Assalto al sistema o solo scaramucce pre elettorali?

Creato il 17 dicembre 2013 da Freeskipper

di Gerardo Lisco. Ogni volta che ho letto dati dell’Istat, del Censis o della Cna di Mestre che descrivono lo stato della crisi in Italia -  tanto per memoria: l’8% degli italiani per mangiare fa la fila davanti a qualche istituto caritatevole, oltre il 15% degli italiani è al limite della povertà, un milione di bambini vive in uno stato di assoluta povertà, 3,5 milioni sono gli italiani privi di lavoro - mi sono sempre chiesto quale potesse essere il limite di sopportazione? Le manifestazioni di piazza di questi giorni, il movimento dei “forconi”, sembra che dicano che il limite è stato superato. La cosa sulla quale riflettere è: perché solo adesso in coincidenza di tre eventi di segno diverso ma rilevanti. Il M5S nelle elezioni amministrative e nell’immaginario collettivo sembra perdere il proprio appeal, la scissione del PDL con la nascita del NCD e la rinascita di Forza Italia, l’elezione a segretario  del PD di Matteo Renzi. Dicevo eventi di segno opposto ma che hanno comunque un elemento in comune e cioè la fine della stagione montiana – si, perché se non fosse ancora chiaro il Governo Letta è in piena continuità con l’esecutivo Monti – e contestualmente anche la crisi del ruolo di Napolitano. Pur se mossi da interessi e prospettive diverse tutti e tre gli eventi sembrano dire no all’Europa della Tecnocrazia, dell’austerità e all’egemonia Tedesca. E’ anche evidente che i tre “no” sono motivati da ragioni diverse e tendono a fini diversi. L’opposizione dura di Forza Italia è motivata dalla necessità di difendere “il capo”, quella del M5S, nato come movimento protestatario, dalla necessità di trovare nella crisi le ragioni della propria sopravvivenza, quella del PD a guida Renzi dalla necessità di fare qualcosa per non essere travolto dagli eventi. Il “limite” viene superato quando, con l’elezione di Renzi a Segretario del Pd, si intravede all’orizzonte il “rischio” che il sistema possa essere in qualche modo destrutturato dall’interno. Una tale possibilità farebbe crollare molte delle ragioni del consenso al M5S e a Forza Italia. La protesta nata come rivendicazione del mondo agricolo e dell’autotrasporto in difesa della “Italianità” è stata evidentemente strumentalizzata da parte di frange estreme. La protesta disorganizzata, come semplice moto, ha finito con l’essere guidata e indirizzata da minoranze organizzate. Come sempre nella Storia se le masse indistinte si muovono sono solo le minoranze organizzate in grado di indicare l’obiettivo. Parafrasando Mao Tse Tung: “Grande è la confusione sotto il cielo, perciò la situazione è favorevole” per la reazione. Infatti, se analizziamo senza pregiudizi ciò che sta accadendo, la protesta spontanea nata in coda alle associazioni degli agricoltori e degli autotrasportatori si sta trasformando in uno scontro tutto all’interno delle varie destre presenti in Italia come nel resto dell’Unione Europea. La grande assente è la Sinistra nelle sue espressioni sia riformiste che radicali. Il confronto è tra la destra populista e reazionaria alla riscoperta dei valori della nazione (solo in uno stadio quando gioca la nazionale credo che si siano viste tante bandiere tricolori come in questi giorni alle manifestazioni dei “forconi”) e una destra liberaldemocratica conscia del fallimento di una U.E. costruita attorno agli interessi dell’eurocrazia e del finanziarcapitalismo. Questa contrapposizione è identificabile rispettivamente con M5S, Forza Italia, Lega e gruppi dell’estrema destra tradizionale da una parte e il PD diventato, con l’elezione di Renzi un partito sostanzialmente Liberaldemocratico, dall’altra. Chi vincerà il confronto? Bisognerà aspettare le elezioni europee e le eventuali elezioni politiche. Penso che se avremmo anche le elezioni politiche potrebbe essere il segnale della vittoria della destra populista, reazionaria e nazionalista. Infatti, anche se sono convinto che la questione delle riforme elettorali sia fondamentale non è con essa che la crisi economica verrà superata. Ci vuole una diversa politica economica e per farla e per vederne gli effetti ci vuole tempo. Una nuova politica economica passa solo attraverso la riscoperta dei valori e della cultura politica di sinistra. Renzi in sostanza o rivede molte delle sue posizioni in materia di politiche economiche o è destinato alla sconfitta.


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