Paradisi per pescatori!
Sto guidando da circa un’ora e finalmente sono prossimo alla zona di pesca designata, più o meno il Po a Cremona. Sono incantato: c’è neve dappertutto! La neve in pianura ha un fascino straordinario, perché è più sorprendente della neve in montagna ovvio, ma anche perché offre ai nostri occhi orizzonti di candore più vasti. Lunghe strade dritte accanto a risaie, campi di grano, filari di pioppi, tutti ammantati di bianco.
Me la sto prendendo molto comoda, mi fermo in pasticceria e mi concedo una lauta colazione con cappuccino, spremuta, baci di dama e lingue di gatto, just like a pro!
Me la prendo comoda perché fa freddo e sono solo, ma comunque non vedo l’ora di lanciare.
Lapponia a Cremona!
Sono solo, perché sono solo? A sì, perché il socio di pesca che per eleganza non nominerò, mi ha dato buca alle sei e mezza della mattina quando stavo per andare a prenderlo. Anche se all’anagrafe abbiamo la stessa età, lui è ancora giovane, suona ai concerti con la sua band, esce per locali, si ubriaca e finisce sboccando alle 6.26. Non vorrei mai infamarlo pubblicamente per il bidone che mi ha tirato, quindi mi limiterò a dare indizi vaghi, diciamo che è un pescatore con una folta barba, un cognome inglese e che milita nella serie B di Anonima Cucchiaino.
Colazione finita, pochi chilometri di macchina con gli AcDc per colonna sonora, parcheggio sulle ultime note di Thunderstruck dove finisce la strada asfaltata e pulita dagli spazzaneve. Ben lontano dal fiume.
L’atmosfera mi piace da impazzire. Ci sono circa trenta o quaranta centimetri di neve fresca che coprono tutto.
Armo la canna, più leggera del solito, un po’ perché voglio fare dei test in vista dell’apertura della trota, un po’ perché voglio raggiungere il fondo con più facilità ed il filo più sottile aiuta: Shimano Biomaster 240cm 10/35gr con Stella 4000 bobinato a 0.15 e finale 0.28.
Ok sono pronto, stivali indossati, giubbino da pesca carico e addosso, si chiude l’auto, si alza qualche cornacchia in volo e inizio a camminare nella neve. Per darmi un tono ancora più figo agli occhi di me stesso mi accendo un cigarillo… dopo meno di cinque minuti sto annaspando penosamente! Nonostante la temperatura invernale sono paonazzo e sto sudando, ho la lingua penzoloni ed il fiatone, le gambe già le sento agili e reattive con un vecchio ceppo di legna da ardere… Porca Palettina se è faticoso camminare nella neve!
Prefiguro già che questa giornata vedrà lunghe pause di contemplazione del paesaggio e pochi lanci nel fiume.
Andrà proprio così.
Tanta neve e placide acque di piombo
Quel poco che resta del mattino lo passo camminando avanti ed indietro lungo un tratto che mi ha dato grandi gioie in passato, alterno ogni tipo di esca e ogni tipo di recupero e profondità. Molto sorpreso di non ricevere alcun segno di vita.
Mi sposto, mi nutro di molti salatini e molte pizzette mentre guido e vado più a valle nel Grande Fiume.
Inizia la camminata, solo nella neve per un lungo tratto e poi finalmente lungo le acque del Po. Non ho incontrato nessuno e non incontrerò anima viva in tutta la giornata!
La bellezza del paesaggio è mozzafiato, penso davvero che in questo momento potrei essere in Lapponia… solo il pesce che sto insidiando non è un salmone o un salmerino artico ma il più umile aspio. Cerco un aspio da ricordare, ne abbiamo già presi di grossi, sia quest’anno sia negli anni scorsi, ma quello davvero da incorniciare ancora manca.
Lapponia a Cremona!
Comunque come aveva predetto Nostradamus, passo ore a camminare nella neve e a buttarmici sopra come un bambino a guardare il cielo ormai rischiarato, attimi perfetti in cui riconosci l’odore della neve, vedi solo natura e cielo intorno, non senti altro suono all’infuori dell’acqua che incede lenta e maestosa e, lontano, l’eco di una cascata.
Rispetto alle ore di “gita” quelle di pesca sono clamorosamente poche e io sto sfoggiando un cangiante cappotto!
Mi trascino indietro fino all’auto tra accenni di crampi ed altri sintomi evidenti che la mia forma fisica decade drasticamente nei mesi in cui la trota è chiusa.
C’è un altro posto dove non ho mai pescato e che vorrei provare, è poco lontano; non più di cinque minuti nella neve e sono di nuovo di fronte al fiume, ormai all’imbrunire.
Ho cambiato assetto di pesca, un pochino più “fast and furious”: GLoomis NRX e Aero Spin 4000 bobinato a 0,19 con finale 0,35. Lancio esche più voluminose e più pesanti.
Il sole è tramontato ed invoco gli ultimi cinque lanci. Raccolto il filo del quinto lancio sento una voce dentro di me che mi dice: <Vedi quel filo di corrente a monte? Lì, a lato del banco di sabbia. Lancia lì. Ancora un lancio!>
Secondo le sacre regole dell’Anonima dichiarare gli ultimi lanci e poi farne altri può essere un gravissimo oltraggio agli dei della pesca! E gli dei della pesca sanno essere vendicativi…
Mi interrogo se lanciare o meno, poi giungo alla conclusione che quella voce non veniva da me, no, no, no, era una chiamata dagli dei stessi, erano loro a concedermi un’ultima chance dopo quella giornata di fatiche!
Faccio sibilare nell’aria il pesante ondulate colorato firetiger che raggiunge l’acqua lontano, a monte di quel filo di corrente. Inizio un recupero piuttosto lento, più o meno alla velocità dell’acqua. Ed eccola, inequivocabile, la mangiata dell’aspio!
Un breve combattimento, prolungato solo dalla lunga distanza dell’esca e dalla straordinaria forma fisica del pesce, che infatti mi ha fatto pensare ad una taglia più generosa… Gli aspi si sa, dopo una furibonda mangiata e qualche scaltro tentativo di fuga iniziale, non sono degli strepitosi combattenti, ma questo piccoletto si è difeso in modo davvero egregio!
Aspietto degli ultimi lanci
Felice come un bambino lo porto a riva, lo adagio un secondo sul bagnasciuga bagnato, non il massimo del Catch and Release, ma è un pesce a squame grandi ed è sul bagnato. Fotocamera in mano, foto. Aspio in acqua, fotocamera lampeggia l’autoscatto, sollevo: foto. Un’altra volta. Rilascio perfetto.
Era piccolo, direi neanche 50 centimetri ad occhio, ma mi ha reso felice. Ancora qualche lancio convinto di aver trovato il branco. Niente.
Io per quest’inverno con gli aspi dovrei aver chiuso. Loro, gli aspi, nelle zone in cui li pesco credo siano prossimi alla frega ed io sono prossimo a dedicarmi alla mia pesca preferita: la Trota in Torrente!
L’aspio era piccolo, ma le emozioni di questa giornata di pesca erano grandi, valeva la pena di viverle e spero valesse la pena di leggerle. Ci rivediamo all’Apertura!
Rock’n’Rod