La due giorni dell’Assemblea Pd non risolve le questioni sul tappeto.
La proposta era modificare lo statuto per dividere le carica del segretario e quella del candidato premier e va bene e poi, udite udite: far decidere le regole del congresso da una commissione formata da delegati delle mozioni e dalla direzione del partito.
Si verifica così la fuga dall’assemblea generale perché una proposta del genere è inaccettabile.
L’assenza di metà dei delegati rende impossibile le modifiche dello Statuto.
A fare i furbi poi la gente, che non è stupida, si incavola.
Così la data (8 dicembre) e le regole del Congresso tornano incerte.
Epifani: “deciderà la direzione del partito il 27 settembre” .
Decisione al chiuso delle solite stanze.
Non ci si crede ma è così.
I cambiamento dello statuto devono essere decisi dall’assemblea.
Se non ci sono i numeri lo statuto resta come è, e va applicato, la direzione nazionale non ha la possibilità di modificarlo (se si rispettano le regole in vigore).
Prima considerazione : il segretario e la dirigenza nazionale hanno fallito.
Seconda considerazione: se la direzione nazionale modificasse lo statuto ci troveremmo di fronte a un colpo di mano.
Terza considerazione: se fanno saltare il congresso è sempre un colpo di mano.
Per ora l’assemblea nazionale è rinviata.
E pensare che l’avevamo detto ma hanno voluto fare il contrario.