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Assassin’s Creed Unity – La Rivoluzione Francese targata Ubisoft

Da Videogiochi @ZGiochi
di Danilo Barbieri

Assassin’s Creed, quanto è odiato/amato questo brand è quasi impressionante, eppure ogni anno, regolare come un orologio svizzero, Ubisoft sforna dal cilindro l’ennesimo capitolo del brand, anzi ormai siamo addirittura arrivati a due o più se si contano i DLC stand-alone e i titoli mobile. Comunque sia, tra clamorosi ricicli di formule ormai vetuste, il titolo annuale in questione riesce sempre a farsi giocare da tutti e diventa quasi un rito del tempo elogiare o massacrare l’Assassin’s Creed di turno. Sinceramente parlando siamo abbastanza stanchi di questa serie, ma non vi nascondiamo che al primo reveal trailer di Assassin’s Creed Unity un barlume di speranza si accese in noi. La speranza viva di un nuovo titolo, un gioco fresco e diverso dai soliti compitini annuali svolti dalla software house francese, e dunque ci siamo, dopo Assassin’s Creed Rogue questo è il momento della verità o dell’unità, dipende dai casi, ma di certo questo capitolo sancirà l’epopea assassina che ci attende in questa nuova generazione di console… Speriamo solo che sia partita con il piede giusto.

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RIVOLUZIONE?

Ambientato durante la Rivoluzione Francese Assassin’s Creed Unity ci mette nei panni di Arno Victor Dorian, una evoluzione meno carismatica del famoso Ezio Auditore, personaggio comunque godibile e molto simpatico, probabilmente tra i migliori della serie. La storia, senza farvi troppi spoiler, ancora una volta si dirama su vendette, amori e cospirazioni, senza mai annoiare ma nemmeno decollare, non manca ovviamente l’inutile controparte moderna dedicata all’Abstergo, anzi alla struttura Helix (un Animus per consumatori insomma) la quale tramite pochi filmati e alcune battute riesce addirittura a superare quello scempio visto in Black Flag, portandoci a chiederci il perché di tutto questo in molti frangenti. Arrivati all’ottavo capitolo in ben sette anni e chiuse le vicende di Desmond Miles, non vediamo ancora una volta l’utilità di questa storia alternativa all’interno del gioco, dato che non collega mai niente, non aiuta il giocatore a capire varie situazioni e rasenta veramente il nulla cosmico in più di un’occasione. Certo, una delle poche note positive su questo fronte sono quella manciata di fratture temporali che saremo chiamati a completare, cioè eventi scriptati che ci porteranno oltre la nostra storia, sempre in Francia, ma in periodi ben diversi da quello dedicato alla Rivoluzione. Comunque il gioco ha inizio tramite una schermata, diciamo un po’ scherzosa, dove la software house mette a disposizione ben 12 periodi di tempo, tra cui alcuni evidenti cenni ai giochi precedenti e potenzialmente futuri contenuti aggiuntivi o Assassin’s Creed, ma li blocca ad eccezione di uno: La tragedia di Jacques de Molay. Allora entriamo nei panni del Templare e ripercorriamo i suoi ultimi istanti di vita fino a che una voce fuori campo, un assassino oggi chiamato Vescovo, ci interrompe, ci riassume brevemente i compiti dell’Abstergo e ci carica immediatamente in una nuova sequenza di memoria che coinvolge un ragazzo di nome Arno Dorian, dove la vera storia di Assassin’s Creed Unity comincia. La trama, molto piatta e lineare, lo abbiamo detto, ripercorre la vita di Arno sin da quando era bambino fino a divenire Maestro Assassino, tutto già visto, ma la cosa più interessante è il racconto dagli albori del suo legame amico-amante con la sorellastra Elise, e solo grazie alle circostanze della loro relazione i due riescono a guidare la storia su una dinamica molto interessante, che percorre temi mai affrontati nella serie Ubisoft.

Se dal lato storia abbiamo poche novità ed un finale alquanto altalenante, lo stesso non si può dire per quanto riguarda il gameplay che senza dubbio è uno dei fattori maggiormente rivisti in sede di sviluppo. Sono anni che gli appassionati della saga lamentano la ripetitività delle missioni e, soprattutto, la loro linearità. Proprio per dare spazio a questo genere di feedback, gli sviluppatori hanno cercato di adottare un level design più aperto, infatti in alcuni frangenti le missioni che andremo ad affrontare, oltre ad essere molto varie, permetteranno al giocatore più di un approccio, in modo da plasmare il gameplay sul proprio stile di gioco. In questo modo i più irrequieti potranno andare all’arrembaggio, i più curiosi scoprire passaggi segreti e i più attenti ascoltare dialoghi per poter avere accesso ad informazioni aggiuntive. Insomma ognuno sarà libero di agire come meglio crede, almeno all’interno delle missioni principali, le quali sono strutturate veramente bene e riescono quasi a nascondere le molteplici pecche che invece le missioni secondarie e il sistema di combattimento si portano dietro. Partendo dalle prime, è giusto sottolineare che la mappa della Parigi ricreata dallo sviluppatore è veramente enorme, con centinaia di cose da fare e posti da vedere e finalmente tanti appartamenti esplorabili. Si parte dai classici punti elevati da sincronizzare agli enigmi di Nostradamus, dalla raccolta di Coccarde (ex piume) e si arriva fino alle attività collaterali di Parigi, tra cui missioni secondarie, misteriosi omicidi, ristrutturazioni di circoli sociali, caccia agli scrigni del tesoro e le varie missioni coop che vedremo dopo. Insomma la carne al fuoco è veramente tanta e per tutti i gusti, peccato una certa ripetitività e quindi noia sopraggiunga nel completare questi innumerevoli compiti, in fin dei conti quasi tutti uguali, sia che si tratti delle varie storie di Parigi, degli eventi folla o delle sub-quest dedicate agli assassini. Se la varietà delle missioni principali è stata studiata veramente bene, lo stesso non possiamo dire delle molteplici attività secondarie, partiamo da storie banali in cui il nostro eroe non parla nemmeno e si arriva ad altre dove in silenzio andremo a completare i vari incarichi, come raccogliere libri, uccidere, pedinare, e le varie altre abituè del credo dell’assassino. Molto meglio, anche se abbastanza semplici in realtà, i misteriosi omicidi da scovare, dove il nostro Arno diventa un vero detective a tutti gli effetti. Ovviamente, adoperando l’Occhio dell’Aquila andremo ad evidenziare i vari indizi di sorta e raccogliere le testimonianze dei personaggi coinvolti, ma poi starà a noi mettere insieme i pezzi in modo da accusare uno dei diversi potenziali sospettati. Molto vario, così come la caccia agli scrigni, un punto fermo della serie Assassin’s Creed, ma questa volta influenzata dall’aggiunta di micro-transazioni. Ci sono diversi tipi di casse del tesoro da trovare: casse bianche che possono essere aperte in qualsiasi momento, quelle rosse che possono essere sbloccate solo con lo scasso, che è una competenza che si deve scegliere di aggiornare utilizzando i nostri punti abilità, e infine le casse blu, che possono essere sbloccate solo completando le missioni attraverso companion app (che contiene micro-transazioni) o tramite accesso ad Uplay, quindi le casse d’oro che possono essere aperte solo tramite Initiates o altri requisiti, i quali una volta raggiunti ci doneranno la grazia di aprire queste casse.

Per quanto riguarda il combattimento l’impostazione è rimasta la medesima dei precedenti, ma una serie di modifiche importanti riescono a nostro parere a farlo regredire ulteriormente. Se la formula dei vecchi capitoli ci aveva un po’ stufato, non si può certo dire che fosse pessima per realizzazione, un po’ ignorante è vero, ma ottima per fruizione. Questa volta invece succede il contrario, la formula è “nuova” ma la realizzazione è pessima, non solo per la difficoltà che senza dubbio è relativa grazie alle skill di Arno e al suo equipaggiamento, ma per la pochezza di modifiche apportate. Il combattimento è vecchio, legnoso e questa volta pure difficile da affrontare, decisamente distante dalla formula free-flow degli Arkham o del recente Mordor, certo la rimozione dell’uccisione che seguiva il contrattacco (innescare un contrattacco e una parata di successo non significa più uccisione immediata, è semplicemente un’apertura per un attacco) ha migliorato la situazione, difatti ora è necessario utilizzare tempi precisi di risposta segnalati da una apposita icona color oro sopra la testa del nemico, con i vari gruppetti che si alternano negli attacchi. Decisamente un combattimento più impegnativo da questo punto di vista, ma d’altro canto la fredda immediatezza (per esempio capire come sparare è già un impresa) del sistema, poco si presta ad affrontare nemici ora veramente temibili. Arno semplicemente non ha il repertorio di mosse per mantenere il combattimento coinvolgente. Al di fuori di contrastare gli attacchi deboli e nello schivare attacchi forti, tutto ciò che possiamo realmente fare è usare fumogeni e bombe, in modo da ovviare al repertorio di mosse dell’assassino che è veramente debole. La furtività non va molto meglio e a parte un sistema di IA generale veramente imbarazzante, le meccaniche di copertura sono terribili e in più di una occasione vi tradiranno grazie a troppi comandi relegati a pochi pulsanti. Ottimo invece il nuovo parkour, che oltre a dimostrarsi molto fluido in fase di scalata e corsa, ora può esaltare anche le qualità in calata, grazie alla discesa rapida, ora molto più convenzionale e sicuramente di grande aiuto visto i numerosi sali e scendi dei tetti parigini e anche alle numerose case aperte che potremo usare per scappare, o semplicemente per variare l’approccio ad un missione. Tutto ciò va ovviamente a combinarsi con il nuovissimo sistema di loot e con la personalizzazione del personaggio. Arno, infatti, non solo potrà essere personalizzato da capo a piedi dal punto di vista estetico, ma ogni singolo pezzo d’equipaggiamento che andremo a recuperare ci donerà particolari agevolazioni dal punto di vista della salute, del combattimento, dell’esplorazione e della silenziosità. Discorso simile vale per le armi, disponibili in gran quantità (anche se difficilmente sbloccabili), che otterremo giocando e rigiocando le varie missioni. Ad un armamentario più tradizionale viene ovviamente affiancata la lama celata, senza contare l’inedita lama fantasma, una sorta di balestrino da polso che, oltre ad essere particolarmente utile, è diventato un po’ il simbolo di questo Assassin’s Creed Unity.

L’IMPORTANZA DI AVERE UN AMICO

Abbiamo analizzato il gameplay, la storyline e le varie missioni affrontabili, ora passiamo ad una delle fasi più interessanti di questo Assassin’s Creed Unity, ovvero la cooperativa online. Se l’idea di base è veramente interessante, e soprattutto elimina il deprecabile comparto competitivo dei passati capitoli, lo stesso non si può dire per la funzionalità generale. Anche se può essere divertente cercare di intrufolarsi in un palazzo fortemente protetto, coordinando fumogeni e distrazioni varie, si sente veramente troppo come il livello di progettazione manchi di un qualcosa in più per incoraggiare realmente la cooperazione (il titolo offre missioni da 2 fino a 4 giocatori). La maggior parte di esse sono missioni per giocatore singolo con una presenza del nemico più pesante, per compensare il fatto che ci sono più assassini. Non c’è alcun motivo reale per dividersi i compiti, alcuna ragione di comunicare e non di rado ci si trova nella spiacevole situazione in cui i giocatori che si uniscono se ne stanno fermi ad aspettare che qualcuno svolga la missione per loro. Insomma, non vi è congruenza e stabilità nel gioco, non esiste cooperazione, a meno che non le affrontiate con amici e in chat di gruppo, a quel punto questa feature potrebbe divertire e rivelarsi anche interessante da affrontare. Le missioni disponibili sono una ventina circa e divise per due categorie, da una parte abbiamo i “Furti“, che si concentrano quasi esclusivamente sulla furtività come dice il nome, e di fatto penalizzano la ricompensa finale della squadra ogni volta che qualcuno viene avvistato; dall’altra le missioni denominate semplicemente “Coop“, cioè quelle che se la cavano un po’ meglio per il loro design e per la struttura a ricompensa casuale. Molto varie e anche lunghette queste ultime, si sono rivelate il modo più divertente di arricchire le nostre tasche, e diciamocelo: sono una manna visto il pessimo sistema economico introdotto dallo sviluppatore.

Di cosa stiamo parlando? Semplice, delle micro-transazioni che influenzano notevolmente l’economia di Assassin’s Creed Unity. Vedete, se non fosse per il lato coop, che di fatto ci regala tanti bei soldoni in pochi minuti di gioco (secondo noi è un problema, non una cosa studiata), il sistema economico di Unity ci avrebbe dato più di un grattacapo durante tutto lo scorrere del gioco (il gioco si attesta su molteplici ore, la campagna principale ve ne porterà via una quindicina, il resto dipenderà solo dalla vostra voglia). Ogni missione ha una difficoltà misurata da stelle, proprio come il nostro personaggio. Ovviamente più si è alti di grado e più possibilità ci sono di sopravvivere alle missioni difficili. Al fine di migliorare il nostro personaggio, è possibile acquistare nuovi attrezzi dal negozio, cioè il sistema di loot di cui parlavamo prima, ed una volta ovviamente raggiunte le richieste di unlock e soprattutto raggiunti i clamorosi prezzi delle varie armature o armi, ma anche per le munizioni o medicine, anch’esse care oltremisura. Ci sono vari modi per guadagnare crediti, come depredare cadaveri e scrigni, “fregare” il sistema con la modalità coop, oppure migliorare il Cafe de Theatrè, la nostra base, o aprire altre attività sociali in Parigi, ma non bastano per creare un personaggio all’altezza, o semplicemente non bastano per guadagnare abbastanza ed avere un inventario sempre pieno, migliorare stabilimenti o altro. Arrivati a questo punto, se con la valuta principale non ci si può permettere tanto, è possibile utilizzare i crediti Helix per “hackerare” l’articolo nel vostro inventario. Come si ottiene questa moneta? Avete indovinato, spendendo soldi veri. A prezzi folli è possibile acquistare questi punti, che ci daranno la possibilità di migliorare o acquistare le varie armi o armamenti. I pacchetti sono suddivisi tipo i FIFA Points, cioè si parte da piccoli prezzi fino a raggiungere i quasi cento euro, insomma non proprio conveniente visto il prezzo attuale degli attuali videogiochi. Molto probabilmente direte: “chi se ne frega, è opzionale”. Certo, difatti si possono ignorare le micro-transazioni e acquistare gli articoli in valuta del gioco, proprio come si farebbe in ogni altro capitolo, come abbiamo fatto noi, usando il sistema del “guadagno facile” in coop, ma prima di accorgerci di tale possibilità non ci siamo goduti il gioco, praticamente. Da poveri assassini abbiamo affrontato le missioni tenendoci anche il minimo credito per una pozione medica, e nulla toglie che l’esistenza stessa di micro-transazioni impatti il progetto dell’economia. Si guadagna troppo poco ed Ubisoft ovviamente vuole questo, cioè portare i giocatori a spendere soldi veri, così – al fine di rendere questa tentazione reale – è stata sviluppata una valuta del gioco un po’ più fastidiosa da ottenere. In Unity ce ne sono quattro: le Livre, cioè i crediti in-game, i punti Helix cioè i soldi reali, i punti Unity, appositi per migliorare le nostre abilità di assassino e i punti Credo, che ci permettono di potenziare le armi e armature. Completando le missioni principali non verremo premiati dunque con quantità di soldi industriali, ma coi punti Unity (raramente con vari pezzi dei costumi o armi), che possono essere utilizzati per migliorare le competenze di Arno.

Arriviamo al piatto forte dunque, alla controparte tecnica di questo Assassin’s Creed Unity. In realtà qui c’è molto da dire, innanzitutto è giusto elogiare un mastodontico level design: la Parigi ricreata da Ubisoft è quanto di più bello e vivo si possa vedere in un videogioco. Il livello di dettaglio è impressionante, texture e quant’altro si sprecano e il XVIII secolo con la sua rivoluzione ci è sembrata un’ambientazione veramente degna e giusta per un capitolo di Assassin’s Creed. Tuttavia, anche in questo caso i problemi sono molteplici, soprattutto perché le prestazioni grafiche minano l’esperienza di gioco su tutti i dispositivi e questo non è veramente accettabile, sia su PC, dove il titolo ha requisiti veramente inumani e non riesce a girare degnamente neanche su computer che vanno oltre i consigliati, sia su console Xbox One e PlayStation 4, dove a parte la risoluzione (Il titolo gira a 900p su entrambe) il gioco non tiene mai i 30 frame per secondo, in certi frangenti si blocca e riparte: insomma, è uno scempio per ottimizzazione. In alcuni punti come Notre-Dame o in missioni coop la situazione poi è veramente drastica, e certamente non aiutata dalla miriade di bug che affliggono tutta la produzione. Abbiamo riavviato missioni a causa dei PNG (magari un po’ in meno avrebbero giovato alla fluidità) che affollavano le strade e bloccavano il nostro cammino, perso salvataggi, affrontato punti cruciali con l’IA disattivata, visto persone volare, insomma ci potremmo fare una compilation (qualcuno l’ha già fatta) sui problemi tecnici e i vari glitch di Assassin’s Creed Unity. A nostro avviso, questi sono problemi veramente seri e non aiutano la fruizione del gioco da parte del consumatore, non è da professionisti, non è da grande casa sviluppatrice, non è tollerabile che un gioco alle porte del 2015 esca ad un prezzo esorbitante, contenga micro-transazioni per centinaia di euro, non offrendo nulla di realmente nuovo e soffra di tantissimi patemi, che sicuramente non tutti potranno essere risolti tramite patch. Certo, i più chiuderanno un occhio e si godranno l’esperienza di un gioco che a suo modo sa divertire, anche grazie ad un’ottima regia, un’ottima colonna sonora ed un doppiaggio completamente in italiano che tiene testa alle migliori produzioni del mercato; insomma, a parte i problemi elencati in questo Unity ci sono anche fattori positivi, di sicuro un titolo discreto con degli elementi sottotono, ma anche un titolo in grado di divertire gli amanti della serie e i neofiti che prima d’ora non avevano avuto nulla a che fare con il credo dell’assassino.

Assassin’s Creed Unity – La Rivoluzione Francese targata Ubisoft


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