Ho avuto modo di incontrare Mahmoud a casa mia durante una consegna di pacchi per le famiglie siriane (progetto SOS SYRIA ne parlammo qui) e, per quanto possibile sta bene. Il suo sogno rimane quello di andare a scuola e suo padre non sembra voler cambiare idea, dall'Egitto devono andarsene.
Riguardo l'Egitto, e quello che stiamo vivendo in questo periodo, beh, c'e' poco di cui essere felici.
Sono passati piu' di 40 giorni dal violento sgombero di Rabaa (ne parlammo qui) e quasi 3 mesi dal colpo di Stato che ha visto arrestato e deposto Morsi (ne parlammo qui)
Un periodo lungo, che e' costato la vita a tantissime persone (1000 civili e quasi 200 membri delle forze dell'ordine).
Da quel triste 14 Agosto ogni giorno o quasi, uomini armati attaccano stazioni di polizia o soldati nel Nord Sinai o al Cairo, ed inevitabilmente, quasi ogni volta un soldato o un poliziotto muore o rimane ferito.
Da allora continuano le manifestazioni, le marce, i cori e le proteste di coloro che sostengono Morsi ed i Fratelli (non) Musulmani, e che si oppongono al Golpe.
Manifestazione di stamani davanti un'universita'
Le 4 dita ed il simbolo di esse stampato su magliette gialle, sono ormai per molti il simbolo del terrorismo, per altri il simbolo della giustizian.E parallelamente al continuare delle manifestazioni, crescono le repressioni militari.Basti pensare che un contadino e' stato arrestato a Qena, nel Sud dell'Egitto perche' ha chiamato il suo asino Al Sisi e lo portava per la cittadina cantando contro l'esercito. Ed ancora studenti delle medie e delle universita' vengono arrestati in continuazione, perche' portano l'ormai nota maglietta gialla, perche' cantano contro l'esercito, perche' disegnano graffiti con i visi delle vittime, loro colleghi, defunti a Rabaa o perche' organizzano manifestazioni che spesso finiscono in scontri con studenti della fazione opposta.
Sembra infatti che molti direttori scolastici scelgano questa canzone per il "tabour", il rito scolastico dell'alza bandiera mattutino con sottofondo di inno nazionale.
Anche dei venditori delle magliette gialle di Rabaa sono stati arrestati a Giza, ma tutto questo non frena o spaventa questa fetta del Popolo che si oppone, fortemente, a tutto quello che e' accaduto.
Le manifestazioni sono per la prima volta arrivate sotto casa mia, nel tranquillo e isolato quartiere nuovo di Maadi, dove dalla Rivoluzione ad oggi, gli unici cori che avevamo udito erano quelli di gioia per la caduta di Moubarak prima e di Morsi dopo.
Ormai quasi tutti i leader della fratellanza sono stati arrestati, la nuova Costituzione e' in lavorazione, i vari Ministri cercano di fare qualcosa anche se non si vede nulla, ma l'Egitto ed il suo Popolo sono in stand by.
Sembra di vivere su una pentola a pressione che sta per esplodere, dove quando e perche' non sono ancora chiari, ma l'aria che si respira al Cairo e' quella di un'attesa.
Intanto lo stato di emergenza che sarebbe dovuto durare un mese e' stato allungato di altri due mesi, il coprifuoco e' stato revocato di due ore con l'inizio dell'anno scolastico (dalle 24 alle 05 durante la settimana e dalle 19 alle 06 il Venerdi') e l'Egitto rimane paralizzato, ormai da 48 giorni, a causa del blocco delle ferrovie di Stato e di 1100 treni che collegano il Nord al Sud del Paese. Un disagio incredibile quello dei treni, per coloro che si spostano per lavoro o per salute, costretti a prendere l'aereo se possono permetterselo o a salire sulle note "bare volanti", i cosi' nominati minibus che dal Cairo portano al Sud dell'Egitto.
La stazione della metropolitana che ferma a Tahrir e' ancora chiusa, carri armati continuano ad essere parcheggiati nei punti strategici dell'Egitto, e la polizia e' tornata felicemente ed orgogliosamente a fare il suo lavoro.
La televisione di Stato continua la sua opera di convincimento pro esercito e cosi' anche i canali satellitari, dove ancora e' in sovraimpressione l'ormai nota frase "L'Egitto combatte il terrorismo". I noti presentatori che durante l'anno di governo Morsi hanno criticato-denunciato-deriso l'ex Rais sono stati definitivamente zittiti, perche' ora e' impossibile criticare-denunciare-deridere Al Sisi o qualcuno del Governo a interim.
Tawfik Okasha, il presentatore unico del canale El Faraeen di proprieta' della madre si e' visto chiudere il canale perche' aveva cominciato a criticare l'operato di Al Sisi. Okasha e' anche colui che prima del 30 Giugno diceva alla gente che "se non scendete in strada la Germania attacchera' l'Egitto" (ne parlammo qui) ed e' colui che con la foto di Wael Abbass in mano (noto blogger egiziano che si era opposto alle manifestazioni del 30 Giugno) chiedeva ai telespettatori di "picchiare questo traditore se lo incontrate per strada" ed e' sempre lui, Okasha, che incitava lo stesso trattamento anche verso i siriani. Se devo essere sincera la chiusura di questo canale mi fa felice, ma mi chiedo come mai nessuno ha protestato l'accaduto parlando di mancata liberta' e negazione del diritto di espressione ed informazione come accadde quando durante l'era di Morsi lo stesso canale fu chiuso per le medesime ragioni.
Stesso destino e' toccato a Bassem Youssef, che ha tenuto milioni di egiziani, me compresa, attaccati alla televisione per tutti i Venerdi' dello scorso anno, durante i quali il suo "Banoramij" programma satirico ci faceva ridere di Morsi, degli integralisti, dei salafiti e dei vari Ministri. Il suo programma e' stato interrotto pochi giorni prima del 30 Giugno ed ora Bassem e' stato cacciato dal canale dopo aver richiesto la ripresa del programma. Ma davvero Bassem credeva di poter prendere in giro Al Sisi e cavarsela come e' riuscito con Morsi, nonostante le denunce per diffamazione ricevute?
Rimangono in televisione invece i pilasti dell'era Moubarak, i presentatori, tra cui un ex membro di sicurezza della ex Amn el Dawla (ora Amn el Watan - il terribile apparato di sicurezza nazionale) che continuano il loro lavoro felici e sorridenti, chiedendo stavolta al "loro" Popolo di scendere in strada il 06 Ottobre.
Mancano pochi giorni infatti all'anniversario, il 40esimo, della guerra arabo-israeliana del 1973 (la storia qui), che ogni anno vede parate militari e festa nazionale per l'ormai noto 06 Ottobre.
Quest'anno, oltre alle parate militari e nei cieli, quest'ultime gia' cominciate da oggi, sono previste forti manifestazioni dei Fratelli (non) Musulmani, dei sostenitori di Morsi e di coloro che si oppongono al Golpe militare.
Tutte queste persone si sono date appuntamento a Piazza Tahrir per "riprendere in mano la Rivoluzione" .
Ramy Jan ha dichiarato in questi giorni in un'intervista televisiva che sono molti i cristiani che si oppongono al Colpo di Stato e che dire che il 30 Giugno per la strada c'era tutto l'Egitto e' ridicolo. Ramy dice infatti che se Morsi ha vinto con il 51% dei voti, il restante 49% e' probabilmente quello che ha riempito il Cairo ed altre citta' il 30 Giugno (ne parlammo qui)
Gia' da stasera, mentre vi scrivo, la Piazza ha visto l'arrivo di decine di manifestanti, uomini e donne, con in mano cartelli con le 4 dita, pronti a sfidare il coprifuoco che scatta a mezzanotte.
A differenza dell'anno di transizione di Tantawi, nel 2011, quello di oggi, di coprifuoco, e' un vero e proprio simbolo del potere dell'esercito. Nonostante molti locali, ristoranti, supermercati, rimangano aperti anche dopo mezzanotte, i soldati non si fanno problemi ad arrestare chiunque, donne e uomini, egiziani o stranieri, si trovi per strada dopo l'orario stabilito. E' di poche settimane fa la storia di un cittadino francese arrestato a Zamalek, quartiere inn del Cairo, perche' si trovava in un supermercato dopo l'inizio del coprifuoco. L'uomo, un insegnante residente in Egitto da anni, e' stato ucciso a forza di pugni e calci, nella stazione di polizia da 6 detenuti suoi compagni di cella, che non apprezzavano la presenza di un compagno straniero.
Due cittadini canadesi invece hanno cominciato lo sciopero della fame dopo essere stati arrestati al Cairo, il 16 Agosto nel pieno della rivolta, mentre chiedevano a dei soldati indicazioni per raggiungere il loro albergo. I due, che dovevano partire per Gaza e facenti parte di un progetto accademico tra un noto ospedale canadese e l'ospedale Shifa di Gaza, sono detenuti da piu' di 45 giorni e proprio ieri il Primo Ministro Canadese ne ha richiesto l'immediato rilascio.
Sempre in carcere si trovano molte donne, arrestate perche' giravano dopo il coprifuoco e molti manifestanti pro Morsi perche' manifestavano dopo l'orario stabilito.
Tornando al 06 Ottobre, le manifestazioni della Fratellanza sono state organizzate dall'incontro che ha riunito tutti i leaders dei Fratelli (non) musulmani del mondo che si e' tenuto a Istanbul poco tempo fa. In molti pensano che in questo incontro si siano decisi i dettagli di attentati, anche se la possibilita' che questi avvengano davvero e' legata piu' che altro all'azione di Gamaa Islameya, il ramo radicale della fratellanza, che da sempre compie attentati ed omicidi in Egitto.
L'esercito si trova comunque pronto e vigile cosi' come le forze dell'ordine, che si stanno preparando alla giornata di 06 Ottobre con molta apprensione.
Tra l'altro, c'e' da dire, che l'esercito ha compiuto in questi giorni due operazioni di sicurezza importanti in due cittadine egiziane, Kerdasa e Deljia, la prima vicino Sakkara, la seconda al Menya, nel Sud dell'Egitto. In entrambe le situazioni gruppi di estremisti, appartenenti a Gamaa islameya, avevano preso il controllo delle citta', chiedendo soldi di protezione ai cristiani copti, bruciando chiese, dettando legge tra la gente. Dopo mesi di incontenibile situazione l'esercito e' intervenuto via terra e via aerea arrestando gli estremisti e riportando la pace nelle zone, il tutto senza troppi feriti o vittime, che sono state sopratutto delle forze di sicurezza.
Tornando ancora al 06 Ottobre, mentre i sostenitori della fratellanza cominciano a scendere in strada fin da oggi, accompagnati da coloro che non accettano l'esercito ed il suo intervento, la televisione incita i pro esercito a scendere lo stesso giorno per provare al mondo che l'Egitto ama l'esercito e che sta lottando contro il terrorismo.
A parte che questa fissazione di dover convincere il mondo di qualcosa a me comincia a risultare insopportabile, mi chiedo con che senso di responsabilita' si possano incitare delle manifestazioni sapendo che da queste potrebbero generarsi violenti scontri stile guerra civile.
Mi auguro che gli egiziani che amano Al Sisi e l'esercito se ne stiano buoni a casa e lascino i pro Fratellanza, i pro Morsi e gli Anti Golpe manifestare in pace.
Non c'e' bisogno di provare nulla al mondo, per una volta proviamo a provare a questo Paese che della vita che ci ha donato Dio ci interessa qualcosa.
Se delle manifestazioni possono trasformarsi in scontri, come sarebbe inevitabile se le due "fazioni" riempissero Piazza Tahrir, lo scenario che si presenterebbe al mondo non sarebbe di consenso verso l'esercito ma di completa perdita di ogni valore e senso civile.
Finisco questo post con un video che e' lo spaccato di vita attuale dell'Egitto. Al passare di una manifestazione pro Morsi a Giza, i residenti dai balconi reagiscono in maniera differente, c'e' chi applaude e chi fa 4 con le mani e chi tira terra dai vasi in testa ai manifestanti.