Aspettando Halloween: dolcetto o scherzetto?

Si sta avvicinando la festa di Halloween che anche da noi sta  diventando molto popolare ed ha scavalcato il nostro Ognissanti. Quello che veniva definito il ponte dei santi o dei morti, a seconda se veniva dato l’enfasi al giorno dei martiri della chiesa o della commemorazione di tutti i defunti, adesso è diventato Halloween, fra pareri discordi. Prendiamola come un’occasione in più per festeggiare, per far felici i bambini e per sdrammatizzare questo periodo grigio dell’anno in cui le giornate sono sempre più corte ed il primo freddo comincia a farsi sentire.

Il nome “Halloween” deriva dall’inglese “All Hallows Eve”che significa “Vigilia di Tutti i Santi”, dal momento che la festa precede proprio il giorno che la chiesa ha dedicato ai Santi ma dal momento che le origini di Halloween risalgono ad un periodo storico precedente alla nascita di Cristo, secondo alcuni significherebbe in realtà “all allows even” traducibile come “tutto è permesso”, riferito al fatto che nella notte di Halloween anche i defunti possono uscire dalle tombe.

Le origini di questa festa pre-cristiana derivano dagli antichi Celti che nel IV-III secolo abitavano l’attuale Gran Bretagna e parte dell’Europa centrale. Queste popolazioni avevano diviso l’anno in due parti che corrispondevano  alla migrazione stagionale del bestiame dalle zone montuose alla pianura e viceversa.

Proprio il periodo autunnale compreso fra la fine del mite ottobre e  l’inizio del freddo novembre corrisponde al momento in cui il bestiame va tenuto chiuso e riparato dal freddo. Ḕ la fine dell’estate e l’inizio del rigido inverno, il capodanno celtico, chiamato Samhain (che significa appunto fine dell’estate nella lingua gaelica). Nelle popolazioni celtiche i druidi rappresentavano i sacerdoti, erano responsabili del “sacro ordine naturale”, detenevano la sapienza  e la scienza. Durante il Samnhain i druidi, secondo la tradizione, passavano in ogni casa ad accendere i focolari con torce sacre, perché costituite dal fuoco sacro del falò della zona sacra situata nelle vicinanze  del menhir (“pietra lunga”), il monumento tipico della loro religione.

A questi bagliori notturni sarebbe riconducibile la tradizione di halloween delle lanterne, zucche illuminate, il ricordo ancestrale di uscire ad illuminare la notte.

Per le popolazioni celtiche Semhain rappresentava una dimensione temporale a sé stante, avulsa dal ritmo circolare di alternanza delle stagioni legato al mondo agricolo-pastorale, rompeva gli schemi, non appartenendo né all’anno vecchio né all’anno nuovo. Era un momento magico in cui tutto poteva succedere, il confine tra mondo dei vivi e dei morti non era più impenetrabile ma accessibile e poiché queste popolazioni non avevano paura dei morti venivano addirittura invitati ad accedere alla propria casa con del cibo che veniva lasciato sulla tavola (da qui l’usanza dei dolcetti di halloween). Mentre gli scherzi nella notte di Semhain venivano fatti dagli elfi e dalle fate, per gelosia nei confronti degli uomini.

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