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Assemblea Generale dell’ONU

Creato il 22 settembre 2011 da Wally26

Obama e Sarkozy hanno aperto oggi gli incontri dell’Assemblea Generale annuale dell’ONU

In questi giorni New York e’ davvero il centro del mondo: la diplomazia internazionale e’ all’opera silenziosamente nelle sale riunioni degli alberghi piu’ inn della citta’ per tentare di raggiungere un compromesso con il leader palestinese; desistere dal presentare ufficialmente la richiesta di riconoscimento di uno stato palestinese in sede ONU ed accettare per adesso lo status di “Osservatore Permanente di Stato non membro”,  concesso anche al Vaticano.

Decisive saranno le posizioni dei 5 Membri permanenti dell’ONU: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia. A proposito di Cina, sembra possibile una sua decisione favorevole, uno “sgambetto agli Usa“, come riporta Maurizio Molinari su “La Stampa“;

“Il passo cinese è arrivato con una dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei, che ha espresso «comprensione, rispetto e sostegno» per la richiesta dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) di «diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite» recapitando all’amministrazione Obama la richiesta di «non ostacolarla adoperando il veto al Consiglio di Sicurezza». Per Pechino si tratta di «ripristinare i legittimi diritti etnici palestinesi ed arabi» al fine di «garantire una pacifica coesistenza fra palestinesi e Israele in Medio Oriente». L’irritazione dei diplomatici americani era palpabile, ieri mattina nel quartier generale del Waldorf Astoria, perché si tratta di un passo compiuto in coincidenza con l’arrivo di Barack Obama a New York, teso a cercare un compromesso attraverso consultazioni con tutte le parti. Alcune fonti diplomatiche, chiedendo l’anonimato, hanno parlato di «intervento a gamba tesa» da parte dei cinesi, lamentando il rischio di «spingere l’Anp sulla linea dura nel momento in cui si sta tentando di salvare il negoziato in Medio Oriente».
Per comprendere l’entità della trattativa in corso bisogna ascoltare i diplomatici europei che affiancano Lady Ashton, Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, che ipotizzano un «congelamento» della richiesta di riconoscimento palestinese da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu subito dopo la formale presentazione, che il presidente Abu Mazen farà venerdì. Il «congelamento» da parte del comitato delle ammissioni consentirebbe, poche ore dopo o nella giornata di sabato, la presentazione da parte del Quartetto di una formale proposta di ripresa del negoziato sulla quale Anp e Israele stanno lentamente convergendo. Il testo prevede, secondo indiscrezioni, la ripresa dei negoziati diretti entro poche settimane, il raggiungimento di un’intesa sui confini entro una massimo di sei mesi, frontiere «basate» su quelle del giugno 1967 «con concordati scambi di territori» e «garanzie di sicurezza» per Israele dopo il ritiro dalla Cisgiordania. Il fatto che il Quartetto (Ue, Onu, Usa e Russia) stia convergendo su questa posizione, tenendo aggiornati Anp e Israele, prospetta una possibile via d’uscita alla crisi ma «la situazione resta fluida», assicura un diplomatico coinvolto nei negoziati, e ciò spiega le mosse delle opposte parti. Nabil Shaath, consigliere di Abu Mazen, ribadisce che «la scelta di presentare la richiesta di adesione è stata fatta e avverrà venerdì nonostante i rischi che comporta e le minacce subite» mentre il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in volo per New York, ammette di «aspettarsi una situazione difficile all’Onu» promettendo di «dire la verità su come stanno le cose in Medio Oriente».
Netanyahu ribadisce di essere «pronto alla ripresa dei negoziati» e il Segretario di Stato Hillary Clinton lo sostiene perché «è l’unica strada attraverso la quale i palestinesi possono arrivare ad avere un loro Stato» come previsto dagli accordi di Oslo del 1993. Anche il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, lascia intendere di credere nell’iniziativa del Quartetto auspicando «una ripresa dei negoziati in un quadro bilanciato fra le due parti».
Ma poiché la trattativa può fallire, Anp e Netanyahu si preparano ad affrontare la gara dei voti. Il primo match sarà al Consiglio di Sicurezza e il presidente israeliano Shimon Peres ha telefonato ai colleghi di Gabon, Nigeria e Bosnia – che ne sono membri – per chiedere di contro il riconoscimento dello Stato palestinese, al fine di far mancare il quorum di 9 voti favorevoliche obbligherebbe Washington a mettere il veto. Abu Mazen, ieri, al termine dell’incontro con il presidente francese Sarkozy, ha ribadito che in caso di bocciatura al Consiglio di Sicurezza la contromossa sarebbe andare al voto in Assemblea Generale. Ma il passaggio che potrebbe essere decisivo nella giornata di oggi sono i due incontri che il presidente americano avrà con il leader di Anp e Israele.”

A partire da oggi fino a martedi’ prossimo i leader di 193 paesi membri dell’Assemblea  Generale delle Nazioni Unite si susseguiranno sul podio  per dire la loro sul processo di “pace” in medio oriente fra palestinesi e israeliani. Oggi e’ toccato al presidente americano inaugurare i lavori dell’assemblea, seguito dal presidente francese Sarkozy. Obama ha chiarito subito che gli Stati Uniti porranno il veto alla eventuale richiesta del leader palestinese Mahmoud Abbas di ottenere il pieno riconoscimento di una nazione palestinese in sede diplomatica, sottolineando come questa richiesta non rappresenti di fatto un passo in avanti verso la pacificazione concreta fra le due entita’. Ha poi aggiunto;

Ultimately, it is Israelis and Palestinians – not us – who must reach agreement on the issues that divide them: on borders and security; on refugees and Jerusalem”

Giovedi’ e venerdi’ saranno forse i giorni piu’ “caldi” poiche’ avranno luogo sia l’intervento di Mahmoud Ahmadinejad e di David Cameron, che del  leader palestinese Abbas e del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

In questo link gli interventi di: Obama, Sarkozy, il ministro degli Esteri inglese William Hague e il primo ministro canadese Stephen Harper

Di seguito la lista provvisoria del programma degli interventi, che potrete seguire in diretta (in Italia siete 6 ore avanti New York) sul sito della C-Span cliccando sul tasto rosso in alto a destraLive Tv/Radio” (di solito questi interventi vengono trasmessi dal “canale blu”).

Nota: TBD e’ l’acronimo inglese per “to be advised”, ET e’ l’acronimo per “Eastern Time” cioe’ ora della costa est degli Stati Uniti.

Mercoledi’:

United States, President Obama
France, Nicolas Sarkozy

Giovedi’:

Iran, Mahmoud Ahmadinejad:  12 pm (ET)
UK, David Cameron:  12:45pm (ET)

Venerdi’:

Iraq, Jalal Talabani:  9:15am (ET)
Palestinian Authority, Mahmoud Abbas:  11:45am (ET)
Japan, Yoshihiko Noda:  12:00pm (ET)
Israel, Benjamin Netanyahu:  12:30pm (ET)
Venezuela, Speaker TBD:  4:15pm (ET)
Greece, Speaker TBD:  8:15pm (ET)
Pakistan, Speaker TBD:  8:30pm (ET)

Sabato:

Egypt, Speaker TBD:  12:45 pm (ET)

Lunedi’:

China, Speaker TBD:  3pm (ET)
Syria, Speaker TBD:  4pm (ET),
Cuba, Speaker TBD:  4:15pm (ET)
Germany, Speaker TBD:  6:45pm (ET)

Martedi’:

Libya, Speaker TBD:  11:15 am (ET)
North Korea, Speaker TBD:  3:30 pm (ET)


Filed under: Conflitti religiosi, Islam, Israele, Obama, ONU, Politica Internazionale, Politica Regno Unito, Rivolte in Maghreb


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