Come dice la (pacchiana) locandina promozionale di quest’anno, il Festival del Cinema di Berlino avrà inizio fra tre giorni appena, giovedì 9 febbraio, e per dieci giorni e mezzo farà vedere al mondo, più o meno in anteprima, più di cento film nelle varie sezioni ufficiali, di cui venti sono in concorso. Si comincia con Les Adieux À La Reine, gli addii alla regina Maria Antonietta interpretata da Diane Kruger per la regia di Benoît Jacquot, film scelto per la cerimonia d’apertura del festival, che inaugura anche la competizione per il Teddy Bear Award, premio parallelo alla Berlinale che presenta i film internazionali a tematica GLBT.
Molte sono le sezioni interne, e molti sono i film, sempre nella tradizione del festival tedesco: indipendenti e poco distribuiti. La parte che a noi più interessa è il concorso (che l’anno scorso sfornò il film dell’anno Una Separazione dandogli l’Orso d’Oro e due Orsi d’Argento) che quest’anno vanta un solo film americano (Jayne Mansfield’s Car dell’attore e regista e sceneggiatore premio Oscar Billy Bob Thornton) e uno canadese in mezzo a una valanga di film europei diretti e interpretati da personaggi poco noti; per l’Italia scendono in campo i fratelli Taviani a cinque anni dalla loro ultima opera, La Masseria Delle Allodole, e a trentacinque dalla loro ultima partecipazione al Festival di Berlino, quando con Padre Padrone vinsero il Gran Premio. Cesare Deve Morire, il film che presentano in anteprima, uscirà il 2 marzo nelle nostre sale ed è la trasposizione dell’opera shakespeariana Giulio Cesare.
Anche la giuria è (quasi) tutta europea e priva di italiani: il geniale e tenerissimo Mike Leigh, autore inglese di perle come Segreti e Bugie, Vera Drake, Happy-Go-Lucky e l’ultimo premiatissimo Another Year, presiederà il gruppo internazionale incaricato di assegnare i premi più importanti, costituito dagli attori Jake Gyllenhaal (USA), Charlotte Gainsbourg (Francia) e Barbara Sukowa (Germania), i registi e sceneggiatori François Ozon (Francia), Boualem Sansal (Algeria) e il vincitore di Orso d’Oro, Golden Globe e attualmente candidato a due Oscar Asghar Farhadi (Iran), insieme al tecnico e regista di Control Anton Corbijn (Paesi Bassi).
I diciotto film in gara sono:
Les Adieux À La Reine (Farewell My Queen) di Benoït Jacquot (Francia/ Spagna)
A Moi Seule (Coming Home) di Frédéric Videau (Francia)
Aujourd’hui (Tey) di Alain Gomis (Francia/ Senegal)
Bay Lu Yuan (White Deer Plain) di Wang Quan’an (Cina)
Barbara di Christian Perzold (Germania)
Captive (Captured) di Brillante Mendoza (Francia/ Filippine)
Cesare Deve Morire (Caesar Must Die) di Paolo e Vittorio Taviani (Italia)
Csak A Szél (Just The Wind) di Bence Fliegauf (Ungheria/ Germania/ Francia)
Dictado (Childish Games) di Antonio Chavarrías (Spagna)
En Kongelig Affære (A Royal Affair) di Nikolaj Arcel (Danimarca/ Repubblica Ceca/ Svezia/ Germania)
Gnade (Mercy) di Matthias Glasner (Germania/ Norvegia)
Jayne Mansfield’s Car di Billy Bob Thornton (USA/ Russia)
Kebun Binatang (Postcards From The Zoo) di Edwin (Indonesia/ Germania/ Hong Kong/ Cina)
L’enfant D’en Haut (Sister) di Ursula Meier (Svizzera/ Francia)
Metéora (Meteora) di Spiros Stathoulopoulos (Germania/ Grecia)
Rebelle (War Witch) di Kim Nguyen (Canada)
Tabu di Miguel Gomes (Portogallo/ Germania/ Brasile)
Was Bleibt (Home For The Weekend) di Hans-Christian Schmid (Germania)
In competizione, ma in veste speciale, è Haywire di Steven Sodenberg, che in Italia si chiamerà Knockout – Resa Dei Conti ed uscirà il 24 febbraio, attesissimo soprattutto per il grasso cast (Gina Carano, Channing Tatum, Michael Douglas, Antonio Banderas, Ewan McGregor, Michael Fassbender)..
Fuori gara verranno presentati gli altri attesissimi Bel Ami di Declan Donnellan col vampiro Robert Pattinson circondato dalle veterane Christina Ricci, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas; Molto Forte, Incredibilmente Vicino candidato a due Oscar (film, attore non protagonista) del regista di capolavori Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours, The Reader); Shadow Dancer di James Marsh (regista dei documentari premiatissimi Man On Wire e Project Nim) con Clive Owen.
Un meritato premio alla carriera sarà assegnato a Meryl Streep e per l’occasione verrà proiettato il terribile The Iron Lady.
Luca Fontò