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Aspettando Torino Vs Catania, ovvero una partita per tornare a squillare.

Creato il 23 novembre 2013 da Maurocanavese @Maurone

torinocatania
Il poeta greco Pindaro, vissuto circa tra il 518 a.C. e il 438 a.C., fu un noto cantore degli avvenimenti sportivi della civiltà ellenica classica, usando liriche di altissimo valore letterario; scrisse tra l’altro che “Quando ci si cimenta in una gara, solo la vittoria libera dalla tensione della prova”. Ed anche oggi, alla vigilia di un delicatissimo match tra Torino e Catania, il successo è forse la medicina migliore per sciogliere l’apprensione accumulata in due settimane, che ha visto il campionato interrompersi per gli impegni delle nazionali di calcio. Infatti ci eravamo lasciati con l’amaro in bocca dopo la sconfitta di misura rimediata a Cagliari, ora si ricomincia, da un nuovo scontro diretto per la salvezza, questa volta contro gli etnei.

Il Catania in questa stagione sembra una squadra lontana parente da quella vista nelle ultime tre stagioni, dove ogni annata segnava un nuovo record di punti per i rosso-azzurri, arrivati lo scorso anno persino a duellare per zona che permette la qualificazione alla Europa League, prima di chiudere con un ottimo 8° posto. Quest’estate sono partiti per altri lidi alcune colonne della rosa catanese come Lodi, Marchese, Gomez, Biagianti, Ricchiuti e Potenza; tutti nomi di un certo spessore perché o titolari dall’alto rendimento o pedine a disposizione che si facevano trovare sempre pronte se chiamati a scendere in campo, anche in poche occasioni; invece non tutti i nuovi arrivi alla corte di Maran sono sembrati all’altezza di colmare quei vuoti lasciati. Tra i nomi più rilevanti sicuramente Plasil dal Bordeaux, Guarente dal Bologna, Tachtsidis dal Genoa, più una serie di giovani dalle belle speranze come Monzon dal Fluminense, Biraghi dal Cittadella, Peruzzi e Freire dal Velez Sarsfield, Gyomber dal Dukla Banska Bystrica, Kinglsey Boateng dal Milan e Leto dal Panathinaikos, più il ritorno di Maxi Lopez dal prestito alla Sampdoria; pochi tra questi nuovi volti ha dato rendimenti interessanti, e non pochi di loro hanno visto di rado il campo perché alle prese con infortuni importanti e di lunga durata, situazione che ha colpito anche Gonzalo Bergessio, anima dell’attacco etneo, che ha subito la frattura del perone, per opera di un intervento sciocco e pericoloso di Chiellini nella partita tra Juve e Catania del 30 ottobre scorso, che costerà all’attaccante argentino uno stop di tre mesi. Ma il campionato della squadra del presidente Pulvirenti era cominciato in modo alquanto scioccante con un punto solo nelle prime cinque giornate, seguita dalla decisione dolorosa di esonerare Rolando Maran, il condottiero della scorsa entusiasmante stagione, dopo la sconfitta all’ottava giornata contro il Cagliari. Al suo posto ecco arrivare Luigi de Canio, che fin’ora ha collezionato una vittoria, un pareggio e due sconfitte. I numeri del Catania dicono che in 12 giornate sono stati totalizzati 9 punti, segnate 8 reti e subite 19, cifre davvero modeste e preoccupanti viste invece le tendenze delle scorse stagioni. Ad ogni modo la vittoria di misura di due settimane fa contro l’Udinese ha portato un sostanziale ritorno alla consapevolezza dei propri mezzi da parte dei rosso-azzurri. De Canio ha spiegato che fa giocare le sue squadre abitualmente con la difesa a quattro, con i due laterali bassi che avranno compiti di spinta e copertura, in modo che se in fase di impostazione dovessero trovarsi chiusi l’uscita da una parte del campo, con il giro palla possono spingere sul lato opposto; il centrocampo invece è a tre, con un elemento che fungerà da vertice basso e avrà il compito di costruire mentre i due esterni dovranno coprire e inserirsi, in attacco invece si vedrà una punta centrale e due esterni che attaccano la profondità, due elementi che abbiano un’ottima resistenza alla velocità, mentre, in fase di non possesso palla, il compito dei giocatori offensivi sarà quello di disturbare la costruzione del gioco, ma senza la responsabilità di rientrare fin dentro la propria metà campo. Tenendo conto che domani saranno indisponibili per infortunio oltre a Bergessio anche Izco, Almiron e Bellusci, dovremmo quindi presumibilmente vedere in campo i seguenti “undici” di partenza: Andujar in porta; in difesa Alvarez laterale destro e Capuano laterale sinistro con Legrottaglie (sempre pericoloso in area avversaria sui calci piazzati) e Gyomber centrali; Tachtsidis sarà il regista con al suo fianco sinistro il rientrante e duttile Plasil e a destra Guarente; in attacco la punta centrale sarà Maxi Lòpez, ex obbiettivo estivo dei granata e molto forte tecnicamente, supportato da Castro, parecchio dotato fisicamente, e Barrientos, quest’ultimo giocatore completo e capocannoniere della squadra con tre centri.

Veniamo al Torino. La sosta per le nazionali ha permesso a Ventura di recuperare, da acciacchi e infortuni, giocatori come Pasquale, Farnerud e Barreto; mentre ancora risultano indisponibili Rodriguez e Larrondo. Ora è da vedere se anche le energie fisiche e psicologiche di tutto il gruppo si sono rigenerate, perché è di una inversione di tendenza nell’efficacia dei risultati che si ha bisogno. Comunque pare che Ventura sia orientato a ripresentare come modulo il 3-5-2 con cui ha iniziato la stagione, con qualche novità nei suoi interpreti. Infatti Gomis in questi giorni è stato valutato come possibile nuovo titolare per la porta, al posto di un Padelli sfortunato quanto titubante nelle ultime giornate, inoltre lo svedese Farnerud è l’elemento che Ventura aspettava di recuperare maggiormente, visti i progressi fatti dal biondo centrocampista prima d’infortunarsi, per lui l’utilizzo dal primo minuto è più che probabile, mentre El Kaddouri si siederà in panca, a rimuginare sulle occasioni non sfruttate negli ultimi tempi. Perciò, azzardando un po’, potremmo vedere i granata schierarsi inizialmente così: Lys Gomis a difendere i pali; trio di centrali formato da Glik, Bovo e Moretti; Darmian laterale destro e D’Ambrosio a sinistra; Vives regista basso con Brighi e Farnerud ai suoi fianchi; Immobile e Cerci ad animare l’attacco.

Si prospetta quindi una partita che le due compagini dovrebbero interpretare in modo molto acceso, infatti la vittoria è l’unico risultato che possa essere considerato, almeno sulla carta, come gradito; un pareggio darebbe benefici modesti alla classifica di entrambe, figurarsi una sconfitta. L’inerzia del match starebbe perciò nella capacità di chiudere gli avversari e rilanciare in velocità l’azione, magari badando più al costrutto che non alla pulizia dell’azione e ciò nonostante senza andare a scapito dello spettacolo.

Ci auguriamo il massimo impegno da parte dei nostri ragazzi in campo e Forza Vecchio Cuore Granata!!



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