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ASSEGNO di DISOCCUPAZIONE O ASSEGNO di LAVORO?

Creato il 17 gennaio 2014 da Oirpina
Visto che nel “piano di lavoro” (il c.d.”jobs act”) che la nuova Segreteria del P.D. sta discutendo tra mille difficoltà, si sta delineando la proposta dell’ASSEGNO UNIVERSALE per tutti coloro che perdono o non hanno un lavoro (rivedendo quindi le norme vigenti per la “Cassa integrazione”), perché non pensare anche ad impegnare in qualche attività lavorativa, sia pure part time, tutte queste persone ? Perché pagarli senza far niente ? Ci sembra diseducativo ed anche controproducente, per loro e per tutta la società. Perché molti di essi possono cadere in depressione, altri anche praticare qualche lavoretto “in nero”, a prezzi bassi e in concorrenza sleale con altri lavoratori “regolari” (che, si presume, pagano le tasse). Quanta manodopera lo Stato potrebbe impiegare così, senza eccessive spese e senza nuove assunzioni, in lavori “socialmente utili”: dalla tutela del territorio (riparazione di strade, frane, manutenzione di boschi e foreste, ecc.) alla ristrutturazione del patrimonio edilizio di Scuole ed altri edifici pubblici, dall’assistenza ad anziani, bambini e disabili all’assistenza negli ospedali, ma anche in lavori di tipo amministrativo-burocratico in diversi Uffici pubblici in carenza di personale, ecc. insomma collocando ciascuno nei settori di sua maggiore affinità e competenza. Mai nel recente passato la disoccupazione ha toccato livelli così alti: oggi i disoccupati, giovani e meno giovani, sono milioni, perciò se è doveroso dare a tutti un benché minimo reddito, lo si dovrebbe erogare a patto che i fruitori facciano qualcosa per lo Stato. Tale reddito dovrebbe perciò essere trasformato da “assegno di disoccupazione” (che ora come Cassa integrazione è limitato a chi ha perso il lavoro) in ASSEGNO di LAVORO per tutti coloro che comunque non trovano lavoro, impiegandoli in attività utili per tutta la Collettività. E le Agenzie di collocamento si potrebbero con vantaggio far carico di questa incombenza, senza crearne di nuove. Varese, 16 gennaio 2014 Giovanni Dotti - Varese

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