d’azione «eventualmente da associare al cortisone per bocca come da piano terapeutico indicato dal pediatra) che consentono di arrivare al Pronto Soccorso, se fosse necessario andarci, con una terapia già impostata.
Al Pronto Soccorso si deve andare se la terapia al bisogno non funziona e i sintomi dell’asma sono sempre presenti, giorno e notte, con difficoltà a parlare, sottolinea il vademecum.
Una «regola» da tenere ben presente è imparare a usare correttamente gli aerosol dosati, perché spesso (soprattutto nei bambini molto piccoli, in età prescolare) il mancato controllo dell’asma dipende proprio da errori nella somministrazione dei farmaci per inalazione.
Altrettanto fondamentale capire che l’asma è una malattia cronica, per cui è necessario avere una «terapia di fondo» a base di antinfiammatori: è questa che dovrebbe controllare l’asma, riducendo l’obbligo di ricorrere ai farmaci al bisogno.
Inoltre, mamme e papà devono conoscere l’effetto dei diversi farmaci che prende il bambino, così da saper usare correttamente quelli al bisogno e quelli “di fondo”. Trattandosi di una patologia cronica, è altrettanto indispensabile che la funzionalità respiratoria e la terapia vengano controllate periodicamente dal medico. Infine, bisogna sapere che cosa può scatenare l’asma nel proprio figlio: ogni piccolo è un caso a sé, per cui i genitori devono capire se il bimbo non tollera specifici alimenti, il pelo di animali come cani, gatti o cavalli, le infezioni e certe condizioni ambientali all’interno o all’esterno della casa (muffe, fumo, odori forti, pollini, inquinamento e così via).
Non bisogna invece temere troppo lo sport: l’asma può essere indotta anche dallo sforzo, ma la sedentarietà ha effetti peggiori sulla salute fisica e psicologica del bambino per cui sì allo sport preferito. Nei casi più a rischio peraltro le crisi si possono prevenire, ad esempio dando al bimbo un broncodilatatore a breve durata d’azione prima dell’allenamento in modo che i bronchi non si «restringano» in conseguenza all’esercizio.