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Assassin’s Creed IV: Grido di libertà – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 13/02/2014

Cover Assassin’s Creed: Grido di Libertà

PC - PS3 - PS4 - Wii U - Xbox 360 - Xbox One Pegi 18 TESTATO SU
PC

Genere: ,

Sviluppatore: Ubisoft Montréal

Produttore: Ubisoft

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Italiano

Giocatori: 1

Data di uscita: 19/02/2014

VISITA LA SCHEDA DI Assassin’s Creed: Grido di Libertà

Pro-1Adewalé ha il suo perché Contro-1Trama breve e missioni ripetitive

Pro-2Il tema trattato non è assolutamente banale Contro-2I difetti storici sono inclusi nel pacchetto

Pro-3Mappa di gioco liberamente esplorabile, seppur piccola Contro-3Meccaniche di gioco invariate

Dopo aver vissuto le avventure dell’impavido quanto avido Edward Kenway, abbiamo avuto la possibilità di impersonare il quartiermastro della Jackdaw, ovvero l’ex schiavo Adewalé, che ha ormai abbracciato il credo degli Assassini. Se volete sapere di più sul primo DLC single player di Assassin’s Creed IV vi invitiamo a leggere la nostra recensione, precisando che Grido di libertà è un’esperienza pienamente godibile anche per coloro i quali non hanno giocato o completato Black Flag, poiché priva di ogni tipo di spoiler, ragion per cui verrà venduta a breve anche in versione stand alone.

Assassin's Creed Black Flag Grido di Libertà
IN LOTTA PER LA LIBERTÀ

Senza entrare troppo nei particolari, ci ritroveremo nella capitale di Haiti, Port-Au-Prince, nei panni di Adewalé, che dovrà sventare i piani di alcuni personaggi le cui ricchezze derivano principalmente dalla compravendita di schiavi, tema piuttosto particolare al quale il nostro protagonista è piuttosto sensibile. Tutto ruoterà infatti intorno al delicato tema che ha letteralmente piagato quel periodo storico, poiché la nostra ciurma sarà composta interamente dai Maroon, una sorta di confraternita costituita da soli uomini di colore, mentre in giro per la mappa, così come avveniva per il relcutamento dei pirati nel titolo base, troveremo piccoli gruppi di schiavi da liberare, senza contare le apposite navi e le piantagioni, dove il numero di prigionieri, e di conseguenza l’impegno richiesto, sarà più elevato.

A differenza di Edward che impugnava contemporaneamente due spade, il buon Adewalé è armato di un enorme machete, al quale affianca una spingarda, ovvero una sorta di fucile a pompa a corto raggio, in grado di eliminare in un sol colpo più nemici. Per sbloccare nuovi modelli delle due armi sopra citate, non bisognerà spendere i real guadagnati, bensì dovremo liberare un quantitativo di schiavi predefinito, dopodiché potremo ritirare le armi interessate in qualunque negozio o all’interno della nostra nave. Liberare uomini non sarà però l’unico modo che ci consente sbloccare nuove armi e oggetti, perché tornano ancora una volta i relitti da esplorare, all’interno dei quali troveremo al solito uno scrigno “speciale”.  La mappa di gioco, non particolarmente generosa in termini di dimensioni, è completamente esplorabile sia a piedi (laddove è permesso attraccare) che a bordo della nostra personalissima nave, la quale è potenziabile in maniera assolutamente identica a quanto già visto, seppur il numero di elementi migliorabili sia più esiguo.

Per completare le nove sequenze di cui è composta questa breve storia, abbiamo impiegato circa tre ore, quattro se consideriamo un po’ di tempo perso giocando a fare  pirati, con il solo scopo di potenziare il nostro mezzo di trasporto. Il gioco infatti ci impone più volte il completamento di piccoli obiettivi prima di poter proseguire con la trama principale, costringendoci  più di una volta a dover affrontare vascelli troppo potenti per il nostro livello o, addirittura, di dover perdere svariati minuti di gioco alla ricerca di schiavi da liberare. Tutto ciò non ci è sembrato altro che un mero tentativo di allungare il brodo. Se poi consideriamo che le missioni primarie ci propongono ancora una volte sfilze di pedinamenti che già avevano stufato abbastanza i giocatori di Black Flag, non possiamo certo ritenerci pienamente soddisfatti in questo senso. Va comunque considerata positivamente la presenza di svariate attività secondarie che anche dopo aver completato la storia occupavano con diversi punti interrogativi la nostra mappa spingendoci a giocarlo ulteriormente.

A livello tecnico non c’è bisogno di dire alcunché dato che non vi è nulla di meno e nulla di più rispetto a quanto visto in precedenza. Va comunque evidenziata, ancora una volta, la scarsa capacità di Ubisoft nell’ottimizzare i titoli della serie di Assassin’s Creed su PC, dal momento che su macchine decisamente potenti il gioco fatica tantissimo a mantenere i 60 fps, costringendo quindi i giocatori a venire a compromessi con i pesantissimi artifici grafici presenti, in particolare quelli esclusivi per le GPU nVidia. Per quanto riguarda il comparto sonoro non possiamo assolutamente lamentarci, considerato che le musiche e il doppiaggio si attestano ancora una volta su buoni livelli, in particolar modo le prime, decisamente azzeccate.

Assassin’s Creed IV: Grido di libertà – Recensione IN CONCLUSIONE
Assassin's Creed IV: Grido di libertà non stravolge in alcun modo quella che è la struttura di gioco già vista impersonando Edward Kenway, ma è in grado di regalare al giocatore qualche ora aggiuntiva nell'universo creato da Ubisoft, nei panni di un personaggio decisamente carismatico che affronta una battaglia non proprio banale e sempre poco tirata in ballo. Se avete quindi apprezzato in toto l'offerta di Black Flag e non potete fare a meno di tornare nei panni di un assassino, Freedom Cry è il contenuto aggiuntivo che fa per voi, per tutti gli altri è forse il caso di aspettare il nuovo capitolo. ZVOTO 7
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