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Aspettative

Creato il 12 settembre 2015 da Andreapomella

I racconti che mi piacciono più di tutti sono quelli che una volta terminati ti lasciano con la sensazione di non aver captato tutto il necessario, ma anzi, di aver tralasciato una parte, piccola ma importante, un frammento di senso di cui si riesce a intuire appena la forma, quelle storie che contemplano il lettore dall’alto in basso, come vetusti sapienti. E gli scrittori che mi piacciono più di tutti sono quelli che con un’occhiata ti premono dentro, si insinuano in certi meandri della natura umana e ti fanno esclamare: “Questa persona mi sta dicendo delle cose, sa qualcosa di me!” E le giornate che mi piacciono più di tutte sono quelle in cui non succede niente ma che sono piene di aspettative.

Nell’avviso al lettore posto all’inizio di Fiesta, Hemingway scrive: “Nessun personaggio del libro è il ritratto di una persona realmente esistita”. Hemingway in sostanza dice che lui non fa ritratti ma persone vive.

Ho letto Il silenzio del lottatore di Rossella Milone (minimum fax). Ne Il peso del mondo, il secondo, bellissimo racconto, si narra la storia di un’amicizia fra due ragazze, un’amicizia che si scontra con la comparsa del sesso, un battesimo del dolore, un’avventura di una notte capace di lasciare una delle due alle spalle dell’altra, e di minare in entrambe le speranze e le attese. A pagina 59 si legge: “Mi guardai allo specchio del bagno e vidi negli occhi una specie di fatica, come se fosse troppo alta l’aspettativa che aveva e che avrebbe avuto di me la mia vita”.

Ho letto un sacco di libri che, stando alla quarta di copertina, erano “la storia di ciascuno di noi”, eppure questa storia non so ancora come va a finire.


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