Manca ancora un annuncio ufficiale, ma è scontato che Ubisoft sia al lavoro su un nuovo episodio di Assassin's Creed: come potrebbe essere?
Cosa vorremmo in... è una rubrica a cadenza mensile dedicata ai giochi più attesi dal pubblico. Ma rispetto alle tradizionali anteprime, essa tratta l'argomento in maniera più diffusa, immaginando come potrebbe essere un titolo, o come si vorrebbe che fosse, piuttosto di come sarà.
Come abbiamo scritto in occasione della recensione di Assassin's Creed Syndicate, tra le certezze della vita videoludica di ogni appassionato c'è - o c'era, viste le notizie ancora tutte da confermare di ieri - un episodio annuale di Assassin's Creed, serie che è riuscita a fare breccia nel cuore dei giocatori grazie a una grafica curata, al carisma dei suoi protagonisti, almeno nei primi episodi, e ai periodi storici in cui sono state ambientate le varie avventure. Perché la saga, inutile girarci troppo attorno, basa buona parte delle sue fortune proprio sulle location e sulle tematiche narrative piuttosto che sul gameplay. Questo ovviamente non vuol dire che non abbia proposto in origine qualche interessante novità da questo punto di vista, o che gli appassionati non possano pretendere in futuro una giocabilità degna di una produzione tripla A, capace cioè di divertire e coinvolgere come invece non sempre riesce a fare. La serie, infatti, continua a portarsi dietro dei problemi a livello di meccaniche che ciclicamente si ripetono, in maniera fastidiosa, capitolo dopo capitolo. Per qualcuno ciò sarebbe dovuto alla periodicità della serie, al fatto cioè che venga rilasciato un titolo della serie all'anno, impedendo di fatto agli sviluppatori di lavorare a reali novità in termini di gameplay, e non solo in quello. Per altri si tratterebbe di non curanza. In tutti i casi, abbiamo provato a immaginare come potrebbe essere l'episodio in arrivo alla fine di quest'anno oppure, stando ai rumor, nel prossimo.
twittalo! La Grecia di Alessandro, l'Egitto dei Faraoni o il Giappone degli Shogun nel prossimo Assassin's Creed?
Revisionare i combattimenti
Lavorare su un franchise che prevede il rilascio annuale di un titolo non è, come detto, impresa facile, soprattutto se un gioco necessita di un pesante svecchiamento per certe meccaniche rispetto a quello che lo ha preceduto, e dunque un lavoro che richiederebbe più tempo rispetto a quello concesso dal publisher prima della fase Gold. Volenti o nolenti, quindi, gli sviluppatori sono spesso costretti a trascurare alcuni aspetti della produzione e a concentrarsi su altri, almeno quando non lo fanno per libera scelta cullandosi erroneamente, come ipotizzato prima, sul fatto che esiste una nutrita schiera di fan pronti a perdonargli ogni più piccolo errore pur di poter godere a cadenza regolare di un nuovo capitolo.
Ad ogni modo, e lo diciamo da anni, la serie Assassin's Creed avrebbe assoluta necessità di tirare un po' il fiato, di fermarsi un attimo per riorganizzarsi e modernizzare talune meccaniche, oltre che per rifinirne altre, anche a costo di rendere il gameplay un po' differente rispetto a quello a cui ci ha abituato la saga. E forse anche Ubisoft se n'è accorta. Non parliamo ovviamente di una totale revisione del concept di gioco originale, cosa peraltro impossibile senza snaturarne la struttura, quanto piuttosto di una rivisitazione (e un miglioramento) di quegli aspetti che appaiono ormai vetusti o che non funzionano a dovere. Ci sono difetti che la serie si porta appresso ormai da troppo tempo per poter essere ancora tollerati anche dall'appassionato più convinto. Parliamo dei muri invisibili che non sono stati del tutto eliminati neanche nelle produzioni più recenti, o del sistema di combattimento, che va comunque rivisto pesantemente. Passi in avanti si sono registrati in tal senso in Syndicate, con un sistema di controllo e combattimento più rifinito rispetto al passato, ma si può fare ancora di più. In quest'ottica vorremmo per esempio un'intelligenza artificiale dei nemici meno approssimativa, con avversari capaci di ragionare e agire come esseri senzienti, così da offrire un livello di sfida votato verso l'alto. Se attaccano il protagonista, che lo facciano in gruppo senza attendere educatamente il proprio turno, ricorrendo a qualsiasi mezzo pur di venire a capo dello scontro. Se durante una fase di pattugliamento scoprono il cadavere di una sentinella o scorgono la sagoma di un Assassino, che agiscano di conseguenza come farebbero dei veri soldati nella realtà, dando l'allarme, posizionandosi in uno stato di all'erta più credibile e, una volta ottenuti i rinforzi, scandaglino l'area circostante palmo per palmo, ma non solo per una manciata di secondi. Troppe volte capita poi di vedere una coppia di nemici agire come due reclute, cioè a dire col primo che si china su un cadavere trovato per terra, e il secondo che va verso qualche passante per interrogarlo, lasciando scoperte le spalle del compagno, o di eliminare una guardia mentre a pochi passi ce n'è un'altra che sembra sorda e non accorgersi nemmeno dei lamenti dietro di lui. E questi sono solo due esempi.Nascosti nel buio
Sempre a livello di gameplay vorremmo che venissero riviste ulteriormente le fasi stealth, rielaborandole in maniera tale da farle risultare davvero utili ai fini dell'avventura e non, come talvolta accade, usate quali semplici riempitivi. Inoltre auspichiamo che le missioni in cui bisogna agire nell'ombra vengano concepite così da essere più avvincenti e, con i dovuti distinguo del caso soprattutto in termini di stile, realizzate per varietà in linea con quelle dei massimi esponenti del genere, vedi Hitman o Metal Gear Solid. Alla lunga, infatti, può risultare noioso stare dietro a qualcuno solo per ascoltare le sue conversazioni, per eliminarlo o per compiere in generale sempre le stesse cose.
Assassin's Creed 2016 (o 2017) lo vorremmo insomma estremamente dinamico, con in più dei tempi di gioco dettati da un mondo pieno di elementi connessi con cui interagire, come ipotizzammo anni addietro in un altro speciale, e che in alcuni casi potrebbero portare a sbloccare tante missioni secondarie non necessariamente legate alla trama principale. Questo servirebbe però ad amplificare la sensazione di trovarsi in un mondo vivo, dove ogni singolo personaggio non giocante ha una propria esistenza: pensiamo a una frase particolare sentita per caso mentre si attraversa un vicolo, la percezione di uno sguardo ambiguo o il gesto insolito di un passante che inizia a seguire una donna con aria minacciosa. Situazioni casuali che potrebbero stimolare il protagonista del nuovo Assassin's Creed ad agire, a investigare su quello che accadrà e magari intervenire. In fondo è quello che accade nel mondo vero, dove mentre noi stiamo guardando la televisione o passeggiando con gli amici, in un altro punto della città qualcuno sta per essere rapinato oppure sta per incontrare l'amore della sua vita. Forse chiediamo troppo, ma sognare non costa nulla. Fin dalle sue origini, uno dei punti di forza della serie Assassin's Creed è stato quello di ambientare ogni avventura in differenti epoche storiche o aree del pianeta Terra. Questo ha consentito tra le altre cose ai grafici di sbizzarrirsi nel proporre agli utenti scenari spesso mozzafiato e locazioni di per sé affascinanti in relazione al periodo. Dopo la Francia della Rivoluzione e la Londra vittoriana, per il nuovo Assassin's Creed non ci dispiacerebbe un ritorno al passato, in un periodo come quello della Grecia antica, in un'epoca a cavallo fra la crisi della polis, con l'ascesa di Filippo II il Macedone e poi del figlio Alessandro Magno, e l'avvento dell'Età ellenistica, che trasformò la cultura, l'economia, la società e le istituzioni politiche della regione.La storia e i suoi protagonisti
Non male anche l'affascinante Egitto dei Faraoni. In tal senso Ashraf Ismail, direttore dei lavori di Assassin's Creed IV: Black Flag, dichiarò tempo fa che il suo desiderio è quello prima o poi di ambientare un episodio della saga proprio nell'antico Egitto: "L'Animus ci permette di spostarci in qualsiasi momento della storia dell'umanità", disse, "e per noi quella di progredire seguendo un ordine cronologico negli avvenimenti non è mai stata una regola precisa". Gli ultimi rumor vanno in quella direzione. A noi non spiacerebbero nemmeno la Praga del Sacro Romano Impero di Rodolfo II d'Asburgo, o il Giappone degli Shōgun.
Nel primo caso il giocatore potrebbe vivere un'esperienza quasi magica in una delle città più belle e affascinanti del mondo, che diede tra l'altro i natali a un certo Faust, e di trovarsi dinanzi a personaggi storici come l'astronomo danese Tycho Brahe, il collega matematico e musicista tedesco Giovanni Keplero, o il rabbino Judah Loew ben Bezalel, quello della leggenda del famosissimo Golem nascosto nella sinagoga Staronova, nel quartiere ebraico di Praga. Nella seconda ipotesi potrebbe invece vivere l'esperienza di un Assassino nel Giappone antico, in un periodo compreso fra il 1550 e il 1600, incrociando anche qui personaggi storici come il pittore Kanō Motonobu, il quindicesimo leader dello shogunato Ashikaga, Yoshiaki, oppure i daimyo Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu, sullo sfondo della guerra di Ōnin fino al successivo periodo Sengoku. Su questo scenario girano da sempre tante voci sulla Rete, corroborate da un presunto indizio presente in Assassin's Creed IV: Black Flag. Giocando, infatti, si apprende che attraverso l'eredità genetica della madre del Campione 17, la Abstergo ha materiale sulle Crociate (Assassin's Creed), l'Egitto e il Nord Africa del tredicesimo secolo, il Giappone degli Ashikaga, la Rivoluzione francese, le guerre napoleoniche e la cosiddetta "Estate dell'amore". Quest'ultima però ci sentiamo obiettivamente di scartarla a priori, perché appare difficile immaginare Assassini e Templari che si scontrano fra hippie, musica underground e sostanze psichedeliche. Comunque sia, qualsiasi sarà la location scelta per il nuovo Assassin's Creed, l'importante per noi è che il protagonista sia un personaggio affascinante e carismatico come Desmond-Ezio, e che l'avventura si riveli memorabile sotto ogni punto di vista. Una delle critiche mosse a Syndicate è stata proprio che l'avventura principale non riesce ad essere memorabile, mostrando il fianco nei momenti in cui dovrebbe essere più esaltante o approfondire i personaggi. Per il resto preferiamo fermarci qui con le nostre proposte per un eventuale Assassin's Creed 2016. In realtà potremmo continuare per ore a parlarne, a ipotizzare scenari e situazioni, ma a quel punto non basterebbe più lo spazio di un articolo. Pertanto ci sembra giusto concludere qui la puntata e dare spazio alle vostre proposte sul tema, ponendovi la nostra solita domanda: come vorreste il prossimo Assassin's Creed?