Contraddizioni del nuovo calcio. La squadra del Chievo, con i suoi 84 anni di storia, con la sua media interna di 8000 spettatori circa (circa la metà di quelli che assistevano alle partite casalinghe della squadra veneta agli inizi degli anni 2000, periodo del loro debutto nella massima serie), la sua vicenda sportiva contraddistinta dal piccolo record di essere l’unica squadra italiana proveniente dalle categorie regionali minori ad aver scalato l’intera piramide calcistica nazionale fino a giungere in serie A, il suo palmares immacolato di trofei nazionali, ha conquistato in relativa scioltezza la salvezza già da due turni, e si appresta domani a vivere una domenica di festa con i propri tifosi nella loro ultima partita al Bentegodi di Verona ospitando il Torino che invece deve ancora conquistarsi la salvezza matematica e che è lontano dai veneti in classifica di sei lunghezze.
Questo è uno smacco più per i tifosi granata che vedono quelli giallobù godere di lidi un filino più rosei rispetto ai propri. Alla faccia invece di un blasone, quello granata, che almeno sulla carta, per la sua storia, per le sue vittorie, per il suo bacino di simpatizzanti e tifosi, sovrasta quello del Chievo. Ma la realtà ha superato la fantasia e gli incubi già da diversi anni.
Il Chievo quest’anno ha faticato solo nella prima parte di campionato, durante la gestione di Mimmo Di Carlo, fatta di una vittoria e cinque sconfitte consecutive, dopodichè la squadra è stata affidata ad Eugenio Corini, bandiera dei gialloblù, che invece ha concluso la carriera proprio con la maglia granata. Il tecnico originario della provincia di Brescia, ha puntato su un 4-3-3 piuttosto ordinato, che gioca e fa giocare, riuscendo a portare la squadra veronese in una posizione di classifica appena tranquilla, ma efficacemente lontana da patemi d’animo. Domani gli assenti non saranno pochi viste le squalifiche affibbiate a Papp e Luciano, e ai forfait di Dramè, Samassa, Jokic, Ujkani, Spyropoulos, Pellissier e Paloschi; che costringeranno Corini a ridisegnare schema e formazione presumibilmente per un più coperto 5-3-2, che vedrà in porta Puggioni, bravo a non far rimpiangere il partente a gennaio Sorrentino, difesa con i duttili terzini Sardo a destra e Frey a sinistra, i centrali Andreolli, Dainelli e Cesar, solitamente puliti e senza fronzoli nel loro lavoro; mediani con Luca Rigoni davanti alla difesa a far ripartire l’azione con l’appoggio di Vacek a destra e Hetemaj a sinistra, coppia d’attacco formata da Thereau e Stoian, entrambi abili sia come trequartista sia come seconda punta con la loro velocità e tecnica.
Il Toro invece è reduce da tre giorni molto densi di polemiche per le reazioni allo spettacolo poco edificante a cui si è assistito durante il pareggio interno con il Genoa (su sui evito di tornare a discutere) e per i rumors sul futuro di Ventura che da più parti danno lontano da Torino, nonostante Cairo abbia smentito questa eventualità. Nelle ultime ore inoltre si sono aggiunti gli infortuni di Bianchi e D’Ambrosio che oltre a metterli fuori gioco per la trasferta di domani, fanno temere anche per il loro utilizzo domenica prossima contro il Catania, mentre per Santana è ufficiale che la stagione si è conclusa con l’infortunio in allenamento di una settimana fa; anche Stevanovic risulta assente per infortunio, ma il biondo laterale serbo è fuori dai piani di Ventura già da un paio di mesi circa. Presumibilmente si dovrebbe quindi vedere il Torino tornare al Venturiano 4-4-2 con gli esterni alti, che davanti a Gillet vedrà una linea difensiva con Darmian a destra e Masiello a sinistra, mentre Glik e Ogbonna saranno i centrali, a centrocampo Cerci e Birsa saranno gli esterni (pare però probabile un utilizzo, finalmente, nel corso della partita del gioiellino Menga), mentre Gazzi e Brighi saranno la collaudata coppia di mediani, attacco “barese” con Barreto e Meggiorini. Toro quindi alla ricerca del punto tranquillità, ma anche di una prova convincente per risaldare il rapporto con la tifoseria, il tutto con l’orecchio rivolto a Firenze, dove in contemporanea Fiorentina e Palermo si giocano un match caldissimo per gli opposti, e residui, obbiettivi di Champions League e salvezza.
E allora buona partita e FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!!!