Aspettando Dodici e Zerocalcare in fumetteria

Creato il 19 ottobre 2013 da Altovolume
[Racconto dell'attesa + recensione di Dodici alla fine]

PREMESSE
Giovedì 17 ottobre: da tempo aspettavi quel giorno.
Te lo sei segnato sull'agendina donata generosamente dalla banca, l'hai cerchiato e ti sei fissato un post-it mentale: da non perdere assolutamente!
Si perché l'ultima volta lui era qua a due passi, però, la solita sfiga: l'improvviso impegno dell'ultimo minuto. E hai detto, vabbè, sarà per la prossima. Solo che la prossima sarebbe stata Lucca. Cioè Lucca: che non sai se ci andrai, se ci andrai 1 giorno o 2, se farai il biglietto (fare o non fare due giorni scarsi in perenne fila?)...insomma, forse su Lucca è meglio non contarci. Soprattutto perché lui è il fumettista più gettonato del momento, del web, dell'anno. Soprattutto ora che è uscito il nuovo libro e quindi è di nuovo in giro a farsi martoriare da nerd assatanati. Parliamo ovviamente di Zerocalcare.
E così avevo deciso: giovedì me ne vado a Milano, mi compro il libro di Zerocalcare (che era pure in sconto) e mi faccio fare il disegnetto: stavolta posso riuscirci
Fa niente se nel frattempo ti fissano per  quella sera un impegno che non puoi/non vuoi saltare, fa niente se nel frattempo ti chiamano il giorno prima per un altro impegno che riesci a ficcare la mattina prima del treno, e fa niente se nel frattempo i treni decidono di scioperare contro la povertà (fonte: metronews) dalle 21 di giovedì 17 ottobre.
 In barba a tutto, sono andata. Con l'ansia perenne per tutto, ma ci sono andata.
Alle tre ero là che mi aggiravo guardinga: c'era già gente che si aggirava tra gli scaffali della Alastor. Gente che chiaccherava, gente che sfogliava distrattamente gli albi della Bao, gente che stava appostata in modo alquanto sospetto.
ATTESA
Consapevole che non potevo pretendere di stare lì con l'ansia per due ore, ho accettato la pressante richiesta del mio ragazzo&altri di procacciare cibo (per lui) e attendere in qualche posto vicino. Ok.
Verso le quattro però iniziavo un po' a scalpitare. Non so se qualcuno mi può capire: ti fai km e km per il sogno di un fumetto e magari un disegnetto...e poi magari finisci ultimo e ciaociao fumetto, ciaociao disegnetto, ciaociao zerocalcare.
E quindi eccomi lì (gli altri son rimasti fuori: ciò significa forse il mio oramai inevitabile scollamento dalla gente vera?), in una fumetteria sempre più colma di gente sciallosa tra gli scaffali, gente con lo zainetto, gente con pacchi di albi in mano... e alcuni tizi che si aggiravano nei pressi della cassa, a mo' di avvoltoi.
Potevo forse esimermi dal fare ciò? Ovviamente no.
Alle 16.15 mi son messa diligentemente davanti alla cassa, di fianco a un tizio che vedevi che era indeciso, ma poi ha cambiato idea e si è fermato lì. L'avessimo mai fatto. Poco a poco altri si son messi lì, con fare imbarazzato ma deciso.
Si perché nel frattempo c'era gente vera che voleva solo pagarsi i suoi fumetti/albi/manga e andarsene, ma risultava difficile perché stavamo drammaticamente aumentando.
Poi uno dei tizi dell'Alastor ci ha cacciato fuori, letteralmente:
"Chi è qua per Zerocalcare, fuori!".
E così una fiumana di gente è uscita e si è piazzata davanti alla fumetteria.
Al che il tizio, di nuovo esasperato, ha detto:
"In fila! Per due!! Dai ragazzi, non ostruitemi l'entrata..."
E così c'è stata una silenziosa e ordinata lotta per mettersi in fila.
E io?
Io in questo restyling della fila son finita quarta: in realtà ero di fianco al primo, ma poi c'erano 'sti due che si son messi lì nei pressi...e quando finalmente ci hanno fatto entrare la legge della giungla ha avuto il sopravvento: quarta. E vabbè: meglio che 42sima come l'altra volta (sono scappata prima).
Poi bastava far arrivare le 18.
Chiacchera di qua, chiacchera di là (gli altri si son messi dove capitava, tzé) prendi l'aperitivo prima qua e poi là (Alastor, ma un po' più semplici le regole per gli aperitivi no? Ok le differenze ma un unico bar per tutti magari?). 

VECCHI FURBONI
E poi le 18.00 sono arrivate e sono passate. Ed eccomi già in ansia:  
ommiodio, dai Zerocalcare, comincia ti prego, dai che poi ho il treno, che non è l'ultimo ma con 'sti scioperi non si sa mai, e poi metti che qualcuno decide di suicidarsi proprio stasera e le metro vanno in tilt!
Ma poi, alla faccia delle mie paturnie, Zerocalcare è arrivato. Si è fatto largo tra la folla, è entrato si è seduto, così noi altri maniaci l'abbiamo seguito e ci siamo seduti davanti a lui. E poi sono iniziati i battibecchi da nerd.
Sia chiaro: ero quarta e mi andava benissimo. Quando però è arrivato un signore anziano che gli ha detto "Ehi ciao, me lo fai un disegno?", almeno un centinaio di occhi assassini l'hanno fissato e:
"Guarda che c'è una fila, eh."
Vecchio Furbone:"Una fila? Ma dove? A me non l'ha detto nessuno."
"Si c'è una fila, con nomi e numeri, si va alla cassa ci si segna."
V.F. "Ma ci sono appena stato e non mi hanno detto niente."
"Comunque è così."
"Ma anche per gli autografi?"
"Si, anche per gli autografi" (questa ero io: capitemi, era il classico signore rompiballe che vuole lo strappo alla regola solo per lui).
"Si ma cosa ci mette a fare delle firme, insomma! Una lista, pazzesco..."
Occhi assassini. E così il V.F. è andato alla cassa. Poi non è che è stato buono, no.
V.F. " Non è che puoi fare le firme prima?"
Altri "Di solito fa qualche disegno e poi le firme, alterna."
V.F. "Eh dai, ma a fare le firme ci mette poco! Cosa ci vuole! Guarda, io intanto sono in lista e sono qua.."
"Seguono l'ordine comunque..."
"..."
E così via con le firme. Almeno era l'ultimo e nel frattempo rosicava. Poi si è levato di torno, per fortuna.
Non era l'unico vecchio furbone.
C'era anche questo tizio di mezz'età, in completo, che diceva che voleva comprare solo l'albo e diceva se non potevano farlo passare subito per favore, per primo, così comprava e se ne andava visto che aveva il treno alle 18.30, tanto lui voleva solo il fumetto.
Poi però una volta alla cassa si è segnato per la fila del disegno, il furbone. Quinto.
E il tizio dell'Alastor gli ha detto:
"Ma tu non avevi il treno alle 18.30 e non potevi perderlo per nessun motivo, eh?" (credevi se ne fosse scordato, eh?)
V.F. 2 "Vorrà dire che lo perderò..." sorrisetto maligno.
Tizio dell'Alastor lo guarda male.
Poi, quando eravamo lì davanti a Zerocalcare, ci ha riprovato. Lo sentivo che parlava col primo... poi a quanto ho visto la trattativa non è andata in porto perché il primo s'è tenuto il suo posto. (ben gli sta, ho pensato).
Nel frattempo, a smorzare i toni, è arrivato un tizio di badcomics che doveva fare un articolo sulla nostra follia (nelle foto ci sono anch'io, con la faccia un po' così ).

IL MOMENTO
E così ho atteso, pazientemente, sulla mia seggiolina, guardando nascere prima un zerocalcare su un divano, non sull'albo ma sul foglio da disegno, perché i veri nerd, l'ho imparato qualche Lucca fa, sono così: si portano gli album da casa e si fanno fare i disegni lì.
(Io invece sono una nerd sfigata: mi son comprata l'albo normale, neanche la variant, e lì mi son fatta fare il disegno).
Dopo il primo, il secondo: disegno normale e richiesta strana da nerd, che io lì al momento ho pensato "Boh, la gente è strana, un po' stalker forse: forse essere nerd significa questo, essere stalker del proprio autore preferito. Fossi in Zerocalcare starei attento" (ma lo dico proprio io, poi).
E poi il terzo, con album da disegno, e la richiesta di disegnare Chun-Li, quella di Street Fighter, mentre lottava con i My Little Pony, che ovviamente dovevano prenderle. Al che per la seconda volta ho pensato, la gente è proprio strana.
Questo poi credo sia uno dei nerd duri e puri che orroreeschifoinuovimylittlepony! e io volevo dirgli che conosco una valanga di gente che li adorano e se lo avessero sentito se lo sarebbero mangiato vivo.
All'improvviso però sono arrivati i guastafeste per eccellenza: i bambini.
Bambini che vogliono passare la fila in virtù della loro gioventù e della loro presunta bellezza/pucciosità (ma poi un bambino, che ne capisce di Zerocalcare onestamente?).
E ho fatto la mia figura, non potevo stare zitta. Ho detto che ero lì da un po' e che dopo pochissimo toccava a me e che dovevo prendere il treno (sembra sempre una scusa farlocca, ma per alcuni è vero, capito vecchio furbone n.2?). Ho fatto una figura perché il bambino voleva solo la firma, e vabbé.
Almeno poi è arrivato il mio momento visto che il numero 3 si è impietosito e mi ha lasciato il posto anche se la sua Chun-Li era a metà (nel frattempo ha disquisito da solo su tutta la saga dei Saint Seiya).
Poi è arrivato il momento e mi ha chiesto: cosa? 

"Boh...fammi uno zerocalcare combattivo.
Come, scegli tu..."

Mi pare giusto farlo dedicare anche alla mia dolce metà che in tutto ciò
è rimasto al bar a bersi birra con agli altri e a contarsela su.
comunque :D

INFINE
Ringrazia zerocalcare, salutalo, veneralo ancora per qualche secondo da lontano, recupera la dolcemetà comodamente seduto al bar, saluta tutti e scappa, in metro, e poi treno (in ritardo eh).
Ad avere più tempo sarei rimasta lì. A vederlo disegnare, a sentirlo chiaccherare, a occhieggiare i personaggi strambi che popolano i suoi fumetti dentro e fuori.
DODICI - RECENSIONE/PARERE
L'ho letto tra ieri e oggi.
Sono sincera, non me lo sono goduto perché l'ho letto a pezzi.
L'ho letto con il mio ragazzo che continuava "Com'è? E' bello? Perché ridi? Dai dimmelo!" e il cane-zombie che voleva essere coccolato, sempre.
Non so se è per questo, comunque quando l'ho finito ho pensato solo carino.
 Ha scene fighe, la prima pagina mi ha fatto ridere perché è proprio tipica di Zerocalare, e la storia regge, però non mi ha convinta fino alla fine.
In questo albo c'è tutto il repertorio del web: la cultura anni '90 con le merendine Mulino Bianco e gli eroi suicidi, le serietv oramai nostre bibbie, le assurdità che solo zerocalcare può pensare.

Dodici, dalla quarta di copertina

 Prima di tutto la fa da padrone Secco, personaggio che adoro (viva il S.W.D.P.!), che si esprime appieno nella sua nullafacenza e si dimostra un protagonista all'altezza: conosciamo il suo codice morale, le sue manie, la sua scarsa prestanza fisica.
C'è spazio anche per l'amico Cinghiale e grazie a lui si ride parecchio, all'inizio, mentre fa calcoli e parla di relazioni, ma anche quando ricorda, risate epiche per la sorellina cinghiale.

Katja

E poi c'è Katja, nuovo personaggio: Katja è una figa ed ha lo spadone di Cloud. Tra i tre è ovviamente quella in gamba, tutta d'un pezzo, che non batte ciglio mentre usa quello spadone, ti risponde quando vuole e tiene testa a 'calcare, secco e il facocero che la assillano: cosa ci faceva Katja a Rebibbia?
E Rebibbia è un'altra protagonista di questa storia.
Il quartiere di Zerocalcare è presente nella quarta (Rebibbia regna) e ricompare più volte in alcune tavole centrali: bella la descrizione e le parole usate che dimostrano l'attaccamento (sano o insano che sia) di Zero al suo quartiere.
In alcune di queste tavole ha avuto tutto il mio rispetto per le parole utilizzate, che ti fanno capire la profondità di questo ragazzo. Ti fanno capire la differenza tra un autore vero e un dilettante: lui è così, tra una risata e l'altra ti mette proprio quella frase che ti fa pensare, a Rebibbia c'è il carcere.
E zerocalcare?
Lui c'è e non c'è. C'è ma si fa da parte, di più è spoiler. Secco però se la cava alla grande.
La storia comunque è carina: ci sono i tre disperati e Katja, ci sono gli zombie, ci sono i soliti personaggi strambi...però manca qualcosa per me.
Quando ho finito l'albo non ero soddisfatta, avrei voluto qualcosa in più, su Katja ad esempio (alla fine quell'incontro l'avrei voluto vedere).
Il finale non mi ha soddisfatta, per niente: ho avuto la sensazione che mancasse qualcosa. Come se fosse stato fatto un po' di fretta ma non voglio pensarlo, non voglio pensare che Zerocalcare abbia fatto un fumetto di fretta perché magari era pressato dagli stressanti tempi editoriali, non credo proprio che sia così.
Insomma per me come storia non è completa e magari forse questo vuol dire che ci sarà un seguito, o un prequel magari: perché vieni gettato nella storia così, d'improvviso a Rebibbia ci sono gli zombie e a casa di zerocalcare ci sono Katja, Secco e Cinghiale, perchè sono lì?
E poi finisce in quel modo ...è lecito, credo, pretendere di sapere come è iniziata e come finirà.
In definitiva se vi piace Zerocalcare, Dodici ve lo consiglio indubbiamente: è un lavoro nuovo per lui. Nuovo modo di narrare, nuovi protagonisti, nuovi argomenti.
E' maturato in questi due anni e si vede sia nei testi che nelle tavole.
Per quanto riguarda la storia ho già detto.
In rete avevo letto che era bellissimissimo...però non so, forse i tanti filoni (gli zombi, Secco, Katja, Rebibbia, il tizio misterioso, le ore) mi hanno lasciata spaesata durante la prima lettura: tanta carne al fuoco e finale mozzato, il primo mi va bene, il secondo un po' meno.
Provate a leggerlo anche voi e ditemi se avete avuto la stessa impressione.
Nel frattempo io lo rileggo e vediamo se stavolta (senza cane e ragazzo) riesco a godermelo.

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