Ah, le faccette comiche
Aspirante vedovo
(Aspirante vedovo)
Massimo Venier, 2013 (Italia), 84'
uscita italiana: 10 ottobre 2013
Altro che “invention sans avenir”, il cinema è uno strumento magico: pur vecchio oltre un secolo, riesce a rendere evidenti le spiacevoli realtà del nostro presente. Ad esempio, può un film appena uscito essere meno originale rispetto al suo omologo (datato 1959), del quale è oltretutto una sorta di remake?
La risposta ce la fornisce Massimo Venier, regista lombardo passato dal decennale sodalizio con Gialappa’s Band ed Aldo, Giovanni e Giacomo alle commediacce italiote. Il suo Aspirante Vedovo fa tornare alla mente sin dal titolo il capolavoro di Dino Risi, che attraverso le gesta scellerate di Alberto Sordi fotografava con straordinaria efficacia la vita di un aspirante vitellone nell’Italia del boom – Franca Valeri interpretava la scomoda consorte della quale disfarsi –, ma presto getta lo spettatore nello sconforto, mettendo in scena una bestiario di figurine televisive, luoghi comuni e banalità.
Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto sono protagonisti da tubo catodico, che poco c’azzeccano (assecondando il gergo dipietresco) col Cinema, e non vengono aiutati dalla consueta truppa di sceneggiatori (quattro) con in testa tanta confusione e poche idee: ecco apparire l’ombra dei poteri forti, un qualunquismo imperante e persino della pseudo-satira sinistrorsa, peccato che della commedia non sia rimasta traccia. La storia viene mutilata, semplificata e, come si diceva, magicamente resa meno moderna di quella concepita cinquant'anni fa. Il cinema è implacabile nel svelare la mediocrità. C'è da dire che gli autori erano almeno stati freudianamente sinceri nella scelta del titolo: loro aspirano a fare film, mica ci riescono. Però sarebbe più educato lasciar stare i nostri santi laici, limitandosi ai fanti del cinepanettone.
La sezione Uno Sparo nel Buio è frutto di malsano pregiudizio. Ogni film ivi recensito non è stato mai visto. Tutte le considerazioni esposte derivano da un approfondito studio della locandina e dei trailer, arricchito da spocchiose opinioni a priori che i vostri corrispondenti esprimono con gioia infantile.