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aspettando il 2 novembre…

Creato il 04 novembre 2010 da Chiaracataldi

aspettando il 2 novembre…Come ci si prepara a celebrare il giorno dei morti in un paesino in provincia di Ragusa?

Tutto inizia qualche giorno prima…diciamo il 31 ottobre. Già, perchè il 2 novembre bisogna essere pronti e impeccabili. Quindi, il 31 ottobre, abbiamo detto.

Sicuramente ci si sveglia presto (ma questo elemento lo ritroviamo in ogni giornata che si trascorre con due nonni anziani, che quando hanno qualcosa in mente, devono portare a termine la missione nel minor tempo possibile). Dopodichè, mentre si fa colazione incalzati dal nonno energico e sveglio già alle 8,30 del mattino, si fa il programma della giornata. 1: uscire di casa con tutto il necessario per la pulizia delle cappelline al cimitero. Questo vuol dire portarsi dietro una scopa, alcuni stracci, anche un secchio di plastica, e una bottiglia per annacquare i fiori (naturalmente piena, perchè non si sa mai che nel frattempo si siano prosciugate le 20 fontanelle del cimitero). I lumini, sia quelli di cera, che quelli finti, che hanno una fiammella di plastica che si illumina se si inseriscono le pile. Quindi non dimentichiamoci le pile! e naturalmente i fiammiferi! 2: passare dal fioraio, per acquistare qualche vaso di fiori, e due mazzi di altri fiori recisi, così, per variare. 3: recarsi al cimitero e: pulire, sistemare i fiori, sistemare i lumini veri e finti, salutare vivi e morti e finalmente, tornare a casa.

Così usciamo di casa con tutto l’occorrente. Prima fermata dal fioraio. La nonna, indecisa tra dalie e crisantemi, tratta sul prezzo. Il nonno invece vuole solo sbrigarsi e prende i primi due vasi (belli grossi però!). Si paga e ci si dirige al cimitero. Faccio scendere i nonni vicino all’entrata, scarico tutti la strumentazione (fiori, scope, stracci, bottiglie d’acuq etc.) e vado a parcheggiare dove si può. Quando torno, il nonno si è già avviato verso la prima cappella, dove stanno i suoi parenti.

Durante il percorso osservo il cimitero. Via S. Pietro, Viale S. Andrea, Piazzale dei SS. Apostoli. Il nonno in macchina mi ha raccontato che quest’anno l’appalto per l’illuminazione speciale per la ricorrenza se l’è aggiudicato una ditta particolarmente economica. Adesso capisco perchè: le lampadine che illuminano le lapidi poste nel terreno sono collegate da fili volanti, che creano una ragantela di cavi elettrici rossi e blu lungo tutto il prato, rendendo praticamente impossibile passare. Il nonno si consola commentando che loro non avranno questo problema. Nel breve tragitto infatti, non manca di mostrarmi quella che da un anno a questa parte è motivo di grande orgoglio: la sua cappellina privata che si è fatto appositamente costruire. Osservo sul frontone la scritta a grandi lettere che riporta il nome del capofamiglia, mentre lui mi spiega che è composta da 4 loculi e 3 colombaie (ancora ignoro cosa siano, ma sono sicura che le colombe non c’entrano). I primi due sono riservati a lui e alla nonna, mentre gli altri due “per chi vorrà usufruirne”, spiega in modo pratico. La collocazione, continua, è ottima: rimane al sole buona parte della giornata e si affaccia su una piazzetta su cui, gli ha assicurato l’impiegato dell’ufficio servizi cimiteriali, non costruiranno più, ma che lasceranno “a verde”. Mi scappa da ridere ma cerco di non farmi vedere, mentre penso che questa potrebbe essere una tipica frase da agente immobiliare che cerca di vendere la casa che ti sta mostrando; nel frattempo aiuto la nonna a salire gli scalini della prima cappellina.

Salutiamo silenziosamente gli antenati, e la nonna inizia a dare di ramazza per portar via la polvere che si è depositata in un anno, dallo scorso 2 novembre. Leva i fiori secchi, mette quelli freschi, aggiungiamo l’acqua dalla bottiglia che ci siamo portati (naturalmente le fontanelle sono tutte perfettamente funzionanti e ci sono a disposizioni secchi e bottiglie), spolveriamo lapidi e fotografie, si sistemano i lumini.

Passiamo quindi alla seconda cappella, dove si trovano i parenti della nonna. Velocemente, si raccomanda il nonno, perchè è già tardi (per fare cosa non si sa). Qui la cosa è più complicata perchè la cappella è vecchia e cadono i calcinacci. Ci diamo da fare in due così finiamo prima. Poi, mentre la nonna dà gli ultimi ritocchi, io esco e mi siedo sugli scalini al sole. Vedo il nonno che scambia qualche parola con un signore. Mi tengo a debita distanza per evitare le solite presentazioni (“Questa è mia nipote” “Ma quale, quella che sta al nord?”) ma cerco comunque di ascoltare cosa si dicono. Il signore chiede “Tu dove hai acquistato?” “In Piazzetta SS. Apostoli, è la zona migliore di tutto il cimitero” “Ma allora siamo vicini!” “Bene, ci faremo portare il caffè mentre sediamo a prendere il sole”.

Io sorrido e penso che il mio nonno, quando non ci sarà più, lo ricorderò al sole della famosa piazzetta, mentre beve il caffè e gioca a carte con i suoi ”colleghi”. Ma è un osso duro…credo che passerà ancora un bel pò di tempo!!!



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