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Assi di coppe

Creato il 20 febbraio 2014 da Stupefatti
Assi di coppe
Io starei ore e ore a guardare i video di Mussolini, come si muove, come parla, come gesticola. Mi fa morire dal ridere e insieme mi ispira malinconiche riflessioni su noi poveri maschietti contemporanei che siamo pelle che sanguina, continuamente frustata dal cilicio del rivolgimento storico, noi poveri maschietti contemporanei che siamo carne da cambiamento, disperati, franati, ceduti, perchè abbiamo perso la nostra superiorità sociale con la rivoluzione industriale e la modernità ha spazzato via per sempre il nostro ruolo riconosciuto. C'è da ridere, a guardarlo da un altro pianeta. Ed ecco che la meccanizzazione del lavoro e la tecnologicizzazione della società hanno reso inutile la superiorità fisica del maschio, il femminismo ha vinto, il patriarcato è crollato. Ma noi, invece di riflettere sulla realtà dei fatti e provare a prendere coscienza e finirla con le vecchie nostalgie, che facciamo? Ululiamo di dolore, lunghi latrati di cane bastonato, spelacchiato, orribilmente smagrito. Ma siamo talmente ottusi (e divertenti, se visti da un altro pianeta) che non ce ne accorgiamo. E anzi (solo divertenti? Siamo uno show!), anzi scambiamo tali ululati per ruggiti fieri e feroci. Ci vantiamo dei nostri moncherini scambiandoli con membra muscolose. Butto giù qualche elemento. Il celodurismo leghista, il gallismo berlusconiano, il “mi scopo la Boldrini di culo”, lo sprezzantesimo finto brillante di Renzi, fino allo yuppismo ottuso anni '80, il vitellonismo mollaccione dell'Italia anni '50 e il virilismo scenografico mussoliniano. Sono tutti segnali di un'identità maschile in piena crisi, che non è più sicura di niente e che quindi crea queste ideologie, mitologie, stereotipi, fuffa simbolica che vola via al minimo alito di vento. La posa, l'esibizione, l'ostentazione, sono tutti sintomi di una malattia giunta ad uno stadio terminale. Diceva Nietzsche in Ecce Homo: ”Il pathos nell’atteggiamento non appartiene alla grandezza; chi ha bisogno di atteggiamenti è falso. Attenzione alle persone pittoresche!”. Che poi gli atteggiamenti del maschio impaurito sono principalmente due: 1) Fa quadrato. Alza i ponti. Esaspera le logiche di branco. Investe tutta la propria energia nella faziosità della guerra dei sessi. Diventa sempre più chiuso, paraocchi, violento, misogino, omofobo, affermando in questo modo – con un’intensità piena di auto-cattiveria – una virilità su cui si hanno inconsciamente molti dubbi. 2) Cerca di comprendere le donne e accoglie in sé anche numerose caratteristiche prima specificatamente “femminili”, con risultati un po' così così, che sono frutto di tempi precari e di cambiamento. Decide, in altre parole, di diventare “maschio comprensivo”, ma il più di volte diventa troppo debole e incerto, si gioca tutta la propria personalità e fermezza caratteriale. Forse perchè questa decisione di essere “aperto di mente” il più delle volte è elaborata razionalmente e dunque auto-imposta con notevole violenza intellettuale. E ciò provoca un grado di forzatura e innaturalità che di certo non fa bene alla psiche.
Note
1) Una mia vecchia recensione di un libro favoloso "L'invenzione della cultura eterosessuale" di George Louis Tin, pubblicata su Pupi di Zuccaro. Al solito mio, non è esattamente una recensione, quanto piuttosto una specie di sintesi del contenuto del libro. Acquista il libro dal sito dell'editore DuePunti
2) Sul mio blog personale, poi, l'argomento è trattato lungamente, non ho capito bene con quali risultati, nella categoria MaschioFemmina. Il post sopra è una rielaborazione di testi già ruminati sul blog personale.

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