Trattandosi di argomento scolastico è bene aprire una parentesi linguistico-filologica sulle curiose stranezze dell’italico idioma.
Secondo un simpatico documento che gira per la rete evidenziando le sottigliezze della nostra articolata lingua, un cortigiano è un bonzo dell’imperatore giapponese mentre una cortigiana è ben altro, un peripatetico è un discepolo della scuola aristotelica mentre una peripatetica è ben altro, un uomo pubblico è un politico in vista mentre una donna pubblica è ben altro, un accompagnatore è il pianista della classe di canto mentre un’accompagnatrice è ben altro, un uomo disponibile è il marito ideale mentre una donna disponibile è ben altro.
Il preside in questione deve aver avuto ben in mente le suddette ambiguità della lingua italiana quando ha conferito la punizione ai due incauti giovincelli responsabili di atti osceni in pubblico luogo scolastico: un giorno di sospensione per lui, quattro giorni per lei.
La circostanza si commenta da sola: ma lungi da noi l’avanzare troppi sospetti di misoginia.
Immaginiamo invece che il reato commesso dalla ragazza, ritenuto evidentemente più grave di quello commesso dal ragazzo, sia stato punito dal solerte dirigente non in quanto reato sessuale, reso più ponderoso dalla discendenza della giovane dalla prima peccatrice di sesso appunto femminile, bensì per avere sovvertito il di cui sopra immacolato ordine nordico recandosi nella ritirata dei maschi anziché in quella, più consona, riservata alle ragazze.
Per tanta audacia la discendente di Eva si è dunque meritata una punizione maggiore rispetto a quella del suo giovane partner maschile che invece, entrando nel bagno a lui dedicato, non ha infranto nessuna regola sociale.
Ecco che in Italia tutto finisce a tarallucci e vino o, nel caso in questione dove compaiono protagonisti ancora minorenni, ad asparagi bolliti. Un po’ indigesti, è vero, ma che farci? D’altra parte gli asparagi a febbraio sono completamente fuori stagione.