Come sapete, tra
poche ore il FOMC, il braccio operativo della Fed (Federal
Reserve), renderà nota la decisione sui tassi di interesse dopo quasi un
decennio di politiche monetarie ultra espansive. Gli analisti sono divisi
sul fatto che la Federal Reserve alzerà o meno i tassi di interesse per la prima volta
in nove anni. Esistono segnali di forza dell'economica nazionale che
suggeriscono che la FED dovrebbe agire. Tuttavia, una serie di forze
esterne (ma non solo) suggeriscono che la banca centrale dovrebbe mantenere l'attuale
livello di tassi di interesse.
Al netto delle pressioni
esercitate da varie istituzioni internazionali (FMI, World Bank e molti
banchieri centrali,soprattutto dei paesi emergenti) che invitano la FED a
differire la stretta sui tassi, la divergenza di
opinioni (anche all'interno del FOMC)
riflette forti argomentazioni a favore e contro l'aumento dei tassi di
interesse, tenuto conto del doppio mandato della banca centrale che mira sia
alla piena occupazione che all'obiettivo di inflazione del 2%.
A sostegno
dell'ipotesi di rialzo dei tassi depone la forza dell'economia
nazionale. La crescita economica, benché molto volatile su base
trimestrale e inferiore al potenziale, nel secondo trimestre dell'anno è cresciuta
del 2,7% tendenziale. Da questo punto
di vista, il livello di tassi prossimo allo zero è poco compatibile con il
ritmo di espansione economica dimostrato.
Altro aspetto è il
mercato del lavoro. Negli ultimi dodici mesi l'occupazione è cresciuta
mediamente di circa 240 mila unità al mese, comprimendo il tasso di
occupazione al 5.1%. Tuttavia esiste ancora un ampio bacino di
sottoccupati e la dinamica dei salari rimane modesta al punto da
allontanare i timori di inflazione salariale. Inoltre i prezzi bassi
delle materie prime hanno spinto verso il basso le aspettative di inflazione.
Molti commentatori
sostengono che l'avvio del percorso di normalizzazione dei tassi di interesse
sarebbe un segnale che testimonierebbe la forza dell'economia Usa, oltre che
necessario per ridurre la leva e la speculazione sui mercati e ripristinare
livelli di tassi tali da conferire alla banca margini di intervento in caso di
rallentamento dell'economia o di recessione.
A sostegno del differimento
della stretta monetaria ci sono, principalmente, non pochi scenari internazionali che
appaiono ben meno rassicuranti.
Come abbiamo già detto in un
recente articolo esistono rischi significativi che incidono sulle prospettive
di crescita dell'economia globale: il rallentamento dell'economia cinese che
potrebbe essere superiore alle attese, il crollo dei prezzi delle materie prime
che incide sui bilanci dei paesi esportatori, la debolezza delle valute
emergenti che rende più difficoltoso il rimborso di prestiti contratti in
dollari Usa, l'elevato livello di indebitamento dei paesi più sviluppati che
frena la crescita di queste economie.Inoltre,
i mercati emergenti si trovano ad affrontare condizioni finanziarie decisamente
più restrittive per via delle aspettative di aumento dei tassi Usa che hanno
incoraggiato deflussi di capitale e riserve determinando una contrazione
dell'offerta di moneta.
Questi rischi, nelle
ultime settimane, hanno alimentato forti tensioni sui mercati finanziari a
livello globale. Anche se si sta assistendo ad alcuni segnali di stabilizzazione,
la volatilità rimane alta e il sentiment degli operatori resta fragile.
Alcuni membri del FOMC sostengono
che il costo dell'attesa è comunque inferiore al costo di aumentare i tassi troppo
presto e dover quindi invertire la rotta successivamente.
Tuttavia, come detto, il
basso livello dei tassi di interesse pone dei limiti alla politiche monetarie delle Fed che, in caso di necessità, sarebbe
"priva" di munizioni qualora dovesse verificarsi una nuova recessione.
Oltre alla decisione
sui tassi, particolare importanza assumerà il tenore del comunicato stampa che
accompagnerà la decisione del FOMC. Come già affermato in altri post nei mesi
scorsi, a parer di chi scrive, allo stato attuale, è confermata l'opinione secondo la quale il percorso di normalizzazione dei tassi sarà
assai moderato e soprattutto ben dilatato nei tempi.